“BIBI” CON LE SPALLE AL MURO
IL PRESSING SU BENJAMIN NETANYAHU PER SBLOCCARE LE TRATTATIVE PER LA LIBERAZIONE DEGLI OSTAGGI SU HAMAS SI FA SEMPRE PIU’ FORTE
68 chilometri percorsi a piedi in 5 giorni, dalle spiagge di Tel Aviv fino alle colline di Gerusalemme, 43 giorni senza notizie dei loro cari. Lungo il percorso, la solidarietà dei connazionali si è manifestata in una folla sempre più numerosa e nell’abbraccio di 30mila persone nella tappa finale, ieri pomeriggio
«Il viaggio non è finito», ha detto Yuval Haran, sette famigliari nelle mani di Hamas e promotore della marcia. «Siamo pronti a camminare fino a Gaza, se necessario. Ma non rinunceremo ai nostri figli», ha ribadito la signora Ganz-Zach.Poi un pullman li ha riportati a Tel Aviv, al quartier generale del forum delle famiglie degli ostaggi, dei 240 […] che sono prigionieri nella Striscia ma chissà dove esattamente, in quali condizioni e in mano di chi. L’ala militare di Hamas ha comunicato, proprio ieri in serata, che «i contatti con alcune squadre, il cui compito era sorvegliare gli ostaggi, sono stati interrotti» e che pertanto non ha più informazioni sulla sorte di quelle persone.
La marcia aveva anche lo scopo di fare pressione sul gabinetto di guerra, a cui si chiede trasparenza, un dialogo costante ed empatia. «L’obbligo principale di un governo nei confronti del suo popolo è proteggerlo. Senza protezione e senza sicurezza, non c’è uno Stato, non c’è Israele. L’unico modo per tornare a essere una nazione, è riportare a casa gli ostaggi», dice fuori dall’auditorium Gil Dickmann, mentre il ministro Benny Gantz e l’osservatore del gabinetto di guerra Gadi Eisenkot, entrambi ex capi di Stato maggiore dell’esercito, stanno rispondendo alle domande dei rappresentanti delle famiglie.
Dall’incontro a porte chiuse trapela che Eisenkot abbia detto che «il ritorno degli ostaggi è la priorità suprema, prima ancora della distruzione di Hamas». Il premier Benjamin Netanyahu, in una conferenza stampa per i media locali, ha dichiarato: «Noi stiamo marciando con voi, io sto marciando con voi, tutto il popolo di Israele sta marciando con voi». Ma la solidarietà non basta più. «A seguito di forti pressioni – fa sapere il forum delle famiglie degli ostaggi – il Primo Ministro ha annunciato un incontro dei rappresentanti di tutte le famiglie con l’intero Gabinetto di Guerra», lunedì sera, in coincidenza con la Giornata mondiale dell’Infanzia.
Intanto, dal complesso della Kirya, Netanyahu ribadisce che «molte notizie» su imminenti accordi per liberare alcuni o tutti gli ostaggi sono «errate. Per ora non c’è alcun accordo». E il ministro Benny Gantz, che l’ha raggiunto dopo l’incontro con le famiglie degli ostaggi, dice che l’operazione di Tsahal a Gaza finirà «solo quando possiamo promettere sicurezza e riportare a casa i nostri ragazzi e le nostre ragazze». Sulle pagine del Washington Post il presidente Usa Joe Biden[…] ribadisce anche che per Hamas «ogni cessate il fuoco» serve «per ricostituire le scorte di razzi, riposizionare i combattenti e iniziare nuovamente a uccidere i civili».
(da agenzie)
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