BELPIETRO LICENZIATO PER DIVERGENZE CON L’EDITORE: A “LIBERO” GLI SUBENTRA VITTORIO FELTRI
CONTRASTI SULLE LINEA EDITORIALE ALL’ORIGINE DEL CAMBIO
E’ stato lui ad annunciarlo durante la riunione di redazione. “L’editore mi ha comunicato che questo è il mio ultimo numero”.
Maurizio Belpietro lascia la direzione di “Libero”, il giornale che guidava da 7 anni. Non dimissioni: di fatto, un licenziamento.
L’editore è Antonio Angelucci, imprenditore nel settore sanitario, senatore di Forza Italia, ma anche grande amico di Denis Verdini, che quel partito lo ha lasciato in ossequio allo spirito del Nazareno.
Alla direzione arriva colui che il quotidiano lo ha fondato, quello stesso Vittorio Feltri che a inizio maggio aveva fatto il suo ritorno come “firma” e aveva subito mandato un segnale netto.
Un editoriale in cui decretava la fine di Berlusconi descrivendolo come una “macchietta” alla mercè del “cerchio magico, una specie di gineceo”.
Perchè questa volta, non si tratterebbe semplicemente di un giro di poltrone tra le testate di area centrodestra, come è accaduto in passato.
Questa volta — dicono i ben informati — si tratta di un cambio di passo, di linea editoriale.
Di certo, la convivenza tra Belpietro e Feltri aveva fatto segnare aria di burrasca sin dal primo momento.
Non era sfuggito agli addetti ai lavori che quel primo editoriale, quello del grande ritorno, non fosse stato messo in pompa magna, ma semplicemente richiamato in prima pagina.
Raccontano inoltre fonti interne alla redazione che nei giorni successivi, Belpietro abbia “boicottato” un altro editoriale con la scusa che era stato inviato ai vice-direttori invece che a lui.
A peggiorare il conflitto era arrivato stato poi un intervento del cdr che aveva chiamato in causa l’editore per chiedere se il ritorno di Feltri fosse stato finanziato con gli stipendi dei giornalisti, che da poco hanno concluso una lunga fase di contratto di solidarietà e sono ora in cassa integrazione.
Angelucci, che quel ritorno ha fortemente voluto, dietro quel comunicato ci aveva visto anche l’avallo dell’allora direttore. Il quale, peraltro, pare contrastasse anche il progetto di sinergia con ‘Il Tempo’.
Ma ci sono altre motivazioni, oltre alle difficoltà di coabitazione, dietro questa decisione che ha colto di sorpresa anche buona parte della redazione di ‘Libero’? Come sempre, potrebbe c’entrare anche la politica.
Ad insinuarlo è, per esempio, Augusto Minzolini, che in un tweet si domanda: “Libero cambierà posizione sul referendum? Sarà attratto nell’area del Sì? Nell’era renziana può succedere anche questo”.
Le voci si rincorrono da settimane e raccontano che da un po’ di tempo Angelucci chiedeva al direttore, non tanto di cambiare linea, quanto di moderare certi suoi fondi. Soprattutto, viene raccontato, quelli che attaccavano più direttamente gli affari delle famiglie Renzi e Boschi.
Il premier non avrebbe gradito e Denis Verdini, che con il suo partito “Ala” sostiene l’esecutivo, avrebbe fatto presente all’amico-editore.
Fin qui i rumors. Ma ci sono anche i fatti. Uno in particolare, un pranzo.
Circa una settimana fa, infatti, seduti a un tavolo del ristornate “Il moro”, vicino a Fontana di Trevi, si erano ritrovati proprio Maurizio Belpietro, Angelucci e Denis Verdini.
Piatto forte, ca va sans dire, proprio la gestione del quotidiano “Libero”.
(da “Huffingtonpost”)
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