ARRESTATI A OTTOBRE PER VIOLENZA DI GRUPPO SU UNA 15ENNE VENGONO GIA’ SCARCERATI E FARANNO I PIZZAIOLI
SARANNO CONTENTI I PARENTI DELLA RAGAZZINA QUANDO ANDRANNO IN PIZZERIA E SE LI RITROVERANNO DAVANTI…. MA NON CI SI DEVE INDIGNARE, NON SONO DI COLORE
Dal carcere minorile a un forno a legna ad impastare pizze.
Da una casa circondariale a un programma di recupero per aspiranti pizzaioli, dalla prospettiva di una condanna che ti segna a vita a un beneficio che potrebbe cancellare tutto: estinguere il reato, cancellare ogni traccia delle accuse mosse dalla Procura dei minori di Napoli.
È questa la traiettoria processuale offerta a tre minori, che hanno ottenuto in questi giorni la cosiddetta «messa alla prova», con una liberazione anticipata e la possibilità di un reinserimento assistito dai servizi sociali. Lavoro, artigianato, riabilitazione.
Insomma, dalla cella alla pizza, per i tre protagonisti di una vicenda di cronaca drammatica, avvenuta pochi mesi fa nei pressi di Marechiaro.
Uno stupro di gruppo, violenza consumata su una minore, «costretta» in una fase successiva ad improvvisarsi detective, a stanare i responsabili via facebook.
Brutta pagina di cronaca, che fa registrare uno snodo decisivo dinanzi al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Napoli.
In sintesi, i tre minori possono lasciare la cella, a distanza di soli pochi mesi di detenzione all’interno degli istituti minorili della regione.
La liberazione anticipata – chiesta dal loro legale ed accolta dal gip – è condizionata alla possibilità di reinserimento assistito dai servizi sociali.
A dare una svolta determinante alle indagini fu proprio la vittima che riconobbe i volti degli aguzzini sui rispettivi profili Facebook. Se non li avesse scovati lei, non si sarebbero mai assunti le proprie responsabilità , per capirci.
Ora dopo appena 5 mesi arriva la “messa in prova”: saranno contenti i genitori e i parenti della ragazzina di trovarseli magari una sera in pizzeria a preparare una “margherita”…
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