BERSANI, TERMINATO L’INTERVENTO CHIRURGICO
QUATTRO ORE IN SALA OPERATORIA, SI ATTENDE COMUNICATO UFFICIALE DELLA DIREZIONE OSPEDALIERA
L’ex segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani, è stato colpito da un grave malore nella mattinata di domenica: la tac cui è stato sottoposto presso l’ospedale di Piacenza ha evidenziato una lieve emorragia cerebrale in seguito alla quale è stato disposto il trasferimento all’ospedale Maggiore di Parma dove, dopo ulteriori esami angiografici, i medici hanno optato per un intervento chirurgico, iniziato intorno alle 18e durato circa 4 ore.
I dettagli saranno resi noti dall’Azienda Ospedaliera in una comunicazione ufficiale.
L’intervento, eseguito dall’equipe di Ermanno Giambelli, è cominciato attorno alle 18.
Attorno alle 21.30 è finita la parte più delicata dell’intervento.
Fra gli amici più stretti dell’ex segretario c’è un cauto ottimismo.
Le condizioni di salute di Bersani, 62 anni, destano comunque grande preoccupazione, anche se è sempre rimasto vigile e cosciente.
Fondamentali per le sue condizioni saranno le prossime ore.
IL MALORE E IL RICOVERO
Bersani è comunque rimasto cosciente. Fonti del suo entourage sottolineano che il malore «non avrebbe causato conseguenze serie dal punto di vista neurologico».
L’ex candidato premier si è sentito male nella sua casa di Piacenza intorno alle 10, poi un’ora dopo è arrivato al Pronto Soccorso della stessa città accompagnato dalla moglie e dal fratello, medico.
Bersani accusava capogiri e attacchi di vomito. I sanitari lo hanno sottoposto ad accertamenti e dall’esame della Tac è emerso il problema cerebrale. L’esponente del Pd è stato quindi immediatamente trasferito a Parma, nel reparto di neurochirurgia, a bordo di un mezzo del 118.
EMORRAGIA SUPERFICIALE
L’ex ministro dello Sviluppo economico, che ha 62 anni,ha riportato un’emorragia, definita «subaracnoidea», cioè nella zona superficiale, tra le meningi.
Nella maggior parte dei casi le emorragie di questo tipo sono causate da un’aneurisma intracranico, una dilatazione di un vaso arterioso della testa che può arrivare alla rottura. Il sangue così si raccoglie negli spazi subaracnoidei, cioè nella parte delle membrane che avvolgono il cervello fino al cranio.
(da “il Corriere della Sera”)
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