BYE BYE RENZI: ALTRO CHE SERVIZI SOCIALI, CON L’ITALICUM RIVINCE BERLUSCONI
IL CAV IMBARCA DA CASA POUND A MARONI, ARRIVA AL 37% E CASINI GLI FA INCASSARE IL PREMIO DI MAGGIORANZA
Il telefono squilla di notte.
Il mio amico che fabbrica sondaggi ha avuto un incubo, appena rispondo, abbaia: “E se vince lui?”.
“Stavo dormendo. Lui chi?”. “Come chi? Lui, Berlusconi!”. “Vince cosa?”.
“Le prossime elezioni”.
“Rilassati — gli dico — durante le prossime elezioni starà preparando il ragù nel retro cucina di Don Mazzi. Circondato da ex tossici. Con un braccialetto elettronico alla caviglia, il grembiule sporco di sugo, un filo di barba, Dudù tra i piedi”.
“E allora?”.
“Allora cosa? Starà scontando l’affidamento ai Servizi sociali, altro che Palazzo Chigi”.
“Lui non ci va proprio a Palazzo Chigi, lo abolisce. Nel mio incubo, lui resta in grembiule, prima sparecchia il tavolone, poi fa accomodare i ministri, suona la campanella, e si mette a cucinare le leggi da lì”.
“Nella casa famiglia?”. “Bravo”. “Hai mangiato pesante”. “Ho controllato i numeri cento volte: può vincere di nuovo”. “Con l’Italicum?”. “L’ha voluto lui o sbaglio?”. “Lui e Renzi”. “Bravo, quel genio di Renzi”. “E allora?” “Pensaci. Arriva secondo. Va al ballottaggio, imbarca tutti, da CasaPound a casa Pannella, passando per casa Maroni e casa Don Mazzi, arriva al 37 per cento, Casini gli aggiunge il suo zero virgola qualcosa, lui incassa il premio di maggioranza. Bye bye Renzi. È fatta”.
Sarà che in piena notte i fantasmi danzano a loro agio.
Ma ecco che dal buio delle predizioni elettorali, arrivano pattinando gli ultimi numeri dei sondaggi, quelli di una sera fa, raccontati da Enrico Mentana, su La7.
E poi da Nando Pagnoncelli sul Corriere.
Come diceva il titolo? “Con l’Udc Berlusconi e centrodestra avanti. M5S sale, Pd giù”. Lapidario.
Al netto dei vent’anni trascorsi sulla linea isoipsa del baratro, immemori di corna e figuracce planetarie, delle mignotte e dello spread, della fregatura Alitalia e incidentalmente di una condanna definitiva, per frode fiscale, che dovrebbe essere delitto di massimo allarme sociale, ma che nel suo caso fa allegria, fa curriculum.
Dunque secondo quei numeri — e secondo il mio amico in paranoia — la bilancia delle monete elettorali ha accumulato quello spicciolo in più che di nuovo piega il destino verso la sua vittoria.
Che poi sarebbe la nostra sconfitta. Svelando, dentro al cilindro dove si allevano tutti i conigli politici, il volto sorridente e qualche volta inconsapevole, ma indubitabilmente democratico cristiano, di Pier Ferdinando Casini, il redivivo.
S’avanza nella sua nuvola di borotalco e polvere di voti, appena sbarbato dalla sua Azzurra che è pur sempre una Caltagirone, con rotative e palazzi incorporati, diseducata anche lei a stare ai margini del giro.
Chi se ne frega dei calci presi negli stinchi e degli insulti quando Silvio lo annoverava nel “trio sciagura”, con i desaparecidos Fini e Monti.
Di quando lo battezzava “l’orridissimo Casini” e in privato ancora peggio. Basta il suo foulard sulla bilancia elettorale ed ecco che il fondotinta berlusconiano ritorna a dilagare e forse a sommergerci, non di tragedia, ma di ridicolo.
Sarà interessante scoprire quale consesso di costituzionalisti verrà convocato al Quirinale per stabilire d’urgenza se sia possibile oppure no, indossando il grembiule dei Servizi sociali , guidare un governo nell’Occidente della signora Merkel e del dottor Draghi, fare contemporaneamente frittate coi carciofi e leggi di stabilità , “ripulire i cessi per imparare l’umiltà ”, come auspicò don Mazzi, e “ripulire i tribunali da certi magistrati rossi”, come promette da due decenni l’umile Unto del Signore.
Un’auspicabile Authority stabilirà in quali ore d’aria si varerà la nuova legge sui decoder e le frequenze. A quanti colloqui avrà diritto. Quante telefonate (intercettabili?) potrà fare.
Quanti incontri con lo psicologo e con il tetro Paolo Romani, il suo capogruppo. Quanti con le bimbe a tassametro, gli oligarchi ex sovietici, il povero Lavitola, eterno carcerato.
Servirà un decalogo? Oppure si varerà una nuova Bicamerale per riscrivere un po’ di Codice penale e un po’ di Galateo istituzionale?
E anche stavolta si renderà disponibile, quella vecchia volpe di Max D’Alema?
Dopo le revisioni della Costituzione e del Buon Senso si dovrà affrontare la spinosa questione dei nuovi processi — il Ruby Ter a Milano, la compravendita dei lombi di De Gregorio a Napoli, la tarantella di Tarantini a Bari — che potrebbero accrescere d’altri impedimenti la giornata già piena di detersivi e lavatrici del nostro (quasi) carcerato leader. Implementando la sua carriera criminale, il suo eterno debito con la giustizia. Che si fa, aboliamo i processi, aboliamo i reati, aumentiamo i suoi buoni pasto? O più prudentemente ci affideremo alla saggezza del Colle per una grazia a tre gusti, formato (casa) famiglia?
“Ahò, ti sei addormentato o ci sei ancora?” mi chiede il mio amico sondaggista. “No, niente pensavo. I vostri numeri sbagliano e tu sei troppo pessimista”. “Non conosci il Paese”. “Ho sonno”. “E soprattutto non conosci gli italiani. Buonanotte”.
Pino Corrias
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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