CASO REGENI: NEW YORK TIMES CHIEDE A OBAMA DI RIVEDERE I RAPPORTI CON L’EGITTO, SOLO NOI STIAMO ANCORA A SENTIRE LE BALLE DI AL SISI
ALTRO DIETROFRONT, CADE L’ULTIMA PISTA DELLA CRIMINALITA’ COMUNE: IL MINISTERO DEGLI INTERNI EGIZIANO SCONFESSA LA VERSIONE DEGLI INVESTIGATORI… SOLO IN ITALIA LA DESTRA PATACCA TACE E FIANCHEGGIA IL REGIME MILITARE
“Non abbiamo modificato le nostre posizioni. La ricerca per l’assassino di Giulio Regeni è ancora in corso e le autorità italiane saranno aggiornate sugli sviluppi”.
Il portavoce del ministro dell’Interno egiziano, il generale Abu Bakr Abdel Karim, parlando nella trasmissione televisiva Yahduth fi Mirs andata in onda sull’emittente ‘Mbc’, ha sostanzialmente sconfessato la versione degli investigatori che nei giorni scorsi avevano attribuito la morte del ricercatore italiano a una banda di criminali specializzati nel rapimento di stranieri.
Il portavoce del ministro ha tenuto a precisare che “non c’è stato alcun cambiamento dopo le pressioni del governo italiano”, ma nei giorni scorsi il premier Matteo Renzi, riferendosi proprio alla nuova versione fornita dagli egiziani, aveva detto: “L’Italia non si accontenterà di nessuna verità di comodo”.
Lo stesso ministro dell’Interno egiziano Magdi Abdel-Ghaffar, a margine dei lavori parlamentari, ha affermato che l’inchiesta sul caso Regeni è diventata molto difficile a causa delle campagne ostili, condotte soprattutto dai media, che sollevano costantemente dubbi sugli sforzi dell’Egitto per risolvere il caso. ”
Il 5 aprile gli investigatori egiziani sono attesi a Roma, dove dovrebbero fornire risposte al procuratore Pignatone.
Lo stesso Pignatone, in una nota, fa sapere di aver ricevuto oggi “una lunga telefonata dal procuratore generale della Repubblica Araba di Egitto”.
Nel corso del colloquio il magistrato egiziano ha “ribadito l’impegno – prosegue la nota – di continuare le indagini in ogni direzione, sino all’accertamento della verità “.
Inoltre, Pignatone fa sapere che, nel corso dello stesso colloquio, il procuratore generale egiziano ha confermato che, in occasione dell’incontro del 5 aprile, le autorità egiziane consegneranno tutta la documentazione richiesta dagli inquirenti italiani e quella ulteriormente raccolta.
Il caso Regeni ha suscitato sconcerto e preoccupazione anche negli Stati Uniti. L’escalation della repressione in Egitto, con le detenzioni arbitrarie, l’uso della tortura e di omicidi, tra cui l’assassinio del ricercatore italiano, sono stati denunciati in una lettera inviata da alti esperti americani sul Medio Oriente al presidente Usa Barack Obama.
Lo rivela il New York Times che, prendendo spunto dalla denuncia, chiede all’amministrazione Obama di rivedere i rapporti con l’Egitto.
(da “La Repubblica”)
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