PASSERA GIUDICA NEGATIVAMENTE UN RITORNO DI BERLUSCONI E SCATTA LA RAPPRESAGLIA PDL: “NON VOTIAMO IL DECRETO SVILUPPO”
LA FINOCCHIARO INVITA MONTI A VALUTARE SE NON E’ IL CASO DI RASSEGNARE LE DIMISSIONI NON AVENDO PIU’ L’APPOGGIO DEL PDL… PASSERA HA RISPOSTO ALLA PROVOCAZIONE DI IERI DI BERLUSCONI (“SIAMO SULL’ORLO DEL BARATRO”), RICORDANDOGLI CHI HA GOVERNATO PER 10 ANNI IL PAESE
Tira aria di crisi per il governo Monti.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso: le dichiarazioni di Passera, che in tv critica il ritorno di Berlusconi, e mal digerite dal Pdl.
Risultato: al Senato il Pdl non ha votato il decreto sviluppo-bis, pur non facendo mancare il numero legale.
Nella diatriba si inserisce il Pd con il presidente dei senatori, Anna Finocchiaro, che fotografa la situazione di quasi una crisi di governo e invita Monti a salire al Colle: «Se il principale partito della strana maggioranza che sostiene Monti non vota la fiducia, e lo fa in modo irresponsabile, in un momento delicatissimo per il Paese, vuol dire che il governo non ha più la maggioranza. Cosa succede in questi casi? Credo che Monti dovrebbe recarsi al Quirinale».
In questa cornice lo spread sale a 317 punti proprio mentre è in corso il Consiglio dei ministri che ha all’ordine del giorno anche il delicato decreto legislativo sulla incandidabilità dei condannati.
Successivamente il premier Mario Monti è arrivato nell’Aula del Senato e ha votato sì alla fiducia al dl sullo sviluppo.
Il presidente del Consiglio si è intrattenuto qualche minuto a parlare con il numero uno del Pdl a Palazzo Madama Maurizio Gasparri.
AD AGORA’
Ma cosa aveva detto esattamente Corrado Passera, ospite di Agorà ?
«Qualunque segnale che faccia pensare all’estero che l’Italia torni indietro invece che fare passi avanti è controproducente».
Il ministro dello Sviluppo economico commentava la possibile ricandidatura a premier, per la sesta volta, di Silvio Berlusconi alle prossime elezioni politiche.
«Non posso entrare nelle dinamiche dei singoli partiti ma come Italia dobbiamo dare la sensazione che il Paese va avanti. Tutto ciò che può fare immaginare al resto del mondo, ai nostri partner, che si torna indietro non è bene per l’Italia», ha detto Passera ad Agorà su Rai3.
Così nell’aula del Senato, dopo il via della prima chiama per il voto sulla questione di fiducia posta dal Governo sul maxiemendamento al decreto sviluppo-bis, ecco che il gruppo del Popolo della libertà , come annunciato dal capogruppo Maurizio Gasparri, non partecipa al voto, garantendo comunque il numero legale.
Anzi il senatore Gramazio chiede le dimissioni di Passera.
LA REPLICA A BERLUSCONI
Il ministro in tv aveva replicato all’ex premier che in una nota della tarda serata di mercoledì ha addotto come motivazione per una sua ridiscesa in campo «il baratro» nel quale l’Italia si trova dopo un anno di politica di rigore del governo di Mario Monti.
«È una rappresentazione molto poco obiettiva… Molte delle cose citate vengono da 10 anni di cattiva gestione del Paese. Tutti sappiamo che un anno fa il Paese era vicinissimo a scivolare verso la situazione greca che avrebbe potuto comportare una perdita di sovranità . Venivano ad amministrarci da fuori, avrebbero tagliato servizi indispensabili come salute scuola, stipendi e pensioni».
LA POLEMICA –
Berlusconi ha governato nell’ultimo decennio dal 2001 al 2006 e poi dal 2008 fino allo scorso anno quando, con lo spread a 570 punti, è stato costretto a dimettersi.
Su questo Passera ha detto: «Guardiamo dove eravamo dieci anni fa: al 100% nel rapporto tra debito e Pil e siamo a oltre 120, abbiamo buttato via il beneficio dell’euro, delle privatizzazioni, abbiamo smesso di investire e ridotto il risparmio, e vi è un disagio sul fronte occupazione che è anche peggio di quello [che appare]» ha aggiunto il ministro pur aggiungendo che si tratta di “responsabilità ” molto diffuse, non solo di chi governa».
L’ex banchiere non ha dato indicazioni precise sul suo futuro al termine della legislatura ma non ha nascosto di pensare ad andare avanti con un impegno in politica. «Cominciamo a vedere se si può continuare questo lavoro e poi vedremo».
ESODATI
Poi sul problema degli esodati: «In parte il problema esodati è stato coperto. La risposta strutturale di come mantenere nel mondo del lavoro queste persone a condizioni accettabili ancora non c’è, ma bisogna trovarla».
(da “il Corriere della Sera“)
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