Maggio 6th, 2020 Riccardo Fucile
CON LE FRONTIERE BLINDATE, LA MANCANZA DI BRACCIANTI STRANIERI, GLI ITALIANI CHE RIFIUTANO IL DURO LAVORO AGRICOLO, SCHIZZA IL PREZZO DEI PRODOTTI AGRICOLI
Ettore Livini su Repubblica oggi racconta il rincaro di frutta e verdura durante l’emergenza Coronavirus certificato dall’ISTAT. I prezzi dei beni alimentari, certifica il termometro ufficiale dell’Istituto di Statistica, sono cresciuti del 2,8% ad aprile, molto più di un’inflazione rimasta ferma al palo.
La realtà degli scaffali dei supermercati racconta però una storia più turbolenta: il costo delle arance è cresciuto del 24% nel primo mese di lockdown per la caccia “salutista” alla vitamina C e per l’aumento del 30% dei costi logistici.
Il prosciutto cotto è balzato del 13% (dati Ismea) perchè nessuno ha più voglia di accalcarsi ai banchi dei salumi e compra la busta pre-affettata, che è più cara.
Il boom della domanda ha mandato alle stelle il prezzo dell’alcol – «noi all’ingrosso lo vendiamo sempre a 0,9 euro al litro» assicura il presidente di Assodistil Antonio Emaldi – mentre il costo di cavolfiori (+93%), broccoli, carote e cipolle è stato trainato all’insù dalla richiesta di verdura non deperibile.
«Il mercato da fine febbraio ha vissuto una rivoluzione – dice Lorenzo Bazzana, responsabile economico di Coldiretti – . La chiusura di bar e ristoranti, che coprono il 35% degli acquisti alimentari in Italia, ha messo ko carne, latte e formaggi stagionati, le frontiere blindate hanno bloccato import ed export, la mancanza di braccianti stranieri ha penalizzato i raccolti. E la gente, impossibilitata a muoversi, è stata costretta a far la spesa nel negozio più vicino a casa e non in quello più conveniente».
Il listino di carne bovina e suina vive invece una situazione bipolare: i prezzi all’ingrosso sono scivolati del 35%, quelli al dettaglio sono rimasti più o meno sui livelli pre-coronavirus o addirittura cresciuti come è successo ai wurstel (+11%) e alla carne in scatola (+6%) grazie al sostegno della domanda.
«Viviamo un momento paradossale – dice Francois Tomei, direttore generale di Assocarni – . Siamo costretti a macellare i capi malgrado il crollo del loro valore per rifornire la grande distribuzione, ma le parti più nobili come filetto e roast-beef destinate di solito ai ristoranti finiscono diritte nei congelatori perchè invendibili».
(da agenzie)
argomento: carovita | Commenta »
Aprile 24th, 2019 Riccardo Fucile
E IL TAGLIO DELLE ACCISE PROMESSO DA SALVINI E’ UN RICORDO LONTANO
Niente da fare. Il ponte del 25 aprile — con le vacanze di Pasqua alle spalle — ha fatto mettere in viaggio diverse migliaia di italiani che, sulle autostrade del Paese, si sono resi conto del costo benzina in costante aumento.
In diverse aree, infatti, il carburante è arrivato a superare la soglia psicologica dei due euro a litro. Sembrano lontanissimi, insomma, i tempi in cui quello che diventerà il futuro ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini, prometteva il taglio delle accise con la Lega al governo.
L’osservatorio carburanti del Mise segnala tutte le stazioni di servizio dove la benzina è più cara: sull’A1 Milano-Napoli, è il caso dei 2,041 euro al litro segnalati nell’area Lucignano est (Arezzo) al servito; 2,051 euro al litro ad Arno ovest (Firenze); 2,071 a San Pietro (Napoli); 2,020 San Zenone est (Milano).
Il tutto a poco più di un anno da quella che era considerata una delle proposte che fungeva da cavallo di battaglia per Matteo Salvini, ovvero l’abbattimento delle accise sul costo dei carburanti.
Il prezzo medio in Italia, oggi, si aggira intorno alla cifra di 1,618 euro al litro per il fai da te, ma sono diverse le aree del Paese in cui si sfiora e si supera la soglia dei due euro.
Una sorta di limite di non ritorno per gli automobilisti italiani, soprattutto in un periodo di frequenti spostamenti, dove ad attraversare strade e autostrade del Paese sono 9,1 milioni di turisti
(da agenzie)
argomento: carovita | Commenta »
Aprile 18th, 2019 Riccardo Fucile
AVREBBE ANCHE UN IMPATTO NEGATIVO SULL’OCCUPAZIONE, SOPRATTUTTO DEL COMMERCIO AL DETTAGLIO
Potrebbe andare peggio che nel 2013. Non solo contrazione dei consumi, ma anche dei redditi, e dell’occupazione.
Se scatteranno le clausole di salvaguardia, e aumenteranno le aliquote Iva, le conseguenze potrebbero essere di un ulteriore ripiegamento dell’intero sistema, spiega il responsabile del Centro Studi di Confcommercio Mariano Bella: “Gli ultimi due aumenti Iva sono stati nel 2011 e nel 2013, e quei tre anni sono stati tra i peggiori della nostra storia economica in termini di consumi. Ma nella situazione attuale di domanda debole i produttori potrebbero decidere di evitare una traslazione completa sui prezzi, e in quel caso l’imposta graverà in parte anche sui redditi dei produttori, diventando ancora più nociva per l’economia perchè avrà un impatto su tutta la filiera produttiva, dall’agricoltura all’industria”.
Potrebbe anche risentirne l’occupazione: riducendosi il margine di guadagno, le imprese potrebbero decidere di produrre un po’ meno, e quindi di utilizzare meno lavoratori, a fronte anche di una domanda che comunque sarà in calo. L’Istat ha stimato una contrazione dei consumi nell’ordine dello 0,2% annuo, ma a molti è sembrata un’ipotesi ottimistica: Confcommercio ritiene che si arriverà allo 0,7- 0,8%, calcolando 382 euro di maggiori tasse a testa e 889 euro in più a famiglia.
Confesercenti parla di una perdita di consumi nell’ordine dei dieci miliardi nel giro di due anni, le associazioni dei consumatori si spingono anche oltre, a cominciare dal Codacons che stima in 1.200 euro annui la stangata per ogni famiglia, a parità di consumi.
A pagare saranno soprattutto le persone in difficoltà economica, a meno che non si attuino misure di salvaguardia sociale ( vedi l’articolo qui sopra). La Cgia di Mestre ricorda ad esempio che l’operazione si tradurrà in una partita di giro tutta a svantaggio dei più poveri, che rientrando nella no tax aerea non beneficeranno di alcuna riduzione dell’Irpef, ma saranno costretti a farsi carico dell’aumento dei prezzi che grava in buona parte sui beni di largo consumo.
L’aumento dell’aliquota Iva dal 10 al 13% interessa carni, pesce, energia elettrica per uso domestico, gas metano per uso domestico, quello dal 22 al 25,2% abbigliamento, calzature, detersivi, elettrodomestici.
Le conseguenze si potrebbero tradurre in un ulteriore calo del prodotto interno lordo, concorda Confesercenti: “È dal 2010 che ci portiamo dietro queste clausole di salvaguardia – ricorda il segretario generale Mauro Bussoni – e in quegli anni, tra il 2011 e il 2013 e poi anche dopo, il gettito aggiuntivo è stata una delusione, tant’è vero che poi a lungo si è evitato di riproporre un ulteriore aumento, per evitare l’impatto negativo sui consumi interni che valgono il 60% del Pil”.
L’eventuale aumento, valuta la Cgia, si tradurrà per l’Italia in un primato non certo invidiabile: “Dal 2020 i consumatori italiani saranno sottoposti all’aliquota Iva ordinaria più elevata tra tutti i Paesi dell’area dell’euro, – dice il segretario, Renato Mason – con un serio rischio che l’economia sommersa assuma dimensioni ancor più preoccupanti”.
(da agenzie)
argomento: carovita | Commenta »
Febbraio 28th, 2019 Riccardo Fucile
SECONDO L’ISTAT IL CARRELLO DELLA SPESA RINCARA DEL 2,1%, UN AGGRAVIO DI 400 EURO EURO A FAMIGLIA SU BASE ANNUA… E’ IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO O NO?
Chiamatelo, se volete, l’effetto del caro zucchina: netta accelerazione del prezzo del carrello della spesa a febbraio.
I beni alimentari, per la cura della casa e della persona, segnala l’Istat, passano da +0,6% a +2,1% e i prodotti ad alta frequenza d’acquisto da +0,8% a +1,7% (entrambi si portano al di sopra dell’inflazione generale).
«A febbraio per le famiglie i prezzi dei beni a elevata frequenza di acquisto sono cresciuti in misura significativamente più elevata del paniere nel suo complesso (a causa soprattutto dei vegetali freschi)», sottolinea l’istituto di statistica.
A pesare sono soprattutto i vegetali freschi, che costano il 18,5% in più rispetto allo scorso anno, in un mese segnato dal maltempo.
A dare il senso dell’aumento del caro prezzi è il Codacons: «Siamo in presenza di un tasso d’inflazione fortemente oscillante, che rispecchia l’incertezza che sta caratterizzando negli ultimi mesi l’economia italiana. Occorrerà attendere le prossime settimane per capire l’andamento reale dei prezzi al dettaglio nel nostro paese, e verificare se i listini usciranno dalla fase di debolezza registrata a inizio anno».
«Considerando i dati ufficiali Istat sulla spesa annua delle famiglie per i consumi, una inflazione all’1,1% determina un aggravio di spesa pari a +338 euro su base annua per la famiglia «tipo», spesa che sale a più 429 euro annui se si considera un nucleo con due figli – spiega il Codacons – Ad incidere sull’aumento di spesa sono in particolare i beni alimentari, che a febbraio registrano una crescita del +2,1%, con un maggiore esborso che raggiunge i più 155 euro annui per una famiglia con due figli».
(da agenzie)
argomento: carovita | Commenta »
Gennaio 8th, 2019 Riccardo Fucile
L’ANALISI DEI RINCARI STILATA DA FEDERCONSUMATORI: “CI SARA’ UN ULTERIORE IMPOVERIMENTO DELLE FAMIGLIE”
Per il nuovo anno “si prospettano aumenti e rincari”. Lo afferma Federconsumatori spiegando che la stangata di prezzi e tariffe per il 2019 per una famiglia media sarà pari a +842,81 euro l’anno.
L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha aggiornato le previsioni relative agli aggravi che colpiranno le famiglie nel 2019.
“Gli aumenti dei pedaggi autostradali — spiega l’associazione — risultano contenuti grazie all’accordo che prevede lo stop dei rincari (solo il 10% delle autostrade italiane non è interessato da tale accordo). Inoltre, gli aumenti relativi alle tariffe applicate dai professionisti subiscono una frenata in parte motivata dalla flat tax. I costi relativi a mutui e servizi bancari e assicurativi risultano in crescita a causa dell’incremento della tassazione e dell’aumento dello spread“.
“Tali aumenti avvengono in un contesto delicato, in cui si prospettano ulteriori tagli del reddito dovuti all’abolizione, operata in manovra, del tetto posto alle aliquote comunali e regionali. Fattore che contribuirà impoverire ulteriormente le famiglie, che già oggi non dispongono delle risorse economiche sufficienti a sostenere aumenti di questa portata. Si rende pertanto necessario un intervento del governo per fare in modo che le scelte assunte non si ripercuotano, come e’ facile prevedere, sui cittadini. Inoltre — concludono — si rende improrogabile l’avvio di provvedimenti urgenti tesi a rilanciare l’occupazione e rimettere in moto l’intero sistema economico, attraverso investimenti per lo sviluppo e la crescita di cui, nella manovra, non si vede alcuna traccia”.
(da agenzie)
argomento: carovita | Commenta »
Ottobre 23rd, 2018 Riccardo Fucile
RAPPORTO ISTAT: FENOMENO IN CRESCITA, MOLTI COSTRETTI A LIMITARE I CONSUMI
Cresce in Italia il numero di persone che soffrono di “povertà energetica”.
Nonostante vivano in una delle nazioni cone le infrastrutture più avanzate d’Europa (e dove non mancano di certo le forniture di materia prima), sono in aumento le famiglie che non riescono a pagare le bollette o che non riesce riscaldare in maniera adeguata la propria abitazione”.
Si tratta di un fenomeno già al centro dell’attenzione, sia delle istituzioni e delle ong che si occupano di disagio sociale, sia da parte di chi segue i temi dell’energia.
Ma un nuovo allarme è contenuto da un documento appena pubblicato dall’Istat che riprende i Sustainable Developement Goals: i 17 abiettivi adottati nel 2015 dall’Assemblea delle Nazioni Unite per “porre fine alla povertà , proteggere il pianeta assicurare prosperà a tutti”.
Tra questi obiettivi, c’è anche la necessità non solo di sviluppare politiche in favore dell’ambiente, ma nche di assicurare alle famiglie più bisognose un livello di energia adeguato per le proprie necessità .
Eppure, l’obiettivo di sconfiggere la povertà energetica non solo è ancora lontano dall’essere raggiunto, ma coinvolge anche la parte più avanzata dell’Unione Europea e, ovviamente l’Italia.
Come segnalato dalla rivista Energia, il rapporto dell’Istat ha messo in evidenza come anche nel nostro paese “cresce la quota di popolazione che non riesce a riscaldare l’abitazione”.
Un fenomeno che, seconda i dati citati relativi al 2016, riguarda il 16,5% delle famiglie italiane, poco più di 9 milioni di persone, considerando il dato di 2,3 membri a nucleo.
Un fenomeno di stretta attualità , visto gli aumenti delle tariffe per l’elettricità e il gas naturale degli ultimi due trimestri e considerando che ulteriori rincari (per le condizioni generali del mercato nonchè dei prezzi della materia prima) saranno inevitabili anche con la fine dell’anno.
Aumento dei prezzi, del gas in particolare nelle regioni del centro-nord Italia, costringe le famiglie in stato di disagio a ridurre i consumi, rendendole più vulnerabili. Allarme povertà energetica: “Una famiglia su sette non riesce a riscaldare casa”. Il freddo si paga in morti mentre le bollette sono bollenti
Dati confermati di recent anche dall’Osservatorio Ue sulla povertà energetica, un’iniziativa lanciata da Bruxelles per raccogliere e comparare i dati in tutti gli Stati membri sui differenti aspetti dell’accesso all’energia.
Insieme all’Irlanda, abbiamo la terza elettricità più cara della Ue, dietro a Danimarca e Germania, mentre sulgas andiamo sempre in terza posizione, questa volta a braccetto con la Spagna e dietro a Svezia e Portogallo.
Non un caso, forse, che ben il 9,1% delle famiglie italiane abbiano avuto problemi negli ultimi mesi a pagare le bollette dell’energia.
L’Italia è inoltre tra i Paesi con la più alta percentuale di abitazioni umide, con perdite e riparazioni da fare a tetti e infissi (23%, sesta su 28).
(da “La Repubblica”)
argomento: carovita | Commenta »
Ottobre 1st, 2018 Riccardo Fucile
DA OGGI LA STANGATA SULLE BOLLETTE: + 7,6%
Scatterà da oggi la stangata sulle bollette gas e luce come annunciato qualche giorno fa dall’Autorità di regolazione per l’Energia, Reti e Ambiente.
Pur in presenza del blocco degli oneri generali elettrici, l’autorità per l’energia (Arera), ha annunciato che la spesa per l’energia per la famiglia tipo in tutela registrerà un incremento del 7,6% per l’energia elettrica (+1,5 cent€/kWh) e del 6,1% per il gas naturale (+4,78cent€/Smc) rispetto alla spesa del terzo trimestre.
Secondo l’Arera, per l’elettricità la spesa (al lordo tasse) per la famiglia-tipo nell’anno scorrevole (compreso tra il 1° gennaio 2018 e il 31 dicembre 2018) sarà di 552 euro, con una variazione del +6,1% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (1° gennaio 2017 – 31 dicembre 2017), corrispondente a un aumento di circa 32 euro/anno.
Nello stesso periodo la spesa della famiglia tipo per la bolletta gas sarà di circa 1.096 euro, con una variazione del +5,9% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (1° gennaio 2017 – 31 dicembre 2017), corrispondente a circa 61 euro/anno.
La decisione, ha spiegato l’Arera, è stata dettata dall'”eccezionale situazione di tensione nei mercati energetici in Europa”, determinata da diversi fattori, tra cui “le sostenute quotazioni internazionali delle materie prime energetiche (i prezzi di riferimento per l’Europa del gas naturale e del carbone risultano in aumento del 13% e del 12%); l’aumento dei prezzi del gas trasportato via mare (GNL) sui mercati asiatici che limita in prospettiva l’offerta di gas naturale disponibile per l’Europa; la crescita senza precedenti del prezzo dei permessi di emissione di anidride carbonica (CO2, +29% negli ultimi tre mesi rispetto al trimestre precedente), e l’incertezza legata allo stop totale o parziale di 22 reattori nucleari su 58 in Francia, per manutenzione o limitazioni nell’uso dell’acqua per la refrigerazione degli impianti a causa delle elevate temperature estive”.
“Per far fronte ai forti aumenti dei prezzi delle materie prime energetiche e delle quotazioni all’ingrosso dell’energia elettrica e del gas che hanno raggiunto in Italia e in Europa livelli record, per l’elettricità l’Arera ha deciso di rinnovare il blocco degli oneri generali di sistema – ha sottolineato l’Arera -. Già in occasione dell’aggiornamento di fine giugno, gli oneri generali erano stati notevolmente diminuiti per attutire l’impatto dell’aumento del prezzo dell’energia. Ciò avrebbe dovuto comportare un aumento per recuperare il gettito perduto. Con questa manovra l’Autorità utilizza nella misura massima possibile la sua azione di ‘scudo’, rinviando di un ulteriore trimestre il rialzo necessario degli oneri. L’effetto complessivo di questa manovra è il contenimento della spesa per i consumatori elettrici, domestici e non domestici, di circa un miliardo di euro (per tutto il 2018), a beneficio sia del mercato libero che di quello tutelato”.
(da agenzie)
argomento: carovita | Commenta »
Dicembre 30th, 2017 Riccardo Fucile
DAI SACCHETTI BIODEGRADABILI AI PEDAGGI AUTOSTRADALI, PER I CONSUMATORI IL 2018 INIZIA IN SALITA
La luce, il gas, le autostrade. Ma anche la TARI, i ticket sanitari, le tariffe postali, i servizi bancari.
Sarà un 2018 pieno di rincari quello che si apprestano a vivere i consumatori italiani: gli aumenti di luce e gas arrivano in qualche modo annunciati.
L’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha annunciato aumenti che vanno dal 5,3% per l’elettricità al 5% per il gas a famiglia per il primo trimestre 2018.
Per l’energia elettrica l’aumento è dovuto, spiega l’Autorità , a vari fattori, tra cui la ripresa dei consumi (+1,6% la domanda elettrica nei primi undici mesi del 2017), ma anche alla «minore disponibilità della generazione idroelettrica nazionale per la scarsa idraulicità del periodo»: il 2017 è stato l’anno più arido degli ultimi 200 anni.
Per il gas, l’aumento invece è più «naturale», essendo legato alla stagione invernale. Ma tutto ciò si traduce in una spesa a famiglia di 535 euro (+7,5%) per l’elettricità e di 1.044 euro per il gas.
E non finisce qui.
C’è ad esempio l’introduzione a partire dal primo gennaio dei sacchetti della spesa a pagamento nei supermercati: non solo per questo, calcolano le associazioni di consumatori, costerà di più fare la spesa (+179 euro) ma anche mangiare fuori (+32 euro); riprenderà la corsa dei carburanti con effetti pari a +157 euro a famiglia, e da energia e benzina scaturiranno incrementi dei listini al dettaglio per complessivi 201 euro.
Per i trasporti (aerei, treni, taxi, mezzi pubblici, traghetti, ecc.) un nucleo familiare tipo dovrà affrontare una maggiore spesa pari a 75 euro; proseguiranno i rincari per i servizi bancari, già certificati nel corso del 2017, con un aggravio di 18 euro, e leggermente in salita risulterà anche l’rc auto (+13 euro).
Più caro anche mandare a scuola i figli, tra corredo, libri, mense e altri costi legati all’istruzione (+37 euro annui).
Ci sono poi le stime di Unintesa che riguardano la legge di bilancio.
Secondo i calcoli dell’associazione, nel 2019-2020 l’aumento delle aliquote Iva (quella ordinaria dal 22 al 25% e quella agevolata dal 10 all’11,5%) comporterà complessivamente un aumento del gettito tributario superiore a 30 miliardi di euro. Nel 2019, l’incremento sarà di 11,4 miliardi e nel 2020 di 19,1 miliardi per un totale di 30,5 miliardi.
E poi, prosegue Unimpresa, ci sono le 27 trappole fiscali, grazie alle quali lo Stato incasserà 29,6 miliardi aggiuntivi, cifra che porta il totale della stangata a 60,1 miliardi.
Nel dettaglio, per quanto riguarda le trappole, nel 2018 il gettito tributario complessivo salirà di 11,7 miliardi, nel 2019 crescerà di 9,5 miliardi e nel 2020 aumenterà di 8,3 miliardi.
Dalle misure sulla fatturazione elettronica derivano aumenti delle entrate per 202,2 milioni, 1,6 miliardi e 2,3 miliardi per un totale di 4,2 miliardi nel triennio.
La stretta sulle frodi nel commercio degli oli minerali “vale” 272,3 milioni, 434,3 milioni e 387 milioni per complessivi 1,09 miliardi.
La riduzione della soglia dei pagamenti della pubblica amministrazione a 5.000 euro frutta all’erario 145 milioni, 175 milioni e 175 milioni per complessivi 495 milioni. Dai nuovi limiti alla compensazione automatica dei versamenti fiscali derivano 239 milioni l’anno per tutto il triennio, con un totale di 717 milioni.
L’aumento dal 40 al 55% (per il 2018 e per il 2019) e al 70% (dal 2020) degli anticipi delle imposte sulle assicurazioni porteranno più entrate pari a 480 milioni nel 2018 e nel 2020 per 960 milioni complessivi.
Il ridimensionamento del fondo per la riduzione della pressione fiscale vale 377,9 milioni per il 2018, 377,9 milioni per il 2019 e 507,9 milioni per il 2020 per un totale di 1,2 miliardi.
Le nuove disposizioni in materi di giochi valgono in totale 421,2 milioni (rispettivamente 120 milioni 150,6 milioni e 150,6 milioni).
(da agenzie)
argomento: carovita | Commenta »
Luglio 23rd, 2017 Riccardo Fucile
DA NORD A SUD, PREZZI PIU’ ALTI CON PICCHI DA RECORD
Il Messaggero pubblica un’infografica riepilogativa su dati del Codacons in cui si racconta quanto costano ombrellone e lettino nelle spiagge italiane: nella gran parte dei casi, dal Nord al Sud, quest’anno sono più cari, con picchi da “record”. Quest’anno balza in prima posizione Marina di Pietrasanta.
AlTwiga, per il Presidential Gazebo — due letti marocchini, tavolo centrale, quattro lettini e, su richiesta, televisione e musica — si spendono mille euro.
Al secondo posto, l’hotel Excelsior di Venezia, dove una capanna — due lettini, due sdraio, tavolino con quattro seggiole e tre teli da mare — in posizione centrale il costo è 410 euro in prima fila, area centrale. L’estate scorsa, con un lettino in meno, era 355 euro.
Anche Porto Cervo ha sfondato il tetto dei 400 euro mentre l’anno scorso se ne pagavano 250.
Anche il Tuscany Bay all’Argentario — balzato nella top list — dove una tenda con quattro lettini costa 150 euro, e Borgo Egnazia in Salento, dove per una “cabana” attrezzata, inclusi acqua no-stop e frutta, ne servono 120 a fronte dei 100 di agosto 2016.
Più bassi, ma comunque alti, i picchi a Fregene e Capalbio, dove per un ombrellone e due lettini la spesa si aggira sui 50 euro al giorno. Poco meno, 42 euro, a Sabaudia, e, con 35 euro, al Circeo.
Si risparmia bastano 20 euro — a Torre di Cerrano. I rincari però sono diffusi.
Secondo un’indagine Adoc, i prezzi per ingresso, ombrellone, lettino e sdraio, in media, sono aumentati del 2,3%. In Sicilia, dell’8%. Seguono Sardegna, con +7,5%, ed Emilia Romagna, con +6,6%. Stabili i costi in Lazio, Puglia, Marche, Campania, Abruzzo, Molise. Scendono in Basilicata, con una riduzione del 3,7%.
Tullio Galli, coordinatore Fiba-Federazione italiana imprese balneari, segnala però che i prezzi degli esercenti sono liberi e che gli aumenti possono arrivare nelle strutture che hanno fatto investimenti per migliorare i servizi.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: carovita | Commenta »