AP SI DIVIDE: SI SEPARANO LE STRADE DI LORENZIN E LUPI
LA SOLUZIONE: AP RESTA CON IL PD, A LUPI IL SIMBOLO DI NCD
Il paradosso, dopo tante battaglie per la sacralità del matrimonio, è che si sono trovati a prendere atto che a sfasciarsi è stata proprio la loro di famiglia.
Perchè è vero che Tonino Gentile sceglie di nobilitare il tutto citando le “convergenze parallele” di Aldo Moro, e che alla parola scissione si preferisce più l’espressione “separazione consensuale”.
Parafrasi, questioni di forma, per dire quello che nella sostanza è innegabile: Alternativa popolare finisce qui.
Manca l’ufficialità , perchè si è deciso di aggiornarsi a domani per cercare di venirne fuori con un “documento unitario”.
Ma la Direzione convocata per questo pomeriggio all’hotel Flora di Roma ha già segnato un punto di non ritorno.
Nessuno alla fine, prova a mascherare le divergenze tra due anime che già da troppo tempo convivevano forzatamente: quella guidata da Beatrice Lorenzin, dallo stesso Angelino Alfano e da Fabrizio Cicchitto, che vuole proseguire l’esperienza con il Pd anche per le prossime Politiche.
E l’altra parte, quella guidata da Maurizio Lupi e dal fronte lombardo, che chiede di interrompere quella strada e strizza l’occhio al centrodestra.
“Abbiamo verificato il dissenso”, ammette Cicchitto. Ci stiamo dividendo sulla prospettiva delle nuove rotte”, dice Lupi.
E a poco serve stare lì ad addolcire la pillola ricordando che “siamo accomunati dall’orgoglio in questi anni di aver portato l’Italia in porto” e di aver fatto “un gesto di grande responsabilità “. Così come il tentativo di evitare un voto per non andare alla conta.
Perchè, nella sostanza, la questione è che le strade si separano.
“Personalmente — spiega Lupi – penso che oggi serva una proposta seria, moderata, liberale, alternativa al Pd” e “credo che a noi spetti questo, anche unendo altre forze. Si governa solo con il centro. L’Italia può essere salvata e governata solo con una forza di centro seria”.
Il dialogo è da tempo cominciato con la quarta gamba del centrodestra e l’annuncio potrebbe essere già dato nei prossimi giorni. Alfano si chiama fuori.
“Io la mia scelta di campo l’ho fatta, nel cosiddetto centrodestra non ci torno, non ci posso tornare”, ha detto spiegando di non condividere la strada scelta dal coordinatore del partito ma di rispettarla.
Lupi alla Direzione racconta anche di aver tentato in extremis di riunificare una forza di centro mettendo insieme tutti i vari petali per provare la corsa solitaria.
Ma, ammette, si è sentito dire no sia da Raffaele Fitto che da Flavio Tosi. “Gli unici a dire sì — racconta – sono stati Stefano Parisi e Giuseppe De Mita”.
Davvero un po’ poco.
Adesso, come in ogni separazione che si rispetti, bisogna decidere chi si prende cosa. L’ipotesi sul tavolo è che Ap, di proprietà di Alfano in quanto presidente, resti all’ala che andrà a costruire l’area di centro da alleare al Pd insieme a Casini, D’Alia e Galletti.
A Lupi & Co. dovrebbe restare invece il simbolo di Ncd. Una spartizione che consentirebbe a entrambe di presentarsi alle elezioni senza dover raccogliere le firme. Ma che il divorzio sarà così pacifico è tutto da vedere e, in questo senso, le prossime ore saranno decisive.
(da “Huffingtonpost“)
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