BERLUSCONI E CASO DE GREGORIO: IL SENATO NON SARA’ PARTE CIVILE, DECISIVI SCELTA CIVICA E POPOLARI
PARERE NEGATIVO DELL’UFFICIO DI PRESIDENZA, MA LA DECISIONE FINALE TOCCA A PIETRO GRASSO
Solo tre giorni fa l’Europa aveva criticato l’inefficienza dell’Italia alla lotta contro la corruzione.
Oggi di fatto il Senato della Repubblica rinuncia a un eventuale risarcimento proprio in un processo per corruzione: dove l’imputato è l’ex presidente del Consiglio, il corrotto un ex senatore e vittima l’istituzione nonchè quello che fu il governo Prodi.
E così l’occasione persa per il paese e anche un eventuale risarcimento danni arriva con il no alla costituzione di parte civile di Palazzo Madama contro l’ex senatore Silvio Berlusconi.
Con dieci voti contrari e otto a favore il Consiglio di Presidenza ha dato parere negativo alla costituzione di parte civile del Senato nel processo sulla compravendita dei senatori.
Ora il presidente Piero Grasso si è riservato di decidere.
L’11 febbraio a Napoli inizierà il processo in cui Silvio Berlusconi è accusato di aver comprato l’ex senatore IdV Sergio De Gregorio per farlo passare nella fila del centrodestra e votare contro il governo Prodi.
Oggi l’ex Camera di appartenenza dell’ex premier, decaduto per la sentenza definitiva del processo Mediaset, doveva decidere se il Senato avrebbe dovuto costituirsi parte civile nei confronti del leader di Forza Italia.
Ieri Antonio Di Pietro aveva rivolto un appello perchè i senatori decidessero la costituzione che permette in casa di condanna la richiesta di risarcimento danni.
Ma alla fine è arriva il no.
La senatrice di Scelta Civica, Linda Lanzillotta, e l’esponente del Partito Popolare per l’Italia, Antonio De Poli, hanno deciso di esprimersi insieme a Forza Italia, Gal, Ncd e Lega contro la costituzione di parte civile del Senato nel processo sulla compravendita dei senatori in cui è coinvolto Silvio Berlusconi.
Hanno dato invece parere positivo alla costituzione di parte civile i componenti del Consiglio di presidenza del Senato che fanno parte del centrosinistra: Alessia Petraglia (Sel), cinque senatori del Pd (Valeria Fedeli, Silvana Amati, Maria Rosa Di Giorgi, Angelica Saggese e Luciano Pizzetti), Laura Bottici (M5S) e Hans Berger (Gruppo Autonomie).
Per un totale di otto senatori.
Hanno detto no, invece, oltre alla Lanzillotta e a De Poli, anche quattro esponenti di Forza Italia (Maurizio Gasparri, Lucio Malan, Alessandra Mussolini e Maria Elisabetta Alberti Casellati), Lucio Barani (Gal), Antonio Gentile (Ncd) e due senatori della Lega (Roberto Calderoli e Giacomo Stucchi). Per un totale di 10.
Cuore del processo il versamento dell’ex presidente del Consiglio di 3 milioni di euro a De Gregorio perchè cambiasse schieramento e contribuisse a determinare la crisi del governo Prodi dopo le elezioni del 2006.
La procura di Napoli aveva chiesto il giudizio immediato nei confronti del leader del Pdl, dell’ex senatore dell’Idv e dell’ex direttore dell’Avanti, ma il gip aveva respinto. Per De Gregorio il giudice per l’udienza preliminare Amelia Primavera ha ratificato il patteggiamento a 20 mesi.
Con il parere contrario del Consiglio di presidenza del Senato, dunque, il presidente di Palazzo Madama, Pietro Grasso, dovrà ora decidere il da farsi.
“Ovviamente — commenta Maurizio Gasparri — confido nell’ascolto visto che abbiamo tutti dato un parere in punta di diritto. Mi sembrerebbe strano, quindi, se il presidente Grasso decidesse senza tener conto di quanto detto nella riunione del Consiglio di presidenza.
Se il Senato si costituisse parte civile nella vicenda della compravendita dei senatori, sarebbe comunque la prima volta nella storia della Repubblica che Palazzo Madama prenda parte con questo ruolo in un procedimento contro un ex parlamentare.
“Il Pd valuti la possibilità di costituirsi parte civile nel processo sulla compravendita di senatori presso il tribunale di Napoli in quanto soggetto che ha subito un danno diretto ed immediato dalla commissione del reato” afferma in una nota Danilo Leva, deputato democratico e membro della commissione Giustizia della Camera.
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