AD HARLEM GLI AFROAMERICANI NON SONO PIU’ MAGGIORANZA
LO STORICO QUARTIERE NERO DI NEW YORK STA CAMBIANDO FISIONOMIA…. I BIANCHI OGGI SONO IL 60% DEI RESIDENTI, MENTRE GLI ISPANICI IN 10 ANNI SONO CRESCIUTI DEL 27%…. IL MONDO E’ PIENO DI TRANSIZIONI: NEGLI ANNI ’50 IL QUARTIERE CONTAVA 250.000 RESIDENTI, TUTTI DI COLORE
Ad Harlem, lo storico quartiere nero di New York, la popolazione bianca ha ufficialmente superato quella di colore.
In base alle ultime rilevazioni, riportate dal New York Times, i residenti bianchi nell’ultimo anno hanno superato quelli neri, mentre sono dati in forte crescita gli ispanici, aumentati del 27% dal 2000 ad oggi.
Quello che tra gli anni Cinquanta e Settanta era una sorte di simbolo del mondo, ora sta velocemente cambiando fisionomia, come hanno rilevato gli urbanisti e gli studiosi di antropologia americana.
Nel 2008 la popolazione di colore e quella bianca erano in proporzioni analoghe: su dieci residenti ad Harlem, cinque erano bianchi e cinque neri. Dal 2009 la proporzione è cambiata: per la prima volta nell’ultimo mezzo secolo, oggi su dieci residenti, i neri sono quattro, i bianchi sei.
Ancora una volta Harlem si trova sospesa nel bel mezzo di una transizione cruciale.
Sorto intorno al 1650 come insediamento olandese (prende infatti il nome dalla città di Haarlem), il quartiere in origine era bianco.
Cominciò ad accogliere i primi cittadini di colore nel 1910 e in 40 anni Harlem divenne quasi esclusivamente nera, arrivando negli anni Cinquanta a superare i 250.000 residenti, tutti di colore.
Trascorso il periodo del Rinascimento di Harlem, coinciso con gli anni Venti, il quartiere entrò in una situazione di degrado e violenza e negli anni Sessanta per i bianchi era considerata zona off limits.
Erano gli anni del razzismo più esplicito, coincisi con l’assassinio di Martin Luther King.
I primi segnali di cambiamento cominciarono ad apparire con il diffondersi delle comunicazioni di massa.
L’immagine di Harlem passò da quella del ghetto violento a capitale riconosciuta dell’America nera.
Due i motivi su tutti che le diedero visibilità mondiale: da un lato la grande musica pop, con esponenti come Jimi Hendrix (che visse ad Harlem dal 1964, diventando uno dei simboli del quartiere), dall’altro il grande basket che vedeva in Harlem alcuni suoi campioni.
Oggi Harlem, così vicina a Central Park, è ambita dai bianchi.
Che pian piano se la sono ripresa.
Queste vicende meriterebbero uno studio anche da parte dei nostri urbanisti, in relazione a molte zone dei centri storici di grandi città , in cui ci si lamenta della eccessiva presenza di immigrati.
Spesso dal degrado si esce con politiche di integrazione, di scelte urbanistiche di risanamento e di investimenti mirati.
Oltre che di crescita culturale e sociale da parte di tutti.
Non esistono più i ghetti in tante parti del mondo, non creiamone di nuovi in Italia.
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