CALENDA: “LA ROTTAMAZIONE HA STANCATO IL PAESE, UN LIBERISMO PRAGMATICO PUO’ RILANCIARE L’ITALIA”
LA SUA PROPOSTA: MIGRATION COMPACT, INDUSTRIA 4.0, MADE IN ITALY E TURISMO
In un intervento sul Foglio, il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda fa il punto sui risultati ottenuti negli ultimi anni di governo e sulle prospettive di crescita per l’Italia.
Calenda spiega che solo parte del paese è tornata a crescere e aggiunge che “questa porzione d’Italia resta troppo limitata e non riesce a trascinare con se il resto del paese.”
Dunque, il “divario che va crescendo, tra vincenti e perdenti” fa in modo che stia “riemergendo una ‘questione settentrionale’ per ora solo economica e sociale, che rischia però di ritrovare in autunno una dimensione politica.
Il paese ha solo parzialmente ‘cambiato verso’ e permangono molte fragilità e anomalie che frenano lo sviluppo”.
Secondo il ministro, la grande sfida che aspetta l’Italia nei prossimi anni sarà quella di “convincere gli investitori a darci spazi di manovra per varare provvedimenti a favore della crescita”.
Un eventuale fallimento, spiega Calenda, non sarebbe più tollerabile perchè “non potremmo più contare sul sostegno Usa, come accadde durante l’ultima crisi dei debiti sovrani. Nè tantomeno possiamo pensare che Macron tutelerà l’interesse dell’Italia in Europa”.
Inoltre, la crisi dei migranti, di cui l’Italia è diventato il principale punto d’ingresso in Europa, può “rafforzare la percezione del paese come anello debole, non solo finanziario, del continente” aggiunge il ministro.
Dopo una lunga diagnosi dei problemi, Calenda propone delle soluzioni.
Sul tema migranti, il ministro sostiene che sia “indispensabile portare l’Europa a varare finalmente quel ‘migration compact’…che affronta il problema delle migrazioni alla radice, e per il quale occorrono svariati miliardi di euro all’anno, che possono uscire solo dal bilancio comune di un’Europa nuova”.
Per quanto riguarda le sfide dell’economia politica, Calenda sottolinea il bisogno di un modello liberale che stimoli la crescita: “Il nostro obiettivo deve essere quello di catturare definitivamente la domanda internazionale di beni, servizi, turismo e cultura. Aumentare il rapporto tra esportazioni e Pil di 20 punti percentuali, come ha fatto la Germania grazie soprattutto alle riforme dell’era Schroeder, implica concentrare ogni euro disponibile su imprese, lavoro e competitività del paese. Dobbiamo sostenere e accelerare questa transizione verso un ‘modello tedesco’”.
Intervenendo sul “come” realizzare questo obiettivo, Calenda cita alcune misure effettuate dai governi Renzi e Gentiloni che andrebbero portate avanti nei prossimi anni: “Sostegno fiscali agli investimenti privati, all’innovazione e all’internazionalizzazione, ampliando il piano industria 4.0 e quello sul made in Italy, un taglio deciso del cuneo fiscale e contributivo a partire dai giovani, un investimento serio sulla formazione professionale e sulle altre politiche attive, il definitivo superamento di un modello contrattuale vecchio che raramente tiene conto di produttività , welfare aziendale e formazione”.
Calenda conclude il suo intervento auspicando che “tutte le forze politiche non sfasciste ma soprattutto il Partito democratico , il suo segretario e il presidente del Consiglio che nè è espressione” possano portare avanti un “progetto inclusivo e di ampio respiro, che già ha trovato alcuni importanti riscontri nell’azione degli ultimi Esecutivi ma che stenta a divenire racconto pubblico e visione politica”.
Aggiunge il ministro, “che per fare questo bisogna chiudere la fase di rottamazione…che ha stancato il paese e indebolito una leadership e un percorso di governo che hanno più meriti di quelli che oggi vengono generalmente riconosciuti”.
(da “Huffingtonpost”)
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