ARRESTATO CAPO ULTRA’ DELLA CURVA NERAZZURRA, NON POTRA’ ANDARE IL 7 GENNAIO A PRENDERE IL TE’ AL VIMINALE CON SALVINI
MARCO PIOVELLA ERA STATO INDICATO COME L’ISPIRATORE DELL’AGGUATO… INDAGATO ANCHE IL CAPO DEI VIKING, FERMATO NELLA NOTTE, CON ALLE SPALLE 12 ANNI DI CARCERE
Un nuovo arresto nelle indagini sugli scontri del 26 dicembre prima della partita Inter-Napoli, a Milano, in cui ha trovato la morte un ultrà del Varese, Daniele Belardinelli. E’ Marco Piovella, capo ultras della curva dell’Inter. Nato a Pavia nel 1984 Piovella, soprannominato “il rosso” è uno dei leader della “Curva Nord”, specificatamente dei “Boys S.A.N.”, e responsabile delle coreografie da diversi anni.
Il 29 dicembre Piovella si era recato in questura dopo che era stato indicato da Luca Da Ros, uno dei primi tre arrestati, come l’ispiratore dell’agguato ai tifosi napoletani. Il provvedimento di custodia nei suoi confronti è per rissa aggravata, lesioni, omicidio e violazioni degli articoli 6 e 6 ter della Legge 401/1989
L’attività investigativa condotta dai poliziotti della D.I.G.O.S, si legge nel comunicato della Questura, ha portato al riconoscimento del tifoso nerazzurro. Già destinatario di numerose denunce all’Autorità Giudiziaria per episodi di violenza in occasioni di manifestazioni sportive, Piovella è stato anche indagato per violazione del Da.Spo a cui è attualmente sottoposto.
Tra gli indagati, inoltre, c’è anche uno storico esponente del tifo nerazzurro, Nino Ciccarelli. Ciccarelli è stato convocato ieri dalla Digos ed è uscito in tarda serata dalla Questura del capoluogo lombardo. 49 anni, fondatore della tifoseria dei ‘Viking’ nel 1984, ha alle spalle una serie di guai giudiziari già 12 anni di carcere e 5 anni di ‘Daspo’ , misura ancora in corso.
Venne coinvolto anche negli scontri ad Ascoli nei quali morì il tifoso Nazareno Filippini, omicidio per il quale venne prima arrestato ma poi prosciolto.
Restano in carcere Luca Da Ros, Francesco Baj e Simone Tria: secondo il giudice per le indagini preliminari potrebbero “concorrere alla dispersione di elementi probatori indispensabili per lo sviluppo delle indagini, e al condizionamento dell’acquisizione di ulteriori prove”. Inoltre, secondo il giudice, resta il pericolo di reiterazione del reato.
Sul fronte delle indagini si cerca ancora di identificare il proprietario del Suv o del monovolume che avrebbe investito l’ultrà Davide Belardinelli, uccidendolo. Il padre di Belardinelli ha lanciato un appello: “L’investitore si costituisca, lo faccia per noi e per mio figlio”
(da agenzie)
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