ATTUALITA’
BIOTECNOLOGIE E GENETICA….I NUOVI PROFETI DELLA SPERIMENTAZIONE
Disse Abba Antonio “Verrà un tempo in cui la gente impazzirà . E quando vedranno qualcuno che non è pazzo, lo attaccheranno dicendogli: “Tu sei matto, non sei come noi”. Ecco, forse siamo arrivati ora a quel tempo profetizzato da uno dei tanti detti dei Padri del deserto, vere fonti di saggezza alle quale non farebbe male abbeverarsi di tanto in tanto anche oggi, giusto per riprendere quel senso del reale che sembra mancare a una certa parte di umanità .
Facciamo due nomi e prendiamo Umberto Veronesi, per primo esempio.
Dopo un’eclatante carriera medica il nostro si è buttato anima e corpo nella missione di diffondere alcune certezze attraverso libri che sforna uno dietro l’altro, neanche gli corresse dietro qualcuno.
Prolifico quindi e cattedratico pure quando difende a spada tratta, senza il minimo dubbio, la bontà dell’aborto, della fecondazione artificiale, della clonazione e della sperimentazione sugli embrioni.
L’uomo ha un vasto seguito sui media, gran parte dell’opinione pubblica pende dalle sue labbra e se ci si azzarda a dissentire si viene presi, appunto, per matti.
E comunque noi matti ci inquietiamo non poco leggendo quali pillole di saggezza dissemini a piene mani sulle pagine dei suoi libri.
Ne citiamo due perchè lo spazio è quello che è: “La vita è un insieme di reazioni chimiche e per la natura l’essere umano potrebbe essere semplicemente uno dei tanti tasselli da sacrificare, se l’evoluzione lo imponesse” e poi “Pensi che, se volessimo, in un ovulo fecondato in vitro potremo inserire nel Dna il gene dell’ormone della crescita di un elefante e ottenere dei bambini altri quattro metri”.
Che bellezza e che bella prospettiva, ma le citazioni potrebbero essere tantissime come ha dimostrato Francesco Agnoli sul Foglio del 27 settembre, in un articolo in cui ci informa – qualcosa sotto doveva pur esserci – che il nostro scienziato- scrittore-iettatore è “azionista di un’azienda di biotecnologie di nome Genextra, che avrebbe potuto guadagnare lauti compensi dalla possibilità di sperimentazione occisiva sugli embrioni, vietata dalla legge 40”. Ma meno male che i matti, per ora (vedi family day) glielo hanno impedito.
E facciamo il secondo nome, magari sconosciuto ai più.
John Harris è consulente della commissione governativa di Genetica umana inglese e dice quello che Veronesi non ha forse ancora il coraggio di articolare, quantomeno in pubblico.
E’ anche lui sostenitore di eutanasia e aborto ma almeno non gioca con le parole, come invece si ama fare dalle nostre parti. “Quando difendo l’aborto, non pretendo di chiamarlo interruzione di gravidanza. Sono pronto a dire che credo nell’uccisione di bambini non nati” ha detto in un’intervista al Times. Evviva la sincerità .
La giornalista pro-life Nicoletta Tiliacos ne stigmatizza bene gli obiettivi “La vita che vuole difendere deve essere migliorata, depurata degli imprevisti e delle imperfezioni che la gravano, tra le quali la disabilità e le malattie. Intende, insomma, migliorare la razza cambiando il genoma umano”.
Il risultato sarà che “nel giro di una generazione, le creature umane migliorate e le creature umane normali diventeranno fisiologicamente così differenti da non riuscire più a incrociarsi” quindi, dice Harris, “se il risultato è l’evoluzione in una specie diversa, al punto che questa non riuscirebbe più a riprodursi con la specie attuale se non attraverso le tecnologie artificiali, io dico: bene, facciamolo”.
Ma una gran parte del mondo scientifico sembra non starci e sono varie e autorevoli le voci che cominciano a dissentire anche pubblicamente da una sperimentazione estrema che potrebbe provocare danni incalcolabili.
Infatti, come ha scritto giorni fa Eugenia Roccella “Non è per nulla remota la possibilità che, per esempio, l’eventuale uso terapeutico delle cellule staminali ottenute dagli embrioni-chimera sia inficiato dal rischio di attivazione di virus animali endogeni che potrebbero saltare la barriera di specie e diffondersi tra gli uomini, con effetti incontrollabili e devastanti.
Ma la sperimentazione, alla luce del sole dove è consentito, o nell’ombra di laboratori nascosti in quei paesi che la vietano, continua usando “materiali” che forse solo in parte possiamo immaginare.
Flora