ALLA RICERCA DEL POSTO PERDUTO: MENIA ON THE ROAD IN ATTESA DI UN PASSAGGIO
LA MELONI NON LO CARICA SULLA MINI, ALEMANNO ASPETTA LA LIQUIDAZIONE DA SILVIO… PASSERA’ IL TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO?
Roberto Menia, plenipotenziario di Fli, intervistato da IntelligoNews, è stufo di vedere bollata come “Cosa nera” la destra che, insieme ad altri esponenti della vecchia Alleanza nazionale, sta cercando di ricostruire.
Ma attenzione: «Nessuno deve, prima ancora di iniziare questo nuovo percorso, innalzarsi a “giusto” o a nucleo fondante».
Roberto Menia, cos’è questa “cosa nera”?
«Basta con queste brutte etichette, la stanno facendo nascere nel peggiore dei modi».
La “cosa tricolore” sarebbe meglio?
«Non mi piacciono a prescindere le banalizzazioni giornalistiche. Qui si tratta di capire qual è il percorso da compiere».
Qual è?
«Iniziare prendendo coscienza che in Italia serve una destra politica. Ma è giusto anche che le “anime che l’hanno animata” si rimettano insieme».
Con i “soliti” Colonnelli?
«Dovrà essere innovativa, rivoluzionaria e al passo con le richieste dei cittadini. Dobbiamo ricostruire quel che si è “rotto, vogliamo una nuova primavera per la destra italiana. Chi fino ad oggi ha avuto ruoli decisivi all’interno delle istituzioni dovrebbe mettersi a disposizione per “formare” la nuova classe dirigente».
Siete d’accordo nel ripartire dal nucleo di Fratelli d’Italia?
«Credo sia sbagliato partire, come sta facendo Giorgia Meloni, dal presupposto di essere l’unico ad aver ragione. L’importante, torno a ripetere, è che tutte le diverse anime si rimettano insieme. La leadership si dovrà trovare, ma in un secondo momento, dopo aver messo a punto il progetto».
Come mai Fli non era a Milano lo scorso venerdì?
«Perchè non andiamo dove non ci invitano».
Rapporti tesi con Fratelli d’Italia?
«Non si tratta di rapporti tesi. E’ solo che non credo in questo momento ci sia qualcuno legittimato a dare “patenti”. La Meloni ha fatto un percorso obiettivamente importante, ma lei votò in Aula a sostegno della tesi di Ruby nipote di Mubarak… qualcuno forse l’ha dimenticato».
Però sarete a Lecce dalla Poli Bortone il 28 e 29 giugno.
«E non solo: domani sarò a Frosinone, il prossimo mercoledì a Roma con la Fondazione Almirante e anche a Lecce. A parlare, appunto, di questo progetto che tutti insieme dobbiamo ricostruire; senza giudicare gli altri e senza presunzioni».
Quali sono le differenze tra l’iniziativa della Meloni e quelle alle quali parteciperà nei prossimi giorni?
«Non partirei dalle differenze, parlerei al contrario delle diverse realtà che si stanno incontrando per rimettersi insieme. Ci siamo “venduti” qualche anno fa quando An entrò nel Pdl, ora rimbocchiamoci le maniche e rimettiamoci insieme».
Tra qualche ora ci sarà un incontro al vertice Alemanno-Berlusconi: resa dei conti finale tra il Cavaliere e gli ex An?
«Alemanno in questo periodo è stato lasciato da solo, fossi in lui chiederei a Berlusconi le motivazioni di questo isolamento. Ma gli chiederei anche qualcosa in merito alla possibilità di rifare Forza Italia e mi farei due conti…».
Se il Cavaliere confermasse questa intenzione?
«Sarebbe logico pensare a una nuova Alleanza nazionale».
Stesso brand?
«Con lo stesso spirito: le riproposizioni non servono».
Alemanno, più della Meloni, sarebbe in grado di assumerne la leadership?
«Non voglio dare i voti a nessuno. Alemanno sarebbe una risorsa per la destra, ma non vorrei che questo bisogno di destra si traducesse in un nuovo movimento personalistico. Abbiamo già “dato” sciogliendoci nel partito imperiale di Berlusconi…».
Francesca Siciliano
(da “IntelligoNews“)
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