APPLAUSI A FINI AL TERMINE DEI FUNERALI DEI SOLDATI ITALIANI: “MANDALO A CASAâ€, “VIVA LA DEMOCRAZIA”
SI ALLARGA IL CONSENSO POPOLARE DEL PRESIDENTE DELLA CAMERA… SILVIO FURIOSO CON I SUOI “AVETE SBAGLIATO TUTTI I CONTI”: I FINIANI SONO PIU’ DEL DOPPIO DI QUELLI PREVISTI… FINI: “ALLA CAMERA SARA’ UN VIETNAM, NON PASSERA’ UNO SPILLO: LE LEGGI AD PERSONAM SE LE SCORDA”…BOSSI E TREMONTI SI DEFILANO
Mentre i berlusconiani festeggiavano, nella lussuosa cornice di Villa Aurelia, i cinquanta anni del ministro Rotondi, tra tartufi giganti, abiti da sera, capezzoli della Brambilla fuoriusciti dall’abito da sera nero, Gasparri che si strafogava di tartine, in una visione da “gli ultimi giorni di Pompei”, Gianfranco Fini, al termine della “giornata della sua vita” aveva voluto partecipare ai funerali dei nostri soldati uccisi in Afghanistan, ricevendo un “fuori programma” inatteso che denota il clima nel Paese reale.
Al termine della cerimonia funebre, mentre si stava dirigendo verso l’auto, è stato circondato da decine di persone: applausi fragorosi, urla di “bravo”, “viva la democrazia”, “mandalo a casa”, un muro umano di popolo che voleva fargli sentire la propria vicinanza.
“Futuro e Libertà ” ha appena iniziato i suoi primi passi e il consenso cresce, diventa sostegno degli italiani onesti e liberi, di uomini e donne che non sono in vendita perchè la dignità non ha prezzo.
Il premier era invece furioso coi suoi, cazziati La Russa, Matteoli, Gasparri e Alemanno che gli avevano giurato che Fini avrebbe raccolto al massimo 20 parlamentari: “Avete sbagliato i conti, mi avete nascosto la verità , ora la situazione è difficile”.
Il premier cerca disperatamente di mettere in atto una campagna acquisti nelle file dei diniani (alla Melchiorre ha promesso un posto da viceministro), ci ha provato con Lusetti e Dorina Bianchi dell’Udc ricevendo un rifiuto, ci proverà con Rutelli e persino con 4 deputati dell’Idv.
Una cosa sconcia, ricostruita dai finiani: “Funziona così: Silvio telefona, dice che ti vuole incontrare, ti offre l’universo, per lo più incarichi di governo. Ha avvicinato l’80% di noi finiani, quelli che sono qua sono quelli che hanno resistito e siamo tanti”.
Fini è invece riuscito nel suo intento, anche al Senato ha raggiunto quota dieci e senza chiedere l’aiuto di nessuno, anche se erano in molti a essersi messi a disposizione per poter costituire il gruppo.
La base di dieci è tutta di finiani, gli altri si aggiungeranno al momento opportuno.
Alla Camera sono 33 ad aver sottoscritto l’adesione al gruppo, ma sono parecchi gli ex esponenti azzurri che hanno già dato assicurazione di dare una mano quando sarà necessario.
Un piccolo esempio: ieri alla Camera si è votata una semplice inversione all’ordine del giorno. La maggioranza ha vinto per 22 voti: se i finiani non avessero votato col governo, non sarebbe passata neanche quella.
Fini è stato chiaro coi suoi: “Alla Camera sarà un Vietnam, non passerà uno spillo: le sue leggi ad personam se le scorda”.
Il premier chiede assicurazioni ogni 24 ore ai leghisti affinchè non si prestino a un futuro governo tecnico presieduto da Tremonti: Bossi lo rassicura a parola, ma nei fatti è freddino, Tremonti tace, nessuno di loro attacca Fini.
“Il governo è nelle mani di Fini”, titola oggi un quotidiano del nord indipendente.
Come dargli torto?
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