CANTIERI NAVALI: FUTURO A RISCHIO PER 100.000 LAVORATORI…E LA LEGA DANNEGGIA LA LIGURIA
OTTO STABILIMENTI FINCANTIERI IN TUTTA ITALIA, MA LE COMMESSE VANNO A MONFALCONE E MARGHERA…CHIESTO LO SBLOCCO DELLE COMMESSE PUBBLICHE, SESTRI E RIVA TRIGOSO PENALIZZATI DALLE SCELTE DI VERTICE… LA LEGA HA PENSATO SOLO A PIAZZARE UN SUO UOMO NEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI FINCANTIERI
Meyer Werft, i cantieri tedeschi, hanno appena “soffiato” due commesse che dovevano andare ai cantieri italiani: lo hanno fatto grazie a una migliore dotazione tecnologica, in particolare un capannone lungo 500 metri, sotto il quale si possono costruire navi giorno e notte e con qualsiasi tempo.
E’ solo l’ultimo segnale della profonda crisi della cantieristica italiana, un progressivo aggravarsi della situazione produttiva e occupazionale di tutto il settore, con il progressivo ridursi delle commesse.
Mentre in altri Paesi europei sono stati decisi interventi a sostegno del settore, in Italia manca un disegno coordinato e un livello di interventi sulla domanda.
Nel settore della navalmeccanica lavorano ben 100.000 addetti: il principale attore è pubblico, si tratta di Fincantieri con otto stabilimenti in tutta Italia.
I lavoratori chiedono lo sblocco delle commesse pubbliche, in particolare nei cantieri più a rischio, ma anche sostegno alla domanda privata.
Caso emblematico la Tirrenia: lo Stato potrebbe cedere la flotta ai privati che si impegnano contestualmente a rinnovare le unità più obsolete.
Una sorte di rottamazione che potrebbe usufruire di bonus e incentivi europei. Il crollo dei carichi di lavoro si è già tradotto per l’indotto con l’espulsione di 500 dipendenti dal ciclo produttivo.
E si profila che eventuali commesse non saranno distribuite in modo omogeneo, ma in base a criteri geopolitici.
Mentre da un lato molti auspicano il potenziamento degli ammortizzatori sociali e chiedono investimenti pubblici per metterci in grado di sostenere la concorrenza europea, qualcuno sta lavorando sottobanco per privilegiare alcuni cantieri per mere ragioni elettorali.
E’ notizia fresca e non ancora ufficiale che Fincantieri ha intascato un nuovo ordine da Carnival, la più grande società crocieristica del mondo.
Si tratta della costruzione della terza gemella della classe Dream, dopo la Dream e la Carnival Magic.
Indovinate dove verrà prodotta: a Monfalcone, come le prime due.
Emerge in modo sempre più evidente che sotto ci sono interessi, più che aziendali, politici, ovvero quelli della Lega di salvare i cantieri di Marghera e Monfalcone, di quella parte d’Italia che la vota, contro la scarsità del serbatoio elettorale ligure, ad esempio.
Dato che i fatti parlano chiaro, qualcuno cerca di giustificare la preferenza per i cantieri veneti con la “mancanza di un gioco di squadra” tra isitituzioni, che in Liguria non vi sarebbe, in Veneto sì.
E la Lega locale, messa alle strette, si giustifica ricordando che è stato messo un ligure nel consiglio di amministrazione di Fincantieri, Francesco Belsito.
A parte che lo ha messo Bossi in quota Lega e non certo i leghisti locali, che istanze rappresenti da luglio Belsito non è dato sapere.
In questo caso non si tratta di semplice occupazione del potere, già disdicevole in sè, ma di una presenza che risponde esclusivamente agli imput che arrivano da via Bellerio.
Se l’ordine è tutelare i cantieri veneti, tranquilli che gli ometti di Bossi obbediscono a chi li mantiene a libro paga.
In Liguria al massimo ci vengono a prendere il sole il fine settimana.
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