CACIOSCIACALLO
LA FUGA DI SALVINI DA MONDRAGONE E’ IL FRUTTO DELL’ODIO CHE SPARGE, SI ABITUI A ESSERE CONTRACCAMBIATO, SIAMO SOLO ALL’INIZIO
I centri sociali li paragona ai clan, perchè “evidentemente alla camorra dà fastidio che qualcuno parli di legalità ”: parole di un imputato per un reato aberrante come il sequestro di persona aggravato.
Da anni (da sempre?) Salvini porta avanti campagne di odio nei confronti di gruppi sociali per lucrare politicamente e quando siede al ministero dell’Interno “dimentica” di sgomberare i palazzi Cirio, così come ha “dimenticato” che poteva fare la flat tax mentre faceva cadere il suo governo tra un mojito e l’altro al Papeete.
Davvero è così strano che ieri non l’abbiano fatto parlare e gli abbiano tirato dell’acqua?
Matteo Salvini ieri a Mondragone si è ripreso indietro l’odio che sparge come era prevedibile dall’accoglienza che gli stavano preparando già dal mattino e come in fondo prevedeva anche lui, visto che da qualche tempo è impegnato nella strategia della vittima.
Racconta oggi Dario Del Porto su Repubblica che quando il cronista di Repubblica gli ha chiesto dell’opportunità di organizzare un appuntamento del genere in queste condizioni, in questo luogo e in questo momento, Salvini aveva già preparato la risposta: «E perchè? Siamo in democrazia, c’è diritto di parlare. Mi sembra una domanda mal posta onestamente».
Quando gli domandano se, da ministro dell’Interno, abbia affrontato il dramma del rione dormitorio della ex Cirio, Salvini dice: «La Campania è stata la regione che ha avuto più soldi e più uomini delle forze dell’ordine. Situazioni come questa le abbiamo risolte in altre regioni d’Italia».
Traduzione più sintetica. No, non lo ha fatto. Però oggi ci specula perchè accusa qualcun altro di doverlo fare.
Sì, è violento togliere il diritto di parola a qualcuno.
Come è violento andare a citofonare a un poveraccio accusandolo di essere uno spacciatore durante la campagna elettorale (e sarebbe violento anche se fosse davvero uno spacciatore).
Così come è violento inventare fregnacce sul Coronavirus creato in laboratorio per sfruttare l’edgerank di Facebook e conquistare visualizzazioni e poi non rettificare alcunchè di fronte alle smentite unanimi di tutti quelli che ne capiscono un po’ più di niente.
Così come è violento e criminale inventare che il ministro dell’Economia “ha firmato il MES” e gettarlo in pasto al popolo ben sapendo che non solo non è vero, ma è proprio impossibile.
O inventare che i bambini andranno a scuola nel plexiglas terrorizzando i genitori anche se è falso.
Da anni (da sempre?) Salvini porta avanti campagne di odio nei confronti di gruppi sociali per lucrare politicamente e quando siede al ministero dell’Interno “dimentica” di sgomberare i palazzi Cirio, così come ha “dimenticato” che poteva fare la flat tax mentre faceva cadere il suo governo tra un mojito e l’altro al Papeete.
Da anni il Capitano utilizza qualsiasi metodo per guadagnare voti e scappa davanti alle responsabilità di un politico, tra le quali ci sarebbe anche quella di evitare di farsi vedere senza mascherina in un momento in cui, come dice il governatore della Lombardia Attilio Fontana, è necessario essere responsabili.
Un’altra scena in cui c’è tutto Salvini l’ha raccontata stamattina Repubblica:
Salvini cammina con la mascherina tricolore abbassata al di là del confine della zona rossa delimitata dopo la scoperta dei focolaio. Quando glielo fanno notare, il Capitano se la ride e scavalca una fioriera, portandosi al di qua dell’area a rischio. «Così lui è contento», dice.
Ecco, Salvini è questo qui. Davvero è strano che ieri non l’abbiano fatto parlare e gli abbiano tirato dell’acqua?
(da “NextQuotidiano”)
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