CAROLA RIMETTE IN MOTO LE MACCHINE E SI AVVICINA ALL’IMBOCCATURA DEL PORTO DI FRONTE AI VILI CHE NON RISPONDONO ALLE RICHIESTE DELLA UE DI SBARCARE I PROFUGHI
GRANDE CAPITANA IN UN MONDO DI VIGLIACCHI: ” O MI AUTORIZZATE O LI FACCIO SBARCARE CON I GOMMONI”… GLI STESSI VILI CHE SE I PROFUGHI SI BUTTASSERO IN MARE INTERVERREBBERO PER EVITARE DI FINIRE IN GALERA PER STRAGE
La Sea Watch 3 forza la mano e prova ad entrare in porto a Lampedusa.
Ferma da 24 ore a tre miglia dall’isola in attesa dell’autorizzazione della Capitaneria di porto ad attraccare, questa mattina la comandante Carola Rackete ha scritto alle autorità informandole del fatto che erano trascorse 24 ore dalla comunicazione dello stato di necessità .
Ma anche questa volta nessuna risposta e così alle 14.16 la Rackete ha mandato avanti le macchine dichiarando di fare ingresso in porto.
A circa un miglio, le motovedette della Guardia di finanza hanno intimato di spegnere le macchine e la nave si trova ora ferma subito fuori dal porto.
L’intenzione della Sea Watch sarebbe quella di portare a terra i 42 migranti sui due gommoni della nave, la Guardia di finanza non ha dato alcuna risposta.
Una nuova mossa dunque nel tentativo di sbloccare una odissea che sembra non avbere fine per i 42 a bordo.
Questa mattina gli avvocati Leonardo Marino e Alessandro Gamberini, legali della Sea-Watch, hanno presentato un esposto alla procura della Repubblica di Agrigento. “Vogliamo portare all’attenzione dei magistrati – spiegano – i tratti essenziali della vicenda, relativa alla presenza, davanti al porto di Lampedusa, della nave Sea-Watch 3”. I difensori chiedono di valutare la “sussistenza di eventuali condotte di rilevanza penale, poste in essere dalle autorita marittime e portuali preposte alla gestione delle attivita di soccorso, nonchè demandare alla valutazione dell’autorita giudiziaria l’adozione di tutte le misure necessarie a porre fine alla situazione di gravissimo disagio a cui sono attualmente esposte le persone a bordo della nave”.
(da agenzie)
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