CASO MARO’, DOPO DUE ANNI L’ITALIA SCOPRE L’ACQUA CALDA: RICORSO AL TRIBUNALE INTERNAZIONALE DELL’ONU
ERA IL PASSO LOGICO SUGGERITO FIN DA SUBITO DALLA MARINA MILITARE: ANDAVA IMMEDIATAMENTE CONTESTATA LA GIURISDIZIONE DELL’INDIA, ALTRO CHE TRIBUNALI FARSA
Dopo due anni trascorsi inutilmente nella giungla delle leggi, dei tribunali e della politica indiana, il governo italiano si prepara a compiere un passo che gli esperti legali della Marina militare avevano suggerito sin dall’inizio.
Ricorrere al Tribunale internazionale Onu del diritto del mare di Amburgo, per chiedere una composizione internazionale sul caso dei due fucilieri Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. La mossa potrebbe essere resa pubblica già questa mattina, anche se il procuratore precisasse che per la Nia i due accusati non dovranno essere puniti con la pena di morte, ma giudicati solo per il reato di “utilizzo della violenza” e non per quello di “omicidio”.
L’Italia dovrebbe quindi rifiutare formalmente la giurisdizione indiana e appellarsi al Tribunale di Amburgo.
Il ministro degli Esteri Emma Bonino ha previsto anche di ritirare per protesta l’ambasciatore a New Delhi Daniele Mancini, una mossa che sarebbe provvisoria, perchè poi a Delhi di un ambasciatore d’Italia c’è bisogno, visto che il caso continuerà a trascinarsi ancora per molto tempo.
Ieri notte, a sorpresa, il Ministro della Difesa Mario Mauro ha deciso di volare a New Delhi per rimanere in ambasciata accanto ai due fucilieri. Un viaggio estemporaneo, che conferma quanta confusione e fibrillazione ci sia nel governo.
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