A ROMA SPUNTA PURE LA FELPA CON LA SCRITTA CASAMONICA
ORA LA VICINANZA A UNA FAMIGLIA MAFIOSA DIVENTA PURE UN LOGO DA ESIBIRE
Oggi, nel clima di tana-libera-tutti che si respira dopo la sentenza della Cassazione, anche altri gruppi che la procura considera mafia diventano un logo da esibire.
Col nome della famiglia accusata di usura, estorsione, traffico di droga e associazione mafiosa
Mafia Capitale si è dissolta: non era mafia, ma solo bande. E i banditi hanno da sempre il loro fascino. Soprattutto a Roma, dove la Magliana si è trasformata da romanzo criminale a fenomeno popolare, confondendo fiction e verità nell’esaltazione del Freddo, del Libano, del Dandi e del Nero, che poi sarebbe il giovane Massimo Carminati: le loro frasi sono entrate nel linguaggio comune, condivise a ogni livello sociale e in ogni quartiere.
Così a pochi metri da San Pietro e dal Tribunale, nel signorile quartiere di Prati, si può incontrare in un bar gelateria una persona con la felpa marchiata Casamonica. Va in giro, sereno e compiaciuto, ostentando sulla schiena una grande scritta con il nome della famiglia accusata di usura, estorsione, traffico di droga e associazione mafiosa.
Chissà cosa aveva in testa l’uomo che ha comprato o si è fatto realizzare la maglia spot per il clan. Non conosciamo il suo nome. Si è allontanato tranquillo a bordo di una Smart intestata a una persona che non risulta avere precedenti penali, nè rapporti diretti con i brutali picchiatori della periferia, violenti persino con una donna disabile. Chi siano i Casamonica, però, oggi lo sanno tutti: forse i giudici non li riconosceranno come una mafia, ma di sicuro non c’è niente di cui essere orgogliosi.
(da “La Repubblica”)
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