ATTENTI AL GOLPE
NON FIDATEVI DELLE APPARENZE
E’ vero che la principale vittima dei golpisti, in questo momento, è nella sua villa in collina, da dove grazie ad un servizio di erogazione dell’energia elettrica garantito dallo Stato emana proclami e diverse proposte politiche.
E’ vero che i suoi discepoli, anche loro vittime del colpo di stato in atto, compaiono sempre più spesso negli studi televisivi, dove arrivano in taxi o con auto propria e allo stesso modo se ne vanno. Non senza aver ricevuto un buongiorno e un buonasera e, probabilmente, un bicchier d’acqua o un caffè.
E’ vero che il blog di riferimento delle vittime dell’avvenuto golpe continua a fatturare regolarmente i suoi introiti pubblicitari, che regolarmente confluiscono in un regolare conto corrente bancario o postale.
E’ vero che in molte parti d’Italia, intanto, le vittime del colpo di Stato animano allegri banchetti, fermano per strada i cittadini e distribuiscono loro volantini o altri materiali di propaganda.
Ed è vero anche che in caso di iniziative più grandi (tipo V-day) le forze dell’ordine vigilano sulla sicurezza generale e anche sulla loro sicurezza (quelle delle vittime del golpe, si intende).
E’ vero che alcuni tra i discepoli più fedeli del capo perseguitato postano sul web roghi di libri, fotomontaggi di ogni tipo e una infinita filastrocca di insulti verso chiunque non la pensi come loro.
Ed è vero che poi spengono il pc, vanno a dormire e al mattino dopo fanno colazione e accompagnano serenamente a scuola i propri figli prima di recarsi al lavoro.
E’ vero, infine, che alle prossime elezioni le liste delle vittime del golpe saranno presenti sulle schede elettorali di tutta Italia, circoscrizioni estere comprese.
Ma voi non fidatevi. Tutte cazzate.
La verità è che c’è un colpo di Stato, garantisco io.
E non è nemmeno la cosa più grave che sta succedendo in Italia.
Pensate che l’Aids è un complotto, le sirene esistono e Gesù Cristo è morto di raffreddore. E quei media brutti e zozzoni ancora lì a dirvi tutte quelle balle sulla crocifissione.
Marco Bracconi
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