ALTRO PASTICCIO DI RENZI: “SGRAVI IRAP PER SOCIETA’ SENZA DIPENDENTI A RISCHIO INFRAZIONE UE”
I TECNICI DELLA CAMERA AVVISANO: “IL BENEFICIO E’ LIMITATO A SPECIFICHE CATEGORIE DI CONTRIBUENTI”.. E IL FONDO DA CUI ATTINGERE 310 DEI 535 MILIONI DA VERSARE ALLE POSTE E’ VUOTO
Il credito d’imposta Irap per i lavoratori autonomi senza dipendenti e il versamento di 535 milioni di euro a Poste italiane da parte dello Stato finiscono nel mirino del servizio Bilancio della Camera, che ha esaminato il testo del maxiemendamento del governo sostitutivo della legge di Stabilità rilevando più di un problema.
Innanzitutto, scrivono i tecnici, la concessione di un credito del 10% sull’Irap ad artigiani, autonomi e in generale società senza dipendenti, per compensarli dell’aumento retroattivo dell’aliquota che in precedenza era stata “limata”, potrebbe costare all’Italia l’apertura di una procedura d’infrazione da parte di Bruxelles. “Andrebbe acquisita la valutazione del governo circa la compatibilità con la normativa europea”, si legge nel documento, “al fine di evitare eventuali procedure di infrazione, tenuto conto che il beneficio è limitato a specifiche categorie di contribuenti”.
Il bonus, inoltre, potrebbe ”determinare effetti connessi a possibili comportamenti elusivi (lavoro sommerso) adottati al fine di fruire” del credito d’imposta.
Quanto al credito vantato da Poste sulla base di una sentenza del Tribunale dell’Unione europea, c’è un grosso problema di coperture.
Nel “Fondo per assicurare la liquidità dei pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili”, da cui il governo contava di attingere 310 dei 535 milioni di euro necessari, ci sono infatti solo 22 milioni.
Inoltre, sottolineano i tecnici, appare “opportuno” che il governo confermi che, ”trattandosi di somme destinate all’estinzione dei debiti dei Ministeri, il loro utilizzo per finalità difformi da quelle originariamente previste non possa determinare l’insorgere di ulteriori debiti futuri”.
Nel frattempo la manovra, su cui il Senato ha votato la fiducia venerdì notte, è tornata in commissione Bilancio alla Camera, dove sono stati presentati 130 emendamenti 50 dei quali sono stati però dichiarati inammissibili dal presidente Francesco Boccia.
Si tratta di proposte di modifca arrivate da M5s, Fi e Sel.
Al termine dell’esame delle 80 proposte restanti (improbabile che passino perchè costringerebbero il parlamento ad una quarta lettura) la manovra è attesa in aula alla Camera dove inizierà la discussione generale.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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