“ALASSIO E’ SPORCA E PUZZA”: E RESTITUISCE LE CHIAVI DELLA CITTA’
MA PER LA GIUNTA DI CENTRODESTRA I PROBLEMI SONO IMMIGRATI E PENDOLARI DELLE SPIAGGE LIBERE
Lo scorso 30 gennaio ha ricevuto dall’amministrazione comunale le chiavi della città per l’opera di diffusione del ricordo dello sterminio degli ebrei, al quale sopravvisse grazie a una rocambolesca fuga verso l’Italia.
Oggi, Nina Otroshdenova, 91enne di origini russe e residente ad Alassio, quelle chiavi non le vuole più perchè «a queste non corrisponde il rispetto nè la sincerità ».
Parole che pronuncia con rabbia mentre, dal suo terrazzo, guarda sconsolata un panorama fatto di bidoni della spazzatura maleodoranti che sono diventati vicini di casa piuttosto scomodi.
«Tra puzza, mosche e topi, qui non si possono quasi aprire le finestre» precisa, mentre la nipote Valentina Zancarli cerca di consolarla come può.
L’abitazione “circondata” dai bidoni si trova al civico 165 di via Neghelli e affaccia sul deposito comunale di via Solferino dove, dai primi di giugno, in concomitanza con l’inizio del nuovo servizio di raccolta porta a porta, sono stati portati gran parte dei bidoni della spazzatura ormai dismessi con conseguenti effetti collaterali per chi abita in zona.
«I cassonetti sono sporchi e puzzano, per la gioia di insetti e topi — precisa la nipote Valentina — Mia nonna che, oltretutto, non può muoversi da casa a causa di un’ischemia, non può quasi uscire sul terrazzo: non è dignitoso vivere così. Cosa dovrebbe fare con questo caldo? Tapparsi dentro l’appartamento?».
Sarebbero numerosi gli appelli rivolti al Comune per trovare una soluzione, ma nulla sarebbe stato fatto: i cassonetti sono parcheggiati lì in attesa di essere smaltiti.
«Mi dicono sempre che la soluzione arriverà a giorni, ma quel giorno non arriva mai — continua Valentina — Ci sentiamo prese in giro. Proprio in queste ore ho contattato per l’ennesima volta gli uffici comunali, ma mi è stato detto che deve essere individuata la ditta per lo smaltimento dei bidoni e che ci vuole un po’ di tempo. Nel frattempo mia nonna deve restare segregata in casa sua?».
La cerimonia per la consegna delle chiavi della città sembra lontana: «Vogliamo restituirle, visto che a questo premio non corrisponde alcuna forma di rispetto».
(da “La Repubblica”)
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