AL GRIDO DI “LIBERIAMO IL VENETO DALLA LEGA” SCENDONO IN CAMPO I FEDELISSIMI DI GALAN
SCOPPIA IN VENETO LA PROTESTA NEL PDL PER L’INTERESSE DEL PREMIER A REGALARE IL VENETO A BOSSI….NASCE IL SITO “GALAN PRESIDENTE” CHE IN POCHE ORE RACCOGLIE 400 ADESIONI DI POLITICI E AMMINISTRATORI LOCALI…. LE LEGA FA GIOCHI ROMANI, I VENETI VOGLIONO DECIDERE DA SOLI
Comunque vada a finire, la decisione di Silvio Berlusconi di regalare la candidatura di presidente del Veneto a un uomo della Lega, in occasione delle prossime elezioni regionali, determinerà una profonda spaccatura nel Pdl.
Mentre Fini ha chiesto una ulteriore riflessione, evidenziando che si rischia di spaccare il partito nel caso che Galan decidesse di correre da solo, Bossi continua a dare il Veneto come acquisito e Cota diventa quasi umoristico quando sostiene che “Bossi non sbaglia mai” ( forse non si ricorda quando la Lega scese al 4% di consensi).
Che Berlusconi abbia bisogno di un alleato fedele in Parlamento, a causa delle sue note vicende giudiziarie, è cosa risaputa.
Ma si scontra contro il malessere sempre più diffuso della base e della dirigenza veneta del Pdl che non sopporta imposizioni romane.
Anche alla luce di due elementi. In primo luogo il Pdl alle ultime europee si è confermato il primo partito in Veneto, nonostante Bossi avesse annunciato il famoso “sorpasso” che non c’è stato.
Quindi non si capisce perchè si dovrebbe cambiare governatore, visto che i veneti paiono soddisfatti di quello uscente.
In secondo luogo Galan non intende cedere ai giochi romani e non accetta un posto da ministro come compensazione al suo sacrificio, quindi diventa poco ricattabile.
Non solo, forte dell’adesione di centinaia di amministratori locali e di una eventuale disponibilità di Casini a una lista autonoma e senza simboli nazionali, rilancia la possibilità di presentarsi lo stesso, in alternativa all’intesa nazionale Pdl-Lega.
A seconda delle personalità che riuscirebbe a coinvolgere in lista, è evidente che può sottrarre voti a quel 29% che attualmente vota Pdl.
E la Lega, che parte dal 28%, avrebbe grosse difficoltà a raggiungere la somma dei due partiti. Non ne uscirebbe bene nessuno in pratica.
I fedelissimi del governatore uscente sono usciti allo scoperto e al grido di “Liberiamo il Veneto dalla Lega” stanno preparando una lista “Galan Presidente”, simbolo tondo in campo azzurro con banda tricolore.
Una sorta di Pdl veneto, federato a quello nazionale, ma dotato di larga autonomia, sul modello bavarese.
Liste fatte in Veneto, candidati scelti localmente e “ministri che non diventino di colpo centralisti appena arrivano a Roma”.
I suoi sostenitori sono convinti che Galan possa farcela anche da solo e ricordano che “ci sono cento Comuni nella regione, da Vittorio Veneto a Bassano, da Cison a Ponte di Piave, dove si sono presentate con successo delle liste civiche anche senza o contro la Lega”.
L’operazione prevede l’allargamento all’Udc e all’area moderata della Margherita, in funzione anti-Lega.
Sul sito “Galan Presidente” in poche ore ci sono già 400 firme di amministratori locali del Pdl.
Tra questi il presidente del Friuli, Renzo Tondo, la sottosegretaria Casellati, gli eurodeputati Sartori, Cancian, Berlato, i parlamentari Gava, Destro, Ascierto, Milanato, il vicepresidente del consiglio regionale, 7 assessori, 9 consiglieri, vari sindaci e presidenti di Provincia.
C’è pure un sondaggio che chiede “se il Pdl candida un esponente della Lega, lo voterai lo stesso o non lo voterai mai?”.
Ben l’83,2% ha risposto che non lo voterà mai.
La soluzione più intelligente forse sarebbe quella di correre con un candidato della Lega e uno del Pdl, chi prende più voti governa.
Proposta che Galan che fa sua.
Indovinate chi non accetta il confronto: i leghisti divenuti romanocentrici.
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