BLUFF BERLUSCONI: “FINI DA SOLO VALE APPENA IL 2,8%”: MA ALLORA PERCHE’ SI PREOCCUPA TANTO?
UN SONDAGGIO IPR RIVELA CHE IL 53% DEGLI ITALIANI NON APPROVA GLI ATTACCHI DEL PREMIER AI MAGISTRATI, SOLO IL 41% E’ D’ACCORDO….NELLO STESSO PDL IL 21% NON CONDIVIDE LE POSIZIONI DI BERLUSCONI: E’ LA DIMOSTRAZIONE CHE FINI PARTE DA UN MINIMO DELL’ 8%… SENZA DI LUI FORZA ITALIA NON SARA’ PIU’ IL PRIMO PARTITO
In attesa della giornata di oggi, caratterizzata dallo struscio in Piazza del Duomo con la cerimonia della autoconsegna della tessera annonaria n°1 e, a seguire, di qualche altra social card ai fedeli precettati, il presidente del Consiglio ha dichiarato a una riunione di europarlamentari del Pdl (lui che non alimenta mai polemiche interne…) che “Fini da solo vale elettoralmente appena il 2,8%, al massimo se rifacesse An il 4,5%”.
Questo sulla base dei suoi sondaggi “infallibili”, forse come quelli che aveva commissionato per le Europee che attribuivano al Pdl tra il 40-45% di consensi e alla fine dalle urne uscì un misero 35.2%.
Forse il premier non si rende conto che gli italiani, a questo punto, gli porrebbero una semplice domanda, di cui ci facciamo interpreti: “Caro Silvio, ma se Fini non conta nulla, perchè ti preoccupi e ti agiti così tanto?”.
Possibile che un premier debba temere la scissione di un misero 2,8%, quando il Pdl viene dato intorno al 37%?
Cerchiamo allora di smascherare un bluff che sta andando avanti da tempo.
E partiamo da un sondaggio di ieri della Ipr che ha monitorato l’opinione degli italiani sulle accuse a magistrati e Corte di Cassazione, pronunciate dal premier a Bonn.
I risultati dicono che il 53% degli italiani non condivide la posizione di Berlusconi, il 41% è invece d’accordo, il 6% non ha opinione.
Esaminiamo i dati per fascia d’età : contrari al premier l’80% dei giovani tra i 18 e i 34 anni (favorevole il 6%, senza opinione il 14%) e il 55% di coloro che sono tra 35 e i 54 anni (37% i favorevoli, l’8% non si esprime).
Favorevoli alle dichiarazioni di Berlusconi invece il 64% di chi ha più di 54 anni (contrari il 36%).
Passiamo al sesso: tra le donne il 48% sono contrarie, il 46% favorevoli al premier, tra gli uomini il 58% è contrario, il 36% favorevole, il 6% non ha una idea.
Vediamo le fasce geografiche: i contrari vincono ovunque.
Sono il 52% al Nord, il 54% al Centro, il 51% al Sud. I favorevoli sono il 40% al Nord, il 44% al Centro, il 42% al Sud.
Ma vediamo i risultati per area di appartenenza: all’interno del Pdl ben il 21% sono contrari alle prese di posizione del premier contro la magistratura, il 78% favorevoli.
Ovviamente percentuali alte nel centrosinistra contrarie a Berlusconi, intorno anche al 95%. Ma ritorniamo al nostro ragionamento: il 21% di elettori del Pdl che non seguono Berlusconi nelle sue leggi ad personam, vogliamo dire che sono più vicino sicuramente a Fini?
Se così fosse, come tutto lascia supporre, in un partito diciamo del 37-38%, il 21% rappresenta un quinto del suo elettorato.
Tradotto in percentuale, vuole dire che Fini ha già uno zoccolo duro dell’8% da cui partire. Ricordate quando Berlusconi giurò di distruggere Casini che allora navigava intorno al 5%? Dopo due anni Casini è vicino al 7-8%.
Se qualcuno vuole fare dell’Italia e del Pdl una monarchia e vuole “espellere” il presidente della Camera per lesa maestà , Fini arriverà tranquillamente al 9-10%, avendo una struttura territoriale radicata, sedi ancora disponibili in tutta Italia, riserve economiche della fondazione di Alleanza nazionale e un cervello sicuramente più politico del premier.
Perlomeno parla di politica vera e non di come evitare i suoi processi, non si fa ricattare dalla Lega e non frequenta puttane.
Poichè la matematica si dice non sia una opinione, se Fini prende anche solo il 9%, vuole dire che il Pdl vedovo Gianfri, scende al 28% (dove peraltro era, prima della fusione) e non è più il primo partito italiano.
E non si venga a dire che sarebbe colpa di Fini, la responsabilità sarebbe di chi sta svendendo da tempo il popolo di centrodestra a un manipolo di razzisti, collusi con potentati economici della padagna del magna magna.
Qualcuno piuttosto sta tradendo la speranza di rinnovamento del popolo di centrodestra solo per pararsi il culo dalla aule giudiziarie.
Dissentire è un dovere, non un delitto.
Un’ultima osservazione ai berlusconiani “maestrini dalla penna firmata” che ci scrivono che “una destra sociale non deve esistere” o che ci accusano di lesa maestà : noi a destra ci siamo da decenni, non siamo saliti mai sul carro di alcun vincitore, abbiamo sempre pagato di persona le nostre scelte anticonformiste e le nostre battaglie di moralizzazione della politica.
Non abbiamo dovuto aspettare Berlusconi per fare politica a destra.
Quando qualcuno finanziava Craxi per favorire la propria attività imprenditoriale, c’era una destra vera, di giovani che lottavano per degli ideali, che venivano emarginati a scuola e in fabbrica, che sognavano giustizia sociale e rischiavano la pelle per difendere la propria libertà di espressione.
Noi abbiamo stima solo di chi fa politica per passione, ovunque sia schierato.
Tra persone oneste e libere il confronto non mancherà mai e il dialogo porta solo arricchimento.
Gli altri evitino di darci lezioni: avete sbagliato indirizzo.
Ascoltatevi “meno male che Silvio c’è” o mettetevi il fazzoletto verde al collo in sezione (salvo poi nasconderlo in tasca o in borsa quando uscite) e non rompeteci le palle coi vostri lodi e le vostre ampolle di acqua zozza.
La vignetta è di Alfio Krancic.
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