AL PDL E’ MANCATO UN VOTO CATTOLICO SU QUATTRO
DA UNA ANALISI DEL VOTO DEL CESNUR, EMERGE CHE ALLA BASE DEL DIVORZIO COL PDL STANNO I COMPORTAMENTI DEL PREMIER, LE SCELTE SU FAMIGLIA E IMMIGRAZIONE, LE SVOLTE LAICISTE DI FINI.…… IL 25% DEI CREDENTI DEL PDL SI SONO ORIENTATI VERSO L’ASTENSIONE, L’UDC E LA LEGA
L’analisi del voto cattolico emerge da una ricerca condotta dal Cesnur, il Centro Studi sulle Nuove religioni di Torino, diretto da Massimo Introvigne, che ha presentato i risultati della ricerca da Salt Lake City, nell’Utah, dove si è aperto il congresso annuale del Centro Studi.
In particolare, dalla ricerca risulta che il 75,4% dei cattolici praticanti ha confermato la scelta del Pdl, mentre il 24,6% non l’ha fatto.
Fra gli elettori cattolici che hanno abbandonato il Pdl, il 53,3% si è astenuto, il 21,6% ha votato Udc, il 20,1% la Lega, mentre pochi si sono spostati verso il centrosinistra ( 1,9% al Pd e l’1,5% all’Idv).
Tra i motivi della disaffezione verso il Pdl, il caso Noemi non è ininfluente, ma non è al primo posto.
Su 100 elettori cattolici che non hanno riconfermato il voto a Berlusconi, il 12,5% cita i comportamenti personali del premier e il 10,4% vicende locali ( principalmente in Sicilia), ma le cause più indicate sono le preoccupazioni di fronte a dichiarazioni su Chiesa, vita e famiglia, con riferimento specifico a Gianfranco Fini, causa di disaffezione per il 23,9% degli intervistati, seguita dalla percezione di un insufficiente impegno del governo per le famiglie in difficoltà a causa della crisi economica ( 22,8%).
Giocano anche una generale stanchezza verso la politica e le istituzioni europee (20,1%) e la vicenda Kakà (3,2%), mentre un altro 3,9% dei fedeli praticanti che hanno lasciato il Pdl lo ha fatto perchè non è d’accordo con la politica sull’immigrazione.
Non siamo certo davanti ad un’emorragia, commenta Introvigne, dal momento che 3 cattolici su 4 hanno confermato fiducia al Pdl, ma a scricchiolii significativi.
Che l’elettorato cattolico sia irritato dalle prese di posizione del Presidente della Camera si era peraltro percepito durante la campagna elettorale: si diffondeva nelle diocesi e nelle parrocchie il tam tam a non votare i candidati identificati come finiani.
Il mondo cattolico, a partire dalle gerarchie ecclesiastiche, considera ovviamente centrali i temi bioetici, della difesa della vita e della famiglia e questo indubbiamente pesa sulle scelte elettorali. Ma è altrettanto forte la preoccupazione per la crisi economica che penalizza le fasce più deboli della popolazione e su cui è sensazione diffusa il Governo abbia fatto poco o nulla.
E’ di pochi giorni fa il richiamo del segretario della Cei, monsignor Crociata, sul fatto che “non poche famiglie sono entrate in fase critica sul fronte degli affitti, dei mutui e dei debiti comunque contratti”, auspicando “un’azione solidale che dia sostegno alla speranza”.
Pena il rischio di una “vera e propria involuzione antropologica ed etica”.
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