ALFIO ARRUOLA I GIOVANI BERLUSCONES
I GIOVANI DI AZZURRA LIBERTA’ IN PRIMA FILA DA MARCHINI.. IN PLATEA ANCHE MICHELE PLACIDO E MANUELA DI CENTA
Le prime tre file sulla destra sono occupate da 50 ragazzi in gilet, giacca e cravatta. Sono i giovani di Azzurra Libertà , il movimento di Forza Italia nato per sostenere Silvio Berlusconi.
La convention però non è quella in favore di Guido Bertolaso bensì la manifestazione per lanciare la campagna elettorale di Alfio Marchini, che per la seconda volta prova a diventare primo cittadino della Capitale.
“Sono candidato nella lista di Marchini nel quinto municipio di Roma e sono di Azzurra libertà “, dice Niccolo Maggisano, poco più di vent’anni.
Per lui nessuna contraddizione in termini. “La scissione del movimento giovanile da Forza Italia è stata ufficializzata una decina di giorni fa con una nota dei fratelli Zappacosta – spiega Maggisano senza tentennare neanche un istante – e adesso sosteniamo Marchini perchè è l’unica persona che ci ispira fiducia”.
È anche questo il “popolo di Alfio”. È un popolo trasversale.
Il più giovane ha vent’anni ed è di destra e la più anziana supera gli ottanta e giura che a destra non ha mai votato.
Spiccano i fittiani, capitanati da Luciano Ciocchetti e dalla senatrice Anna Cinzia Bonfrisco, e ci sono tanti esponenti di Ncd come Andrea Augello e Roberta Angelilli. Presente anche Gaetano Quagliariello.
Nel mezzo di questo spaccato politico-romano, in prima fila c’è Michele Placido: “Intendiamoci – dice l’attore – sono venuto qui a vedere Marchini e per capire a chi indirizzare il mio voto e credo che lo darò a lui. Io ho sempre votato a sinistra, ho anche aiutato la Giunta Veltroni, ma negli ultimi anni sono rimasto deluso. Da destra a sinistra sono tutti coinvolti in Mafia Capitale e questo Pd non mi piace affatto. Le primarie di domani? Finte come quelle del centrodestra”.
In platea c’è anche la campionessa di sci di fondo Manuela Di Centa, adesso dirigente sportiva, con un passato da deputata di Forza Italia nelle ultime due legislature. “Sono questi i campioni che ci piacciono”, dice Marchini salutando lei e il maestro Michele Placido. Sul palco sale anche Ugo Marchetti, generale della Guardia di Finanza, oggi magistrato della Corte dei Conti: “Daremo a questa città – dice – la dimensione che merita”. Ci sono anche due costruttori molto importanti a Roma, i fratelli Pierluigi e Claudio Toti.
In sala ci sono più di 2000 persone, o “grandi cuori”, come li chiama Alessandro Adornato, ex consigliere capitolino della lista Marchini che ha avuto il compito di illustrare parte del programma: cento cose concrete da fare subito divise in dieci punti. Un esempio? “Chiudere i campi rom non autorizzati e far pagare il biglietto sull’autobus facendo entrare i passeggeri solo dal lato destro del mezzo dove c’è il conducente. La città deve tornare ad essere pulita, funzionale e sostenibile. Roma diventerà di nuovo un centro economico per il Paese”, assicura prima di passare la parola a Marchini, il quale esordisce dicendo: “Non sono un one man show. Non si danno pace perchè noi siamo ancora qua. Il mio progetto di vita è amare Roma. Questi partiti da destra a sinistra hanno tradito il popolo, le periferie. È da qui che bisogna partire”. Gli attacchi vengono riservati in particolare a Guido Bertolaso: “Fa tenerezza, si fa fare la garetta da papà Silvio. Venga in mezzo alla gente a confrontarsi, al posto di fare le primarie contro se stesso e perdere comunque”.
Nemico però è anche il Movimento 5 Stelle: “Sono in una riunione di condominio permanente”.
L’obiettivo è – spiega chi è in contatto costante con Marchini per organizzare la campagna elettorale – intercettare il voto di protesta. I sondaggi che circolano nel quartier generale danno il candidato sindaco anche tra il 12-14% ma nessuno vuole sbilanciarsi più di tanto e tutti si chiudono in un “ancora è presto, tre mesi sono lunghi e non sappiamo ancora chi saranno i nostri competitor. Comunque siamo in crescita”. Di certo, fa notare più di qualcuno in sala, tra cui Ciocchetti, “le divisioni del centrodestra non aiutano”.
(da “Huffingtonpost”)
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