CARLO FIDANZA CI SCRIVE: “MIA POSIZIONE SULLE TRIVELLE VA DISTINTO DAL MIO INCARICO AL TURISMO DELLA GIUNTA TOTI”
LA REPLICA DEL NOSTRO DIRETTORE DOPO LA GENTILE PRECISAZIONE DEL NEODIRETTORE ALL’AGENZIA DEL TURISMO LIGURE AL NOSTRO ARTICOLO
Carlo Fidanza ci ha scritto una cortese nota di replica alle considerazioni esposte nel nostro articolo a margine. Lo pubblichiamo volentieri anche perchè non ha fatto alcuna pressione affinchè lo facessimo.
Riteniamo sempre proficuo il confronto ed è giusto dare spazio al diritto di replica dell’interessato, a cui rispondiamo con il nostro punto di vista
L’ARTICOLO DI DESTRA DI POPOLO
La questione non è di poco conto, ha chiari risvolti politici ed etici.
Il referendum sulle trivelle ha visto come promotori nove regioni: Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania, Molise.
La giunta di centrodestra della Liguria quindi è tra coloro che si sono schierati per il sì, posizione condivisa a livello nazionale da Lega, FdI e Forza Italia (quest’ultima in modo più “politico”).
In particolare il governatore Toti ha più volte affermato che il suo sarà un sì convinto a tutela del patrimonio ambientale e degli interessi turistici della Regione.
Ci si aspetterebbe, a questo punto, che i dipendenti di livello, di nomina politica di Toti, avessero il buon gusto o di adeguarsi o almeno di tacere.
Soprattutto se si è stati gratificati, tra mille polemiche e un curriculum inadeguato all’incarico, di una nomina a direttore dell’agenzia del Turismo della Liguria, per il “modesto” compenso di 90.000 euro l’anno (cifra e nomina che hanno fatto gridare allo scandalo le opposizioni).
Lasciamo perdere la tesi per cui la nomina di Fidanza (trombato alle elezioni) sia stata imposta a Toti dalla Meloni per trovargli un incarico.
Fidanza oggi esprime legittimamente la sua posizione in dissenso dal suo partito, ritenendo errato votare Sì al referendum e annunciando la sua astensione con motivazioni “renziane”.
Non lo critichiamo per questo, si può dissentire dal partito.
Ma quando rappresenti il turismo di una delle nove regioni che hanno promosso la consultazione referendaria proprio per tutelare il turismo, non puoi dissociarti da una scelta ampiamente condivisa.
Salvo in un caso: che lunedi presenti le dimissioni dall’incarico di cui è stato gratificato.
Siamo certi che per persone tutte di un pezzo la coerenza valga di più dei 90.000 euro a cui dovrà rinunciare.
LA RISPOSTA DI CARLO FIDANZA
Caro Direttore,
mi dispiace che l’attenzione del suo giornale si sia soffermata su una vicenda assolutamente inconsistente.
Come facilmente riscontrabile, infatti, ho scritto un post (peraltro argomentato e pacato, per nulla polemico) sulla mia pagina facebook politica, che ho volutamente tenuto totalmente distinta dal lavoro istituzionale che da poco più di un mese svolgo a capo dell’Agenzia “In Liguria”.
Non rientra nelle prerogative di chi dirige l’Agenzia dissertare in quella veste di trivelle e referendum, il Presidente Toti non mi ha nominato per quello ma per rafforzare e rilanciare “In Liguria”, compito a cui mi sto dedicando con passione e sul quale verrò giudicato.
Paradossalmente, con zero o con cento trivelle nel Mar Ligure, il mio compito sarebbe sempre lo stesso: promuovere le bellezze del nostro territorio sui mercati nazionali e internazionali.
Quanto alla presunta mancanza di competenze, a un attento cronista come lei non sarà di certo sfuggito il generale plauso con cui le principali associazioni di categoria del turismo ligure hanno accolto la mia nomina: una stima maturata negli anni del mio impegno per il turismo al Parlamento Europeo e sul territorio, facilmente riscontrabile con una banale ricerca su google alla voce “Carlo Fidanza turismo”.
Quanto infine alla polemica sul compenso, ricordo una volta di più che si tratta della stessa somma percepita dal mio predecessore.
Cordiali saluti.
Carlo Fidanza
LA REPLICA DEL NOSTRO DIRETTORE
Carlo Fidanza è un politico troppo “navigato” per non comprendere che la “pagina politica” Fb di un personaggio pubblico ha sempre una valenza istituzionale.
Potrei qua citare decine di casi di polemiche (e talvolta di dimissioni) che hanno generato le malaccorte esternazioni pubbliche di politici locali.
A molti liguri è sembrato singolare che il neo-direttore dell’Agenzia del turismo ligure prendesse una posizione opposta a quella della Giunta regionale presieduta da Giovanni Toti. Noi siamo tra quelli, fermo restando il suo ovvio diritto al dissenso: certo che se il compito è quello di “promuovere le bellezze della Liguria”, suona strano che qualcuno possa immaginarle in una cartolina simbolica con un fondo di trivelle.
Questione competenza: sappiamo tutti che il nome di Fidanza era stato perorato in un primo tempo da Giorgia Meloni per l’assessorato al Turismo ligure, in quota FdI. Operazione poi non andata in porto perchè il partito locale si era opposto alla “invasione” di un milanese a fronte dell’esigenza di gratificare esponenti locali (leggi il sanremese Berrino).
Pertanto la sua successiva nomina a direttore dell’agenzia del Turismo è stata letta da tutti come una sorta di compensazione politica per la mancata nomina ad assessore, non certo per criteri di competenza. La quale peraltro si limita all’aver fatto parte della Commissione Trasporti e Turismo al Parlamento europeo, eletto nella circoscrizione Lombardia-Piemonte-Liguria, per una sola legislatura.
Mi limito a dire che il problema del turismo, in un’ampia visione politica, non dovrebbe essere solo quello di rappresentare gli interessi delle piccole lobby (che sicuramente avranno gioito per la sua nomina) ma soprattutto dei “fruitori” del turismo in Liguria.
Questione compenso: qua Fidanza finge di dimenticare un piccolo dettaglio.
E’ vero che percepisce 90.000 euro, ovvero la stessa cifra del suo predecessore, ma con una “piccola differenza”.
Il direttore precedente era un funzionario di carriera della regione Liguria, un “prodotto interno” che si sarebbe dovuto pagare in ogni caso, per capirci.
Andando in pensione, si poteva risparmiare “promuovendo” un interno con competenze specifiche.
Invece è stato scelto un esterno “politico”, con nomina diretta e discrezionale e senza concorso.
Non proprio la stessa cosa…
Cordialmente
Riccardo Fucile
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