ARIDATECE DRAGHI
QUEL CHE È CERTO È CHE L’ITALIA È ISOLATA PIÙ CHE MAI
Ha le braccia conserte, gli occhi fissi altrove per evitare di incrociare quelli di lui, le dita che porta nervosamente alla bocca e poca voglia di sorridere. Il broncio di Giorgia Meloni appare ai fotografi dietro il sorriso di Emmanuel Macron nella sala dove i leader attendono l’arrivo di Volodymyr Zelensky. È l’immagine che consegna l’umore di una giornata complicata e a tratti confusa.
Dopo aver attaccato Macron, Meloni ritrova gli alleati di sempre, il premier polacco Mateusz Morawiecki e il ceco Petr Fiala. È l’altra fotografia della giornata. Lei seduta accanto ai vecchi amici, dopo essere stata esclusa dalla cena di Parigi organizzata dal presidente francese per Zelensky e allargata solo al cancelliere tedesco Olaf Scholz.
Meloni è la leader dei conservatori europei, e ha un peso politico crescente che Morawiecki e Fiala vogliono e possono sfruttare in Consiglio.
L’orizzonte sono le Europee del 2024, quando – sono convinti – gli equilibri in Europa potrebbero cambiare, a favore della destra. Si accordano di «allineare le posizioni», soprattutto sul tema dei migranti, tema che lacera l’Unione.
Ed è la risposta che prepara Meloni, contro Macron. Ma le serve anche a fermare l’eco che arriva dall’Italia, che racconta di un governo isolato, messo ai margini, compromesso dallo strappo con la Francia e dalle poche simpatie con i tedeschi. La giornata della premier è una rincorsa continua a smentire questa percezione.
Sono ore non facili per i diplomatici, per chi deve negoziare e ricucire. L’episodio del bilaterale sfumato con Zelensky è un altro possibile cratere dove la premier vede precipitare tutta l’impalcatura della sua credibilità internazionale. Un bilaterale declassato a «lunga conversazione». Da cronometro, è durato qualche minuto.
Messi in fila, uno dopo l’altro i dispiaceri europei per il governo italiano non sono pochi. Prima ancora che partano i negoziati in Consiglio, dalla Commissione europea arriva lo stop alla proroga di un anno delle concessioni balneari, decisa l’altro ieri dalla maggioranza di destra in Italia. E ancora: con numeri schiaccianti la commissione per l’Industria del Parlamento europeo dà il via libera alla direttiva Ue sulle “case green” che Meloni e l’intera coalizione avevano minacciato di voler sabotare.
(da La Stampa)
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