L’OPINIONE DI LUCA TELESE: “ACCA LARENTIA, NON SI USA LA STORIA DEL SANGUE PER FARE POLEMICHE DI GIORNATA”
QUANDO LE DIVERSE ANIME DELLA DESTRA SI PICCHIARONO PER AVERE IL CONTROLLO DELLA CERIMONIA… E’ UNA CONQUISTA DELLA DEMOCRAZIA PERMETTERE DI PROFESSARSI FASCISTI
Sulla strage di Acca Larentia, e sulla sua commemorazione nel quartiere Appia latino si stanno scrivendo in queste ore pagine e pagine di autentico analfabetismo storico e culturale.
Il 7 gennaio – come ogni anno – ci sono state tre diverse cerimonie che ora vengono confuse, in buona o cattiva fede (soprattutto in cattiva fede, direi). L’assessore Gotor e il presidente Rocca non erano presenti – ovviamente – alla commemorazione dei saluti romani della sera, e nulla c’entrano con quel rito. E niente c’entra nemmeno Fratelli d’Italia, che da vent’anni non partecipa a quel “Presente!” in piazza, dopo un anniversario in cui le diverse anime della destra si picchiarono pur di ottenere il controllo della cerimonia, (l’ultradestra prevalse sulla destra, che per questo motivo se ne andó altrove).
Nel 2007 Casapound sfiló per Roma traversando la città, fino ad Acca Larentia, con dei tamburi e delle insegne che riproducevano fedelmente quelle della Hitlerjugend, la gioventù hitleriana. Nessuno si scadalizzó. I saluti fascisti in piazza si fanno sempre, da 44 anni, non solo per commemorare i tre caduti di Acca Larentia, ma anche per ricordare, nei rispettivi anniversari, in diverse città, tutti gli altri Cuori neri uccisi negli anni di piombo. Svegliarsi una mattina, come se tutto questo non fosse mai accaduto, é prima di tutto una operazione di falsificazione propagandistica. Non si usa la storia del sangue per fare polemiche di giornata. La Costituzione antifascista ha garantito il diritto alla cittadinanza di tutti, anche quello di chi era fascista. La XII disposizione transitoria dai padri costituenti permetteva di partecipare alle elezioni (a soli cinque anni dal 1948), persino a chi aveva preso parte alla Repubblica sociale. Questa a me non sembra una ferita, ma una conquista della democrazia che non si può mettere in discussione, per andare a caccia di qualche facile consenso di giornata. La storia di un paese che ha vissuto una guerra civile é più complessa di uno slogan di piazza: chi non ha memoria non ha futuro.
(da TPI)
Leave a Reply