ALEMANNO CHIESE I VOTI A BUZZI CHE CHIAMO’ LA ‘NDRANGHETA: LA CANDIDATURA AL SUD PER FRATELLI D’ITALIA ALLE EUROPEE
L’APPOGGIO DELLA COSCA MANCUSO DI LIMBADI
Per le elezioni al Parlamento europeo del maggio 2014, Gianni Alemanno chiese l’appoggio a Salvatore Buzzi.
Quest’ultimo si sarebbe mosso per ottenere il sostegno alla candidatura anche con gli uomini della cosca ‘ndranghetista dei Mancuso di Limbadi.
È quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Roma Flavia Costantini su richiesta del procuratore aggiunto Michele Prestipino e dei pm Giuseppe Cascini, Paolo Ielo e Luca Tescaroli, che ha portato in carcere 44 persone, arrestate nell’ambito della seconda tranche dell’inchiesta Mondo di mezzo, che ha svelato il volto di Mafia capitale, l’organizzazione mafiosa cresciuta attorno all’ex Nar Massimo Carminati.
Si legge nell’ordinanza: “Un ulteriore tassello idoneo a corroborare il rapporto di reciproco riconoscimento e di ‘interscambio’ tra le due organizzazioni criminali (Mafia capitale e ‘Ndrangheta, ndr) è costituito dai riscontri intercettivi effettuati in occasione delle elezioni del Parlamento europeo 2014, che hanno visto il politico Giovanni Alemanno (risultato essere vicino a esponenti del sodalizio di Mafia Capitale) candidato nella lista Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, nella circoscrizione Sud”.
Secondo il gip, “a fronte di una richiesta di sostegno da parte di Alemanno, sin dalla fine del mese di marzo 2014, in vista delle elezioni europee del 25 maggio 2014, Salvatore Buzzi aveva espressamente richiesto, per il tramite di Giovanni Campennì, appoggio all’organizzazione criminale calabrese (di cui quest’ultimo è ritenuto espressione), per procurare i necessari consensi in occasione della campagna elettorale dell’ex sindaco di Roma”.
Buzzi, in una conversazione con Massimo Carminati intercettata il 21 marzo del 2014, riferiva l’esito di un incontro avuto poco prima con Alemanno presso gli uffici della Commissione Commercio a Roma.
“Buzzi – scrive il gip – riferiva del sostegno richiesto in quell’occasione dall’ex primo cittadino (“no, no era pè la campagna elettorale … una sottoscrizione e poi se candida al sud”) e rappresentava al sodale come avesse individuato Campennì, indicato con il solo nome di battesimo, quale strumento idoneo per assecondare tale richiesta (“.. da Giovanni … gli famo fa ..”).
Buzzi, il giorno seguente contattava “Giovanni Campennì, al fine di interessarlo per “da ‘na mano a Alemanno … in campagna elettorale …”.
Il tentativo “di Buzzi di mascherare, in maniera evidentemente strumentale con l’interlocutore (“sto numero è intercettato … però so telefonate legali ..”), l’illecita richiesta pervenutagli, facendola passare come innocua e legittima istanza volta ad ampliare il consenso elettorale (“basta che non sia voto di scambio …. tutto è legale … uno pò votà gli amici???!!!”), nell’ambito di una circoscrizione elettorale particolarmente ampia (“… mica può venire li!!! Scusa … no perchè la circoscrizione è grandissima …. è Abruzzo …. Campania …. la Calabria …. Puglia …. Basilicata ….. come cazzo fa? … èèè ….”), veniva perfettamente compreso da Campennì, il quale, avendo evidentemente ben inteso il vero senso della richiesta (“ah ste chiamate so legali??? …”), aderiva prontamente alla richiesta, non potendo evitare, tuttavia, di sottolineare la propria capacità di poter attingere a un ampio bacino di consensi pilotabili, facendo ricorso a una metafora particolarmente espressiva (“va bene …. allora …. è qua la famiglia è grande … un voto gli si dà “)”.
(da “Huffingtonpost”)
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