BOCCIA TORNA ALLA CARICA E CHIEDE LA TESTA DELL’EX MINISTRO SANGIULIANO , CHE ORA È TORNATO A LAVORARE IN RAI
“PUÒ UNA PERSONA CHE HA DIMOSTRATO UNA COSÌ PROFONDA MANCANZA DI RISPETTO PER LA VERITÀ, E CHE HA USATO IL PROPRIO RUOLO ISTITUZIONALE PER DIVULGARE MENZOGNE, TORNARE A LAVORARE NELLA TELEVISIONE PUBBLICA, PER DI PIÙ IN RUOLI VERTICISTICI?”
Dal profilo instagram di Maria Rosaria Boccia
Quello che è accaduto negli ultimi mesi è qualcosa che non avrei mai pensato di dover raccontare, ma è necessario fare chiarezza. Ho assistito a un uso distorto del servizio pubblico, il principale mezzo d’informazione del nostro Paese, per veicolare insinuazioni, gossip e menzogne nei confronti di una cittadina che chiedeva solo trasparenza. Una macchina del fango si è attivata senza scrupoli, dal mettere in dubbio i miei titoli, a minimizzare il lavoro che ho sempre svolto ed i risultati ottenuti a suon di sacrifici.
Ho persino assistito ad un’intervista nel corso del principale telegiornale nazionale, che si è rivelata totalmente fuori luogo, le cui risposte fornite dal Ministro ad un compiacente Direttore, risultano oggi pacificamente false e che pertanto si ponevano quale unico fine la mortificazione della mia persona e della dignità di donna. Addirittura dall’articolo de Il Giornale a firma di Hoara Borselli, si apprende di un appello per fermare “gli attacchi” a Sangiuliano il quale a detta di amici starebbe vivendo il tutto in modo “drammatico”.
Tuttavia, la stessa vicinanza e solidarietà “disinteressata” non è stata posta in essere nei miei confronti a fronte delle menzogne e delle falsità artatamente create per minare la mia credibilità e la mia onorabilità; nessuna donna rappresentante delle istituzioni, né dell’informazione, ha ritenuto opportuno porre l’accento su quanto ingiustamente da me subito, a differenza dei numerosi attestati ricevuti quotidianamente da donne “comuni”.
Dall’esplodere della vicenda c’è stata una vera e propria persecuzione, il susseguirsi delle falsità (smentite senza ricevere lo stesso eco mediatico delle fake news) ha avuto un impatto devastante, mi sono sentita stalkerizzata da questo atteggiamento avverso il quale non ho potuto combattere ad armi pari. Persino dall’Autorità del Garante non ho trovato immediata tutela rispetto al “trattamento” ricevuto dagli organi di informazione, nessuna posizione Ufficiale è stata presa nonostante le diverse istanze presentate. Nessuno si è interessato al mio stato di salute o al danno subito quando uscivano notizie false su di me
Nessuno si è fermato a considerare l’impatto umano di quelle falsità. E ora che la verità sta finalmente emergendo, c’è un’allarmante tendenza a minimizzare tutto, come se reagire fosse un accanimento inutile, come se le mie ferite non avessero importanza e la mia dignità non andasse difesa.
Non ho ricevuto alcuna scusa da chi ha causato tutto questo, né dall’ex Ministro, il quale si accingere a riprendere il proprio posto di comando presso l’azienda Pubblica, né da chi ha prestato il fianco alla campagna denigratoria nei miei confronti che puntualmente è stato smentito su ogni menzogna diffusa in prima pagina.
Ma la domanda più importante è un’altra: può una persona che ha dimostrato una così profonda mancanza di rispetto per la verità, e che ha usato il proprio ruolo istituzionale per divulgare menzogne, tornare a lavorare nella televisione pubblica, per di più in ruoli verticistici? È legittimo chiedersi se la Rai, in quanto servizio pubblico, non debba prendere provvedimenti contro chi ha abusato di un mezzo così potente ed amplificato per diffamare.
La verità non può essere manipolata senza conseguenze, e chi lavora in una posizione di tale responsabilità deve essere irreprensibile. Non si possono accettare passivamente atteggiamenti del genere, non è possibile non indignarsi e pretendere che la televisione pubblica non venga sottomessa e messa al servizio di qualcuno per mortificare una persona, chiunque essa sia.
Maria Rosaria Boccia
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