“ABBIAMO LIBERATO PONTIDA DALLA SCHIAVITU'”: L’ORGOGLIO TERRONE INVADE IL PRATONE DELLA LEGA
DIVERSE MIGLIAIA I PARTECIPANTI, TRA T-SHIRT E SLOGAN, NESSUN PROBLEMA PER L’ORDINE PUBBLICO… E UN ABITANTE ESCE SUL TERRAZZO E APPLAUDE
Magliette verde-Lega con la scritta bianca “Pontida antirazzista”. Altre t-shirt che riportano gli slogan mantra della manifestazione: “Terroni del nord”, “terroni a Pontida”, “Festival antirazzista Pontida 2017”, “Odio la Lega”.
Bandiere dei centri sociali del nord-est con il leone di San Marco – caro al partito di Salvini – rivisitate con il leone incappucciato in un mephisto nero.
E poi striscioni, drappi colorati, drappi politici (molta Rifondazione comunista) e – sul palco – una sfilata di gruppi musicali di ogni provenienza: da Napoli al Trentino Alto Adige.
Tanti immigrati in mezzo a almeno un paio di migliaia (numero destinato a crescere) di manifestanti dei centri sociali arrivati da tutta Italia con treni, cinquanta pulman, auto private
Pontida, l’orgoglio terrone invade il pratone della Lega
“Abbiamo liberato Pontida dalla schiavitù!”, grida una voce dal palco montato sul pratone di proprietà delle Ferrovie dello Stato.
Dopo le polemiche e le pressioni della Lega, dopo il coprifuoco del sindaco Luigi Carozzi e il tira e molla di questura e prefettura, il giorno dell’orgoglio terrone nel paese simbolo della Lega Nord è iniziato.
Una festa di musica e colori, senza incidenti, senza tensioni nonostante i timori della vigilia. “Chi ha provato a fermarci collezionerà una figura di m… – dicono quelli del centro sociale bergamasco Pacì Paciana, che ha svolto un ruolo logistico nell’organizzazione dell’evento pensato dai napoletani di Insurgencia per rispondere alla visita partenopea di Matteo Salvini un mese fa.
Eccola, la replica: ha – in modo beffardo – anche il colore del verde padano (anche se ormai la Lega si propone come partito nazionalista).
Non a caso a calamitare l’attenzione dei fotografi e delle troupe televisive sono soprattutto le magliette verdi e bianche.
Che sembrano in linea con il vestiario dei militanti leghisti ma che in realtà – dopo oltre un quarto di secolo di raduni del partito che fu di Umberto Bossi – “trasformano” Pontida in un Comune “antirazzista”.
Tra gazebo che vendono “gadget terroni”, fiumi di birra e panini, sul prato delle Ferrovie dello Stato – a soli 200 metri dal pratone o “sacro suolo” dove la Lega celebra tradizionalmente i suoi raduni – va in scena l’offensiva meridionale voluta dagli antagonisti napoletani.
Un evento che vede alternarsi sul palco, tra gli altri, musicisti come 99 Posse, Eugenio Bennato, Tonino Carotone.
Applausi e slogan: “Vaffanculo ai razzisti”, grida un esponente di Insurgencia dal palco. Ci sono i centri sociali di Torino, Trento, Venezia, Milano, Bologna, Vicenza
Il festival antirazzista andrà avanti fino alle 20.30 ed è probabile che il numero di manifestanti cresca durante il pomeriggio.
Chi dal giorno dell’orgoglio terrone si aspettava tensioni e atti vandalici, per ora ha dovuto ricredersi. Nessun problema per l’ordine pubblico. Nessuna protesta visibile da parte della popolazione. Anzi: da una casa a ridosso del prato un abitante è uscito sul terrazzo e ha applaudito.
L’altro pratone, quello leghista là in fondo, è presidiato da due giorni dalle forze dell’ordine: nessuno ci si è nemmeno avvicinato.
Cancellata da militanti leghisti la scritta verde “padroni a casa nostra” che da anni campeggia sul muro di cinta che chiude il pratone, qualcuno ieri era riuscito a sostitirla con un “Salvini=duce”. Ma anche questa scritta è stata rimossa.
(da “La Repubblica”)
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