AGCOM SI E’ ACCORTO CHE I TG SONO DI REGIME: “DOPING DI PROPAGANDA PER SALVINI E DI MAIO”
IL 60% DEI TG MONOPOLIZZATI DAI DUE GERARCHI, IL GARANTE DELLE COMUNICAZIONI RICHIAMA AL PLURALISMO E AL CONTRADDITTORIO
Il Garante delle Comunicazioni (l’AgCom) richiama tutti i telegiornali italiani (di Rai, Mediaset, La7 e Sky) a un maggiore pluralismo.
Come anticipato da Repubblica il 21 dicembre, il Garante non lamenta solo un oscuramento delle opposizioni parlamentari. Si accorge anche di un fenomeno del tutto nuovo. E’ forse la prima volta che due ministri (Di Maio e Salvini) sovrastano il presidente del Consiglio.
Ed è la prima volta che due ministri sono rappresentati più come capi dei loro partiti, che come voci istituzionali.
Mario Morcellini, commissario AgCom e curatore del richiamo alle reti tv.
Che cosa vi colpisce della rappresentazione di Salvini e Di Maio nell’informazione tv italiana?
“La novità più radicale che osserviamo, tra giugno e novembre del 2018, sta nel doping di notizie che riguardano il governo e i due vicepremier. Un ulteriore elemento di preoccupazione riguarda il modo in cui i due vicepremier impongono il loro modello comunicativo. Troppo spesso, i loro interventi sui media sono senza un reale contraddittorio”.
Salvini e Di Maio, forse, sono più bravi a conquistare visibilità e attenzione.
“Noi non censuriamo il talento comunicativo. Poniamo un’altra questione. In questa fase, il governo non trasferisce informazioni istituzionali sui risultati che raggiunge o persegue, come leggi o provvedimenti noti al grande pubblico. Interviene, invece, sul processo di formazione di decisioni contendibili, su cui sarebbe legittimo attendersi un libero confronto di voci e non il monopolio dell’esecutivo”.
Lei dunque pensa che i telegiornali e i programmi d’informazione, mentre danno voce a Salvini e Di Maio, non organizzino un efficace contraddittorio.
“Al cospetto di un vicepremier, il contraddittorio non può essere assicurato solo dal giornalista, dall’intervistatore. La testata – prima ancora che il contraddittorio – deve costruire la cornice. Solo in questo modo il telegiornale ma soprattutto i programmi di approfondimento informativo si qualificano come super partes rispetto ai temi che trattano”.
I vari telegiornali privati sono tutti sullo stesso piano, tutti ugualmente responsabili
“La posizione di Mediaset è meno seria. La visibilità di Forza Italia si giustifica, almeno in parte, con lo spazio che due esponenti del partito come il sindaco di Genova Bucci e il governatore ligure Toti hanno ricevuto in coincidenza con la tragedia del Ponte Morandi”.
La7 e SkyTg24?
“Registriamo un tempo di parola ai soli soggetti istituzionali pari ad oltre il 60%. Un tempo così sproporzionato, nell’arco di 6 mesi, riduce inevitabilmente la possibilità di un equilibrio e stressa qualunque idea di pluralismo. Con buona pace delle preoccupazioni del presidente della Repubblica Mattarella, in materia di equilibrio dell’informazione”
La legge sulla par condicio, che voi applicate, è al passo con i tempi?
“Parliamo di norme del 2000. Naturale che segnino il passo. Basti pensare che, in quell’era, non esistevano la Rete e i social come oggi noi li conosciamo. E le televisioni stanno pagando un prezzo alto a Internet. I politici privilegiano il web e i social per raggiungere direttamente gli elettori e condividerne il linguaggio. Così le redazioni sono indotte a dare conto della diretta Facebook di questo o quel leader senza avere poi gli strumenti per puntualizzare o controbattere. Ne consegue un deficit di comunicazione politica equilibrata che noi denunciamo”.
Quindi la legge andrebbe cambiata?
“Non spetta a noi farlo, semmai al Parlamento. Noi possiamo solo segnalare un problema a Camera e Senato. Nell’attesa, ovviamente, applichiamo rigorosamente le regole in vigore”.
I telegiornali rischiano qualcosa. Che cosa dovranno fare dopo il vostro richiamo?
“Non sono previste sanzioni. Quantomeno la multa non è il primo strumento di dissuasione. Noi chiediamo alle testate – che hanno direttori esperti e redattori mediamente scrupolosi -. di ristabilire le regole del gioco. Chiediamo imparzialità , equilibrio, parità di trattamento. Chiediamo che il contraddittorio diventi il protocollo abituale e certo di relazione tra politica e giornalista. Questo vale per la Rai, come per le reti private. Senza distinzione di responsabilità “.
E vale anche in una fase non elettorale?
“L’imparzialità deve valere sempre. Ora che le elezioni europee sono alle viste, il vincolo deve essere ancora più stringente”.
(da agenzie)
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