CAMUSSO: “IL GOVERNO SULLE PENSIONI SI RIMANGIA LA PAROLA DATA”
IL NO DELLA CGIL ALLA PROPOSTA DI ANDARE IN PENSIONE PRIMA E GRATIS CON 35 ANNI DI CONTRIBUTI
Si alza in extremis lo sbarramento per accedere all’accedere all’Ape agevolata: bisognerà avere almeno 30 anni di contributi se disoccupati e 35 se si è lavoratori attivi.
Lo ha riferito il segretario confederale Uil Domenico Proietti spiegando che su questi livelli minimi il sindacato sta ancora discutendo per cercare di abbassarli.
Una scelta che però non piace alla Cgil, che si aspettava requisiti di accesso molto più bassi. “30 anni per ape social? Il governo Renzi si rimangia la parola data (erano 20 anni di contributi). Sono inaffidabili”, ha detto il portavoce della segretaria della Cgil Susanna Camusso, Massimo Gibelli.
Secondo quanto riferito dal sindacato, potranno accedere all’Ape agevolata, la cui partenza è prevista l’1 maggio 2017 i disoccupati, disabili e alcune categorie di lavoratori impegnati in attività faticose purchè abbiano un reddito inferiore ai 1.350 euro lordi.
Per queste categorie il costo dell’anticipo pensionistico, attraverso un reddito ponte, sarà a carico dello stato. L’Ape partirà dal 1 maggio 2017.
Tra le categorie inserite nella platea dell’Ape agevolata, oltre ai disoccupati, i disabili e i parenti dei disabili, anche alcune categorie di attività faticose come le maestre, gli operai edili e alcune categorie di infermieri.
Tra i beneficiari anche i macchinisti e gli autisti di mezzi pesanti. Il governo quindi, secondo quanto spiega il sindacalista, scriverà ulteriori categorie oltre quelle previste già dalla normativa sui lavori usuranti.
Le risorse che saranno stanziate per il pacchetto pensioni ammonteranno a circa 1,5-1,6 miliardi per il 2017. Complessivamente saranno sei miliardi in tre anni.
In linea con le anticipazioni degli scorsi giorni, il governo ha riferito che la rata di restituzione del prestito in caso di anticipo pensionistico su base volontaria sarà pari a circa 4,5-4,6% per ogni anno di anticipo sulla pensione.
Proietti ha spiegato che il governo stanzierà delle risorse per questa misura, dato che il 4,5% annuo non copre il costo degli interessi dell’assicurazione e di una parte del capitale del prestito pensionistico, che sarà restituito in 20 anni una volta che il lavoratore sarà andato in pensione.
Al di fuori dei confini dell’Ape, potranno andare in pensione anticipata con 41 anni di contributi i lavoratori precoci, ovvero quelli che hanno 12 mesi di contributi versati prima dei 19 anni se disoccupati o se parte delle categorie previste per l’Ape social (lavoratori edili, maestre d’infanzia, alcune categorie di infermieri, etc).
Proietti ha spiegato che è “importante che sia passato il principio che con 41 anni di contributi si possa andare in pensione”.
In pratica i lavoratori precoci possono andare quindi in pensione con 41 anni di contributi, prima di aver raggiunto i 63 anni di età , limite previsto per l’accesso all’Ape agevolata. Il governo – ha aggiunto Proietti – ha anche confermato l’intenzione di togliere la penalizzazione (che sarebbe dovuta tornare nel 2019) per chi va in pensione prima dei 62 anni.
(da “Huffingtonpost“)
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