ADDIO A QUOTA 100 A FINE ANNO: DRAGHI FERMA LO SPUTTANAMENTO DI SOLDI VOLUTO DALLA LEGA
E’ COSTATA UNA VALANGA DI MILIARDI E NE HA USUFRUITO SOLO UN QUARTO DI SOGGETTI RISPETTO ALLE PREVISIONI
Due righe per cancellare una riforma. Quella Quota 100 voluta dalla Lega di Matteo Salvini a gennaio del 2019, quando il Carroccio era al governo con il Movimento 5 stelle e a palazzo Chigi c’era Giuseppe Conte.
Ora a Chigi c’è Mario Draghi e quella riforma, che scade a fine anno, non sarà prorogata.
Pagina 29 della bozza del Recovery plan: “In tema di pensioni, la fase transitoria di applicazione della cosiddetta Quota 100 terminerà a fine anno e sarà sostituita da misure mirate a categorie con mansioni logoranti”.
La riforma di Quota 100 dà la possibilità di andare in pensione prima di avere maturato i requisiti in vigore. Il meccanismo prevede l’uscita anticipata per chi ha almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi. Quando fu ideata due anni fa, l’allora governo Conte 1 pensò a Quota 100 per tre anni.
Ma le previsioni – un milione di uscite nel triennio – si sono rivelate sballate. Secondo il Rapporto Itinerari previdenziali del 16 febbraio, infatti, a uscire in anticipo dal mondo del lavoro nel 2019-2020 sono stati circa 267mila lavoratori.
Le sorti di Quota 100 sono rimaste appese anche con l’avvicendamento a palazzo Chigi tra Conte e Draghi. Salvini ha sempre rimandato la questione a fine anno, quando la riforma arriverà a scadenza. Ma il Recovery dà le cose già per fatte. Dal prossimo anno non ci saranno più soldi per Quota 100.
(da agenzie)
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