A.A.A. … SILVIO E FRANCESCA CERCANO CASA, VIA DA PALAZZO GRAZIOLI
IL PALAZZO DIVENTERA’ LA SEDE DI FORZA ITALIA
La ricerca è quella di una casa che sia «più casa» e «meno luogo di lavoro». Un’abitazione dove tornare la sera e magari non trovarsi alle prese con dirigenti del partito in perenne riunione. Un appartamento «normale», insomma.
E così, due settimane fa, Silvio Berlusconi e Francesca Pascale hanno aperto un nuovo file .
La ricerca di un appartamento nel cuore della Capitale. La decisione di trovare una nuova sistemazione sarebbe stata presa all’indomani della sentenza di assoluzione nel caso Ruby, quando l’ipotesi degli arresti domiciliari è sparita definitivamente sia dagli incubi che dai radar berlusconiani.
Requisiti? Più «affitto» che «vendita», innanzitutto.
E poi, che sia spaziosa ma senza esagerare. Quindi che stia nel centro storico di Roma ma, contemporaneamente, che non sia troppo cara.
La coppia Berlusconi-Pascale, accompagnata dagli agenti di scorta di lui, ha già visitato due appartamenti.
Il primo in via Cavour, la lunga strada che collega la stazione Termini ai Fori Imperiali e lambisce da un lato il multietnico quartiere Esquilino, dall’altro la movida radical-chic del rione Monti.
Il secondo a pochi passi, indirizzo «Salita del Grillo», una traversa di via Panisperna, a pochi passi dal Quirinale.
Due appartamenti a qualche centinaia di metri di distanza l’uno dall’altro. Due visite che a quanto pare, come esito, hanno dato il più classico «belli, ora ci pensiamo» formulato dalla coppia di fronte all’agente immobiliare.
Ma se gli indizi sulla collocazione dei due stabili visitati fanno una prova, la prova è che presto – che stia ancora al Quirinale o meno – l’ex premier avrà come vicino di casa Giorgio Napolitano, che abita proprio da quelle parti.
La ricerca di una nuova residenza romana da parte della coppia Berlusconi-Pascale porta dritto dritto a un punto interrogativo.
Che ne sarà di palazzo Grazioli, lo stabile che ha scandito l’ultimo decennio della versione capitolina del berlusconismo ortodosso?
Gli affitti saranno disdetti in omaggio alla spending review di Mariarosaria Rossi, la neotesoriera che ha già fatto disdire i contratti dell’ala che un tempo era occupata dall’ufficio stampa del fu Pdl?
Tutt’altro. Il piano nobile del palazzo, che tutt’oggi è diviso tra l’ala dove vive l’ex premier e l’ala degli uffici dei dirigenti a lui più vicini, verrebbe integralmente destinato a fini politici.
La parte «politica» di questo secondo piano – dove oggi hanno le proprie stanze Giovanni Toti e Deborah Bergamini, Sestino Giacomoni (l’assistente personale dell’ex Cavaliere) e Valentino Valentini, oltre a Mariarosaria Rossi, il resto è una stanzetta in uso agli agenti della scorta – triplicherebbe insomma i propri spazi.
E riaccenderebbe il dibattito, che segretamente tra i forzisti s’è già aperto, su cosa fare della nuova sede di piazza San Lorenzo in Lucina, affittata dal partito esattamente un anno fa.
A Rossi, le cui forbici agiscono su mandato pieno del «Capo», il nuovo quartier generale forzista non piace.
Lo considera troppo grande e troppo dispendioso. Non è un mistero per nessuno, almeno per quelli che fanno parte della cerchia ristretta, che tra i desiderata della «tesoriera» ci sia quello di liberarsi quanto prima del contratto di locazione di San Lorenzo in Lucina.
Ma Berlusconi, al momento, le avrebbe chiesto di soprassedere. Della serie, «facciamo una cosa per volta, il partito ha bisogno di una sede e, soprattutto, l’abbiamo affittata da troppo poco tempo per decidere di cambiarla subito…».
Ma è evidente che, se a Palazzo Grazioli si liberasse l’ala del piano nobile occupata dall’ex premier e Pascale, il quadro cambierebbe.
E le cesoie della senatrice potrebbero agire liberalmente su quella voce di spesa in carico a una Forza Italia che, com’è noto, è in cerca di quattrini.
La novità degli ultimi giorni, che avvalorerebbe la tesi secondo cui tutta Forza Italia potrebbe trasferirsi a Palazzo Grazioli, riguarda il primo piano e il piano terra ammezzato dello stabile.
Quelli dove c’erano il mastodontico ufficio stampa dei vecchi tempi e anche il famoso «Parlamentino».
Per quell’ala, il Pdl è in causa col proprietario, il Giorgio Emo Capodilista Maldura. Quest’ultimo rivendica affitti non pagati, mentre ciò che resta dell’ex Pdl vorrebbe vedersi «scontati» dei lavori di ammodernamento che sono stati fatti dal partito.
La prossima udienza della causa è fissata per settembre. Ma pare che, tra i berlusconiani, la voglia di riprendere possesso di quelle stanze sia tornata.
Sempre che un happy end al film «Silvio cerca casa» sblocchi quel risiko che, a questo punto, riguarda tutto il partito.
Tommaso Labate
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