ALITALIA, IL SOCIO FANTASMA E I SOLDI CHE NON CI SONO
DI MAIO PARLA A RUOTA LIBERA MA NON DICE CHE I SOLDI NON CI SONO (SALVO TROVARLI NELLE TASCHE DEGLI ITALIANI)
Luigi Di Maio ieri è tornato a parlare della sua presunta soluzione per Alitalia, dopo il prolungamento dell’agonia e del prestito che ha fatto guadagnare tempo, ma non altro, al dossier.
Secondo il vicepremier ci sono due compagnie straniere, easyJet e Delta, disposte a indicare la rotta del rilancio al socio Ferrovie dello Stato .
E poi aerei nuovi di zecca, comperati o noleggiati da Boeing grazie a Cassa Depositi e Prestiti come garante.
Infine, una quota di partecipazione di poco inferiore al 15% per il MEF nella veste di controllore del consorzio che dovrebbe mettere insieme tutte queste aziende.
In tutto quello che ha raccontato Di Maio manca soltanto un dettaglio: ma i soldi chi ce li mette?
Quella di qualche giorno fa è infatti la terza proroga del prestito concesso la prima volta il 2 maggio 2017, quando Alitalia fu commissariata.
La somma iniziale del “prestito ponte” era di 600 milioni e avrebbe dovuto essere restituita dopo sei mesi, ma il governo Gentiloni incrementò il prestito a 900 milioni e allungò la scadenza.
Con la seconda proroga, lo scorso aprile, la scadenza del rimborso è stata fissata al 15 dicembre prossimo.
Alitalia non ha i soldi per rimborsare il prestito (a fine settembre in cassa c’erano 606 milioni, esclusi i depositi in garanzia) e la procedura di cessione è ancora lontana dalla conclusione.
Compresi gli interessi del 10% annuo circa, la somma che la società deve restituire è salita a un miliardo.
Tra due settimane, poi, verranno a mancare all’appello i soldi che alimentano il fondo di solidarietà che paga le crisi del comparto aereo. In tutto ciò nessuno ha detto da dove verranno i soldi per l’ennesimo rilancio.
Non è che verranno per l’ennesima volta dalle tasche dei contribuenti italiani?
(da “NextQuotidiano“)
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