BANDECCHI, UN ALTRO FANFARONE RIPIENO DI SE’ , CHE FLOP PER IL “TRUMP DELLE MARMORE”
“IN UMBRIA SARÒ DECISIVO, SONO IL MISTER WOLF DI GIORGIA. POSSO SPOSTARE ANCHE 12MILA VOTI” (SI E’ FERMATO A POCO MENO DI 7 MILA, AL 2,16%)…. IL BACIAMANO ALLA TESEI E IL VOLTAFACCIA IL GIORNO DOPO LA SCONFITTA: “SONO DI CENTRO. SE COMPAGNIA CANTANTE AVESSE CANDIDATO ME INVECE DI QUELLA LÌ, PROIETTI SAREBBE RIMASTA A LAVARE I PIATTI A ASSISI” – IL RINVIO A GIUDIZIO DALLA PROCURA DI ROMA: L’ACCUSA È DI AVER EVASO 13 MILIONI E 885 MILA EURO
E quel baciamano che fece Bandecchi? Avete ragione: c’è ancora quel baciamano da raccontare bene (gesto simbolico, drammatico, fatale: che, volendo, spiega molto di come e perché il centrodestra abbia perso, qui, in Umbria).
Intanto, però, c’è questa chicca assoluta rimasta sugli appunti della campagna elettorale.
E a raccontarla è lui. Avete presente, Stefano Bandecchi, no? È il sindaco di Terni nato a Livorno 63 anni fa, un capoccione pelato («Ma in Italia di vero e grande capoccione pelato ce n’è stato solo uno… Ah ah ah!») e 114 chili di muscoli (dichiarati) parecchio utili nelle risse in consiglio comunale e quando, davanti alle telecamere, alza un’Ape come fosse una bicicletta. Il video diventa virale. C’è l’impazzimento del web. Era il motivo della telefonata. Però lui va oltre.
«L’altro giorno abbiamo fatto pure di peggio e, forse, un voto me lo sono giocato». Continui. «Esco da un ristorante in compagnia di un amico e… beh, insomma: nel parcheggio vediamo una bella Panda 4×4». E allora? «Sai com’è, anche un po’ per scherzare, decidiamo di sollevarla… si fa, no?»
Di solito, si evita. Però prosegua. «Ci mettiamo là e cominciamo: batadam, batadam… finché non s’apre uno sportello e spunta la testa di una signora, che urla terrorizzata…». Lo credo bene. «Eh… ma noi si voleva solo giocare un po’».
Lui accetta, gongola: «Hanno un tremendo bisogno di me». Cita il mitico personaggio del film Pulp Fiction, di Quentin Tarantino: «Sono il Mister Wolf di Giorgia: sono quello che le risolve i problemi». E garantisce: «In Umbria sarò decisivo come lo è stato Scajola in Liguria. Io posso spostare anche dodicimila voti» (si fermerà a poco meno di 7 mila, al 2,16%).
E così arriviamo a quel baciamano. È lo scorso 5 ottobre: siamo al centro fiere di Bastia Umbra, dove la coalizione di centrodestra apre ufficialmente la corsa elettorale, con la Tesei che promette più scuole, più ospedali, più treni, più tutto, e lui che di colpo, dopo aver dato un’occhiata ai fotografi, le prende la mano e gliela bacia inginocchiandosi con sorprendente agilità; del resto, è un ex paracadutista della Folgore (comincia a diventare un po’ curioso che a certi della Folgore — pensate pure al generale Vannacci — ogni tanto, scatti una molla: e dopo essersi buttati dalla nuvole, sentano di doversi buttare in politica).
Comunque: il problema della Tesei è che il gentiluomo del baciamano, pochi giorni dopo, viene rinviato a giudizio dalla Procura di Roma. L’accusa è di aver evaso 13 milioni e 885 mila euro, somma non versata tra il 2018 e il 2022, come amministratore unico dell’università telematica Unicusano. Perché poi Bandecchi è pure dentro una certa ricchezza, diciamo così. L’ultimo reddito dichiarato prima di diventare sindaco fu di quattro milioni d’euro all’anno. Più una Ferrari e una Rolls Royce in garage, più uno yacht di 55 metri ancorato in località segreta.
Sicura, presidente Tesei, che uno così porti consenso? La Tesei non rispondeva, annusava il pericolo, metteva su un sorriso livido. Lo sapeva anche lei che Bandecchi rischiava di scatenare indignazione, fastidio, e di portare al voto anche chi, nel centrosinistra, non ne avrebbe avuto voglia.
Lui, però, come in una specie di delirio. Crescente. Inarrestabile. Restano frasi come questa: «Comunisti di merda! Mi fate sempre più schifo». Poi, democraticamente: «Io i voti non li elemosino di certo… al massimo li compro o li prendo di prepotenza. Io ho sempre elemosinato solo la f…». Il principe del baciamano.
Che poi era pure fasullo. Proprio il gesto. Non ci credeva nemmeno lui.
Il giorno dopo la sconfitta è il giorno delle macerie, e delle miserie. Umane e politiche. Sapete cosa dice, adesso, Bandecchi? «Se Giorgina e compagnia cantante avessero candidato il sottoscritto invece di quella lì, il centrodestra avrebbe vinto. E la Proietti sarebbe rimasta a lavare i piatti nella sua bella casuccia di Assisi… Intendiamoci: io le porto rispetto, però mi stia alla larga».
Sono parole ruvide. «Ma io sono così: onesto dentro. Dico quello che penso. Come quando ammisi che se fossi vissuto ai tempi di Mussolini, forse sarei stato fascista. E che quel 25 aprile, probabilmente, mi sarei trovato dalla parte sbagliata. Oggi, comunque, sono di centro».
Certo Bandecchi, certo.
(da Corriere della Sera )
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