BELPIETRO:”CI TOCCHERA’ MORIRE FINIANI”…LA DESTRA AVANZA, FINI AL 12% : GIA’ RECUPERATI I VOTI DI AN
IL SONDAGGIO DI CRESPI MOSTRA UN AUMENTO DI UN “PARTITO DI FINI” DEL 2% IN UNA SOLA SETTIMANA…BELPIETRO: “INUTILE GIRARCI INTORNO: SULLE INTERCETTAZIONI HA VINTO FINI, ORMAI E’ IN GRADO DI MODIFICARE OGNI PROVVEDIMENTO DEL GOVERNO”… CALA IL PDL (33,5%) MENTRE SINISTRA E LIBERTA’ DI VENDOLA SALE AL 5%
Il clima che si respira nel centrodestra, dopo le modifiche apportate alla “legge bavaglio” sulle intercettazioni, è simboleggiato non solo dalla delusione manifesta del premier, ma anche da quanto scrive stamane su “Libero” il direttore Maurizio Belpietro: “Inutile girarci intorno: ha vinto Fini. Al di là del naufragio della legge, appare evidente che d’ora in poi la corrente che fa capo all’ex presidente di An è in grado di fermare o modificare ogni provvedimento del governo: tutte le ritorsioni minacciate contro i finiani si sono rivelate cartucce con le polveri bagnate. Se Berlusconi non fa qualcosa in fretta siamo spacciati, Ci tocca morire finiani”.
Per la prima volta ieri Berlusconi ha certificato la sua sconfitta su un tema che gli stava a cuore, ribadendo la sua ossessione: “non si può stare al telefono senza il timore di essere intercettati”.
Poco importa che in Italia gli intercettati siano solo 6.000, l’unica cosa che gli interessa è non essere intercettato lui.
Non ha compreso che basterebbe evitare di fare pressioni al telefono su esponenti di Agcom o parlare con procacciatori di escort, per evitare conseguenze sgradevoli.
Ha voluto insistere su una legge invisa alla maggioranza degli elettori di centrodestra che avrebbe limitato la libertà di stampa e di indagine, spacciandola per “riforma della giustizia” e ora ne paga le conseguenze, insieme al suo entourage di miracolati di corte.
La retromarcia di ieri è una vittoria di Fini, ma ha trovato ampi consensi anche tra la corrente pidiellina di Liberamente che esulta per la brutta figura dei coordinatori.
I più preoccupati sono ora gli ex An Gasparri e La Russa: avevano garantito al premier che avrebbero isolato Fini, ora si ritrovano con le truppe in subbuglio, pronte a disertare.
Per dirla alla Belpietro, “Fini guadagna punti tra i peones del Parlamento”: ci sono molti ex An infatti che, di fronte alla escalation di Fini, stanno meditando se non sia il caso di “rientrare” nelle file finiane.
L’equidistanza di Alemanno è già un segnale indicativo.
Ma nello stesso giorno delle modifiche della legge bavaglio, per i finiani ecco un’altra bella notizia.
Dall’osservatorio di Crespi Ricerche emerge un aggiornamento del sondaggio sull’eventuale “partito di Fini” che guadagna 2 punti in una settimana e tocca quota 12%, in pratica la vecchia percentuale di An prima della fusione nel Pdl.
Il che vorrebbe dire per Fini una base di partenza neppure scalfita, pur avendo contro il 75% dei notabili e tutti gli ex colonnelli di An.
Senza cosiderare il potenziale “partito di Fini”, vediamo invece che tendenza hanno gli altri partiti.
Il Pdl cala al 33,5% in una settimana (-1%), Udc scende al 6,5% (-0,7%), crescono l’Idv al 6,5% (+0,5%) e Sinistra e Libertà di Nichi Vendola al 5% (+0,5%).
Restano stabili tutti gli altri, tra cui la Lega al 13% e il Pd al 26%.
Ovviamente se ci fosse un “partito di Fini”, il suo 12% andrebbe a sottrarre voti a qualcuno, oltre che pescare tra l’esercito di chi non va più a votare.
E a chi ieri in Parlamento si chiedeva “cosa si inventerà ora Fini?”, emerge già tra i finiani la trincea della prossima battaglia: il caso Verdini e il congresso del Pdl a breve.
E visto le premesse, sarà difficile che il triumvirato dei coordinatori giunga a “mangiare il panettone” a Natale.
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