AGGRESSIONE RAZZISTA A TORINO: “STO TELEFONANDO, SPEGNI QUELLA MUSICA, NEGRA”
MOLTI CITTADINI SONO INTERVENUTI IN DIFESA DELLA VENDITRICE AMBULANTE… ONDATA DI SOLIDARIETA’
“Questa è l’Italia! Sono italiano e non posso parlare con mia moglie al telefono perchè una negra fa casino a un metro! Ti rendi conto?”.
È una delle frasi che sarebbero volate ieri pomeriggio in via Lagrange nei confronti di una venditrice ambulante della Costa d’Avorio, colpevole di avere la musica troppo alta nel cuore dello shopping natalizio, e che è stata difesa dai passanti che le si sono avvicinati per darle conforto.
A raccontarlo un testimone che ha affidato lo sfogo ai social spiegando di aver assistito all’episodio in cui però la solidarietà ha avuto la meglio.
Sceglie di ripercorrere ogni momento partendo da quando il “tizio”, nelle vicinanze di Porta Nuova, nel tardo pomeriggio di ieri “sta urlando contro una “negra”, perchè rea di avergli disturbato la conversazione al cellulare con la moglie con la sua musica di strada.
La donna, originaria della Costa d’Avorio è lì quasi ogni giorno, una presenza fissa, suona una piccola batteria per guadagnare qualche euro: “Viene qui spesso, di solito arriva in serata e cerca di vendere qualcosa”, spiega un commesso di un negozio.
Ma ieri sera, tra i passanti non ha trovato solo chi si è fermato ad ascoltare, magari dandole qualche monetina.
Così la situazione è degenerata tanto che è lo stesso ragazzo, dopo che l’uomo continuava a inveire, ad avvicinarsi vedendola impaurita. “Non ho neanche la tentazione di passare e andarmene; mi fermo, mi avvicino alla signora mettendomi fra lei e l’agitatore e dò le spalle a lui, ignorandolo. Non ho un piano preciso – aggiunge – Più di tutto, però, temo che lei si ritrovi da sola, nell’indifferenza generale, e non ho alcuna intenzione di far sì che questo capiti. Non so neanche bene cosa dirle, così le dico semplicemente che mi dispiace, ed è vero”. §
Ma non è il solo che capisce il momento: tanti iniziano ad avvicinarsi in segno di solidarietà alla donna, prima una coppia anziana, due giovani e poi un altro ancora. “La donna aggredita adesso si ritrova vicino al muro, protetta da un semicerchio di umanità eterogenea che forma la linea di difesa più improbabile della storia, e però hai l’impressione che adesso sia incredibilmente solida. E mi accorgo di un’altra cosa: nessuno presta orecchio ai proclami dell’agitato, in cui l’aggettivo “italiano” ricorre spessissimo, nessuno gli dà ragione”.
Non è bastato però a fingere che non sia successo, la ragazza “scaglia a terra i cd che vendeva” e crolla spaventata, mentre racconta quanto ha passato nella sua vita: “Siamo tutti in silenzio e con la testa china mentre, un po’ in francese e un po’ in italiano, lei inizia sfogarsi, urla che non voleva nascere negra, dà voce ad una storia terribile in cui parla della sua solitudine, della Costa d’Avorio, di colonialisti , del soldato francese che le è entrato in casa e ha ucciso tutta la sua famiglia. Non c’è niente da dire, per noi più che frasi sono lapidi”.
Due settimane fa la donna era stata protagonista di un altro screzio, questa volta per essere comparsa in una foto. Un uomo l’aveva invitata ripetutamente a spostarsi per immortalare la via illuminata a festa ma la cosa fini lì.
(da “La Repubblica”)
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