ANCHE RAZZI SI CANDIDA A SINDACO DI ROMA: ORA LA FARSA E’ AL COMPLETO
IL SUO ORIGINALE PROGRAMMA: “PULIRE, RINOVARE E CHIUDERE LE BUCHE”
Abruzzese di nascita e candidato a sindaco di Roma. Ex operaio immigrato in svizzera, entrato in Parlamento nel 2006 con l’Italia dei Valori, oggi è Senatore della Repubblica con Forza Italia.
Segni particolari: in Corea del Nord è un mito, Kim Jong-un lo stima e lui ha visitato più voltr più volte quel paese facendosi “ambasciatore” nei momenti di maggiore tensione tra la Corea del Nord e l’Occidente.
Chi è? Si chiama Antonio Razzi – chi non lo conosce! – e ieri ha annunciato la sua discesa in campo nella corsa elettorale per il nuovo sindaco di Roma.
Senatore, glielo chiedo alla Antonio Di Pietro: ma che c’azzecca lei nella sfida per diventare sindaco di Roma?
«Guardi, c’azzecco eccome. E posso dare un contributo importante. Io ritengo che la città sua degradata e per me che vengo dalla Svizzera ogni volta che vedo qualcosa che non va mi viene l’orticaria: ma perchè – mi ci arrabbio – non la facciamo come la Svizzera questa bellissima Roma. Senza la mondezza per le strade, con le buche tappate e i trasporti che funzionano. Qui c’è da cambiare del tutto l’andazzo dell’amministrazione».
Il programma del Razzi sindaco?
«Anzitutto bisogna far sparire la munnezza, va tolta. Non è possibile che nelle strade della città più bella del mondo ci sia questa sporcizia. Non funziona. Tra l’altro, se si riuscisse a fare un buon servizio sui rifiuti si potrebbero anche abbassare le tasse comunali, a cominciare da quelle sulla spazzatura, che sono troppo alte per i cittadini. Vede Lenzi, io non mi capacito».
Di cosa senatore?
«Non è possibile che uno non possa guardare le bellezze di Roma e debba guardare per terra mentre cammina, per non cadere dentro una buca, rischiando di farsi male. Io quando passeggio per strada a Roma guardo sempre il selciato» .
Ha già pronto il Razzi slogan per le elezioni?
«Roma deve tornare. Deve tornare la Capitale del mondo. Sulla cultura e anche sui servizi. Molti turisti, io parlo bene tedesco e girando per la città mi capita di incontrarne, sento che imprecano sulle cose che non vanno in questa nostra città ».
Ma perchè i romani dovrebbero mettere una croce su Razzi sindaco?
«Anzitutto le dico che a Roma ci sono quasi 500mila abruzzesi residenti, e quando incontro qualcuno di loro per strada, che mi riconosce, mi sento dire: ‘Ma perchè a Roma non ti candidi tu paisà ?’. Io questa Roma la farò funzionare perchè vengo da una mentalità diversa, la mentalità del lavoro visto che sono 52 anni che lavoro».
Adesso le chiedo di essere un po’ cattivo. Diamo i voti ai suoi sfidanti. Giorgia Meloni?
«La Meloni? È una amica, abbiamo fatto pure varie iniziative insieme. Ma non mi va che una volta dica che no, perchè è incinta, e un’altra cambi idea e dica si. Non mi va che vogliono far fare una brutta figura al presidente Silvio Berlusconi. Non è giusto».
Di Guido Bertolaso cosa pensa?
«Bertolaso l’ho apprezzato dopo il terremoto de L’Aquila, per il lavoro che ha fatto. E’ un tecnico. Ma ora per lui con Razzi in campo sono cazzi. Lo dico con ironia».
Perchè sottolinea l’ironia?
«Perchè non facessero loro ironie alla Maurizio Crozza, che mi imita su La7, ma si confrontassero con me. Io in Svizzera ho amministrato la Federazione degli abruzzesi, oltre 27mila iscritti. Perchè per governare una città , e guidare delle persone, ci vuole “la coccia”, la testa come si dice in dialetto abruzzese».
Il candidato del Pd, Roberto Giachetti?
«Giachetti, te lo dico da amico: come sindaco non ti ci vedo. Io conosco anche Roberto, ma per fare il sindaco di Roma servono le palle quadrate. Io mi sono candidato e non ho paura di niente».
L’imprenditore Alfio Marchini?
«Ma guarda, è romano, dovrebbe conoscere la città . Ma Roma è Roma, e lui non è che sia onnipotente. Insomma, Non vedo neppure lui».
Della candidato 5 Stelle, Virginia Raggi, cosa mi dice?
«Che è una bella donna. Ma Roma ha un sacco di problemi e c’è da faticare, da rimboccarsi le maniche. No».
Andiamo a destra: Francesco Storace?
«Ha una buona parlantina ma non bastano le parole».
Al nord: Flavio Tosi, sindaco di Verona?
«Tosi, lascia che te lo dica: Roma non è Verona. A Verona, c’è l’Arena e ci sono Giulietta e Romeo, a Roma c’è il Colosseo. Un’altra cosa».
A sentir lei, l’unico che va sembra lei medesimo. Ma Antonio Razzi da dove comincerebbe una volta eletto?
«Comincerei dal riqualificare e valorizzare tutte le opere d’arte. Bisogna intervenire. Dico grazie anche a Diego Della Valle, per il contributo al restauro del Colosseo, ma c’è da fare ancora molto. Tante meraviglie di Roma, vanno riqualificate. E ricodificate. Con una premessa. Per valorizzare, anzitutto via la munnezza, via le buche – i sanpietrini vanno controllati metro per metro e va fatta la manutenzione. E poi far funzionare i trasporti. Roma deve tornare e con Razzi tornerà ».
Massimiliano Lenzi
(da “il Tempo“)
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