ARRESTI ALLA FIFA, COSA C’E’ DIETRO LA MOSSA USA
IL GRANDE FRATELLO AMERICANO HA INVASO IL CAMPO DA GIOCO CON LE TRUPPE D’ASSALTO… DIFENDERE LA PORTA NON SARA’ FACILE
Oggi c’è l’America, precisamente gli Stati Uniti, a scoprire che il calcio è marcio e che Sepp Blatter, ex ala destra del Neuchatel Xamax, colonnello dell’esercito elvetico e imperatore del football, non è uno stinco di santo.
Corruzione, frode e riciclaggio sono nell’elenco presentato dai gendarmi svizzeri agli arrestati su rogatoria internazionale chiesta dal Federal bureau of investigation.
Nessuno vuole fare il complottista a tutti i costi o parlare di giustizia ad orologeria che, nel paese dei cronometri, suonerebbe come una battuta da Bagaglino.
Però l’indagine sulla Fifa necessita di un qualche inquadramento di politica internazionale.
Gli Usa, che hanno da sempre un’idea tutta loro della competenza territoriale, sbarcano sulle rive del Lago Lemano per ammanettare Jack Warner e soci, pesci piccoli del mondo di mezzo del calciobusiness.
Il gioco del cui prodest dice che il bersaglio ultimo dell’operazione è il Qatar della famiglia al Thani, equamente diviso fra modernità ultracapitalistica sbandierata a colpi di shopping sui mercati internazionali e bigotteria fondamentalista alimentata da finanziamenti occulti alle organizzazioni terroristiche.
L’organizzazione dei Mondiali non dovrebbe essere a rischio ma il colpo d’immagine è grave e si somma alle centinaia di operai morti nei cantieri dove si stanno costruendo i nuovi stadi.
Il finalmente indagato ma non incriminato Blatter sembrerebbe avere incassato un danno collaterale in una vicenda, per una volta, più grande del suo pur grande potere. Allo stesso tempo, si può notare che il suo avversario per un ennesimo mandato alla guida della Fifa è un principe hashemita di 39 anni, Ali bin al Hussein di Giordania, fratellino minore di re Abdallah, un alleato fondamentale degli Stati Uniti nella lotta ai tagliagole del Califfato.
Moventi politici? Non sarebbe strano.
L’inchiesta parte dagli uffici giudiziari dell’Eastern District of New York, una delle migliori rampe di lancio per carriere di lotta e di governo in tutti gli Stati Uniti. Alla fine dello scorso aprile l’ex capo dell’Eastern Disctrict, la democratica Loretta Lynch, che ha costruito l’inchiesta sulla Fifa, ha lasciato l’incarico ed è diventata procuratore generale degli Usa su nomina di Barack Obama.
Per la cricca di Blatter, sopravvissuta a scandali su scandali, si annunciano tempi cupi. Il Grande Fratello americano ha invaso il campo da gioco con le truppe d’assalto. Difendere la porta non sarà facile.
Gianfrancesco Turano
(da “L’Espresso”)
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