BERLINO, LA SFILATA DEI 200.000 SOTTO LA PORTA DI BRANDEBURGO: “NO AL GOVERNO CON AFD”
LA GERMANIA SI RIBELLA AGLI INCIUCI TRA CDU E NEONAZISTI
A un anno di distanza, i tedeschi sono tornati in piazza contro l’estrema destra. Dodici mesi fa, milioni di indignati sfilarono per settimane in diverse città della Germania per protestare contro la notizia che l’Afd avesse organizzato riunioni con i neonazisti e gli identitari per organizzare la “remigrazione”.
Nel frattempo, l’ultradestra ha assorbito tranquillamente nei suoi programmi elettorali quel termine che ricorda tempi bui. E da qualche giorno, grazie al tifo di Elon Musk ma soprattutto grazie alla Cdu/Csu che ha incenerito il cordone sanitario che la teneva fuori dai giochi politici, l’Afd sta tentando l’assalto al potere.
Uno scenario inimmaginabile, fino a poche settimane fa. Così, un enorme corteo ha riempito ieri le strade del centro di Berlino fin sotto la Porta di Brandeburgo (160 mila persone secondo la polizia, 250 mila secondo gli organizzatori) per opporsi all’avvento dell’Afd e a una collaborazione della Cdu/Csu, il partito fondato da Adenauer sulle ceneri del nazismo.
Il titolo della manifestazione era “La rivolta delle persone perbene”. E gli striscioni principali recitavano “il cordone sanitario siamo noi: niente collaborazioni con l’Afd!”. Un riferimento storico al famoso “il popolo siamo noi” dei manifestanti dell’autunno del 1989 contro il regime della Ddr. Ma tra la folla che cantava “Bella ciao” e gridava “Fuck Afd”, si intravedevano cartelli “Fritz, ascolta la mamma”: un invito al leader della Cdu, Friedrich, “Fritz”, Merz ad ascoltare Angela Merkel.
L’ex cancelliera si è fatta sentire eccezionalmente nei giorni scorsi per far sapere che la decisione della Cdu/Csu di accettare i voti dell’Afd sul pacchetto anti-migranti è stato “un errore”. Ma la poltrona del favorito alla cancelleria Merz già balla. Prima delle elezioni del 23 febbraio non succederà nulla, sostengono due fonti qualificate della Cdu. Ma se il partito scenderà pericolosamente sotto il 30%, il redde rationem già in corso tra l’ala cristiano-merkeliana capitanata dal popolarissimo governatore del Nordreno-Westfalia, Hendrik Wuest, e l’ala destra guidata da Merz, si potrebbe risolvere a favore del primo. Oggi, al congresso della Cdu, Merz cercherà di tornare al tema che aveva scelto per la campagna elettorale: la crisi economica della Germania. Ma sarà difficile cancellare la Caporetto dei giorni scorsi, se i sondaggi e soprattutto le elezioni andranno male.
Sul palco degli organizzatori, ieri, c’era anche la chiesa tedesca. Nei giorni scorsi, sia i cattolici sia i protestanti avevano criticato aspramente Merz. L’ex capo della Chiesa evangelica, Heinrich Bedford-Strohm, si è rivolto all’enorme folla berlinese sottolineando che «la democrazia non è solo un processo elettorale, bensì una visione, e al centro c’è la dignità umana. Mi vergogno – ha aggiunto – che i migranti arrivati qui non si sentano più a loro agio». E al microfono è anche andato un brillante e ascoltatissimo opinionista come Michel Friedman, figura di spicco della comunità ebraica tedesca. Nei giorni scorsi aveva annunciato di aver stracciato la tessera della Cdu, dopo 40 anni di militanza. Ieri Friedman ha puntato il dito contro «il partito dell’odio» Afd, e ha ricordato «la promessa di ricostruire questo Paese sul principio che la dignità dell’uomo è intoccabile». È tempo, ha concluso, «di smetterla di reagire: dobbiamo agire».
Peraltro, stando ai sondaggi, la debacle di Merz si riflette anche nei numeri. Secondo un’indagine Insa post dà la Cdu ferma al 30%, mentre Afd ha guadagnato un punto, è al 22. Persino la l’Spd, finora priva di slanci e di temi elettorali coinvolgenti, ha guadagnato un punto: è al 17. E Merz ha certamente regalato un formidabile argomento elettorale ai socialdemocratici, con il suo cedimento all’ultradestra. In un altro sondaggio di YouGov, precedente alle giornate calde al Bundestag ma che assorbe chiaramente gli umori dei ripetuti sdoganamenti di Elon Musk e le prime dichiarazioni di Merz su un possibile voto congiunto, l’Afd è addirittura data in crescita di quattro punti in una sola settimana, al 23%, la Cdu al 29%. Cifre che sembrano confermare il vecchio adagio della scienza politica. Nel dubbio, quando i centristi si affannano a rincorrere la destra, gli elettori votano l’originale.
(da agenzie)
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