BERLUSCONI: “NON MI FIDO PIU’ DI TREMONTI, LAVORA PER LA LEGA: VOGLIONO FARMI FUORI, DOBBIAMO FERMARLI”
“NON HA TOCCATO LE BANCHE PERCHE’ SONO SUE, NON HA TOCCATO NULLA DI SUO”….. NEL PDL SONO CONVINTI CHE TREMONTI STIA METTENDO DA PARTE I SOLDI PER IL FEDERALISMO A SPESE DEGLI ITALIANI….TREMONTI AI MINISTRI NON HA MOSTRATO NE’ TABELLE, NE’ CIFRE….I SUOI RAPPORTI CON LO IOR E LE BANCHE DEL NORD
“Spero che Silvio ora abbia capito” è stato il commento caustico del presidente della Camera, Gianfranco Fini, alle polemiche nate all’interno del Pdl circa il concetto di un “governo al traino della Lega”.
Il premier ieiri si è presentato insieme a Tremonti alla conferenza stampa di presentazione della manovra solo per necessità , ma non ha affatto digerito l’aut aut imposto dal ministro sulla misure adottate.
E subito dopo ha riunito i suoi collaboratori ed ha affermato che “ormai non mi fido più di lui, si sta preparando il terreno con la Lega per succedermi. Ora basta, occorre bilanciare la coalizione, dobbiamo fermarli, ormai mi sento commissariato. Giulio non ha toccato le banche perchè sono sue, non ha toccato nulla di suo”.
Cresce negli ambienti pidiellini la convinzione che Tremonti voglia conservare i soldi dei costi del federalismo e li accantoni facendoli pagare agli italiani.
I ministri sono furibondi: Tremonti non ha mostrato nè tabelle, nè cifre, ci si è trovati di fronte al solito fatto compiuto.
La manovra l’hanno fatta Tremonti e Bossi, solo alla fine l’ha vista anche il presidente del Consiglio: addirittura volevano chiudere il rubinetto persino a Palazzo Chigi, riducendo i poteri di Gianni Letta.
Ora forse Berlusconi comincia a capire cosa intendeva Fini per “governo appiattito sulle posizioni della Lega” e ha cercato un contatto con il presidente della Camera, ricevendo ieri Augello e Bocchino.
Ufficialmente il tema è stato quello delle intercettazioni, dove i finiani non retrocedono di un passo e vogliono che sia garantita la libertà di informazione. Ma già il fatto che il premier abbia accettato di parlare con l’odiato Bocchino, la dice lunga sul suo momento di difficoltà .
Ha proposto ai finiani una “pace blindata”, dichiarandosi disposto a trattare alle condizioni imposte da Fini.
Il presidente della Camera è sempre più forte: lo sbilanciamento a favore della Lega sta portando molti parlamentari sulle sue posizioni: pretende risposte politiche e un rinnovamento radicale dell’organigramma interno.
Quindi o la Lega viene ridimensionata e saltano i vertici del Pdl o non se ne parla neppure: e alla Camera sarà battaglia sulle intercettazioni.
Anche perchè dietro Tremonti è ormai evidente che c’è non solo la Lega, ma una cupola di poteri forti formata da alcune “intoccabili” banche del Nord e una parte della finanza cattolica, coordinata da Ettore Gotti Tedeschi, presidente del potente Ior di triste memoria.
Ora Silvio cercherà di apporre ancora qualche modifica al decreto per cercare di non perdere altri consensi, ma la protesta verso una manovra raffazzonata e iniqua non sta più montando solo nel Paese e nelle categorie produttive.
E’ entrata ormai anche a Palazzo.
Un simbolo di come siamo alla farsa lo si intravede nella soppressione di solo nove province: prima annunciata sul sito del ministero, poi in tarda serata smentita dal premier stesso e da Tremonti.
Non a caso erano tutte province del centrosud, quelle del Nord servono alla Lega per le sue clientele e non si toccano, anche se sputtanano soldi.
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