Marzo 31st, 2021 Riccardo Fucile
PURTROPPO ERA SOLO UNA FINZIONE
Solo poche ore prima della diretta su Rete 4, il bollettino quotidiano sulla situazione epidemiologica
in Italia raccontava di 529 morti.
Nonostante questi (ennesimi) terribili numeri, Mario Giordano porta avanti il concetto del “The Show must go on”.
Si presenta all’interno di una gabbia che sta a simboleggiare i divieti per sabato, la domenica di Pasqua e il lunedì di Pasquetta (con l’Italia interamente in zona rossa), gridando (un grande classico) in favore di telecamera.
Poi si sposta, saltellando, nell’altra ala dello studio di Fuori dal Coro dove è stata allestita una spiaggia.
Mentre si parla in televisione, continuano a salire i contagiati e i ricoveri in ospedale, ma per Giordano l’importante è cavalcare il qualunquismo del “tutti liberi” (di contagiare)
(da agenzie)
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Marzo 30th, 2021 Riccardo Fucile
CHI E’ L’ACCOMPAGNATORE DI RENZI E IL CRAC IN SVIZZERA
Oltre alle regole fantasiose a destare critiche ci pensano anche gli accompagnatori scelti. Ad affiancare il senatore di Rignano in Bahrein c’era anche Paolo Campinoti (come si vede in foto a fianco), imprenditore di Siena, ex presidente di Confindustria Toscana sud.
Un anno fa era stato proposto per il Cda di Monte dei Paschi. Una nomina poi tramontata. Campinoti è ad della Pramac, parte della Ducati. Tutti i futuri piloti di Borgo Panigale passano dalla Pramac, quelli che Campinoti definisce “i suoi figliuoli”.
Domenica 28 marzo Campinoti invece di seguire il suo team, è volato in Bahrein insieme a Renzi. E probabilmente in questo c’entra anche il legame con Stefano Domenicali, amministratore delegato della società che gestisce il mondiale di Formula 1.
Le quote della Pramac
L’azienda Pramac, che vende elementi elettrici in tutto il mondo, si chiama Pr industrial Srl e la maggioranza è detenuta di un gruppo industriale statunitense. Campinoti controlla il 35 per cento della Pramac e lo fa attraverso la Casole lavorazioni industriali Srl, società di Firenze.
Il crac in Svizzera e i reati ipotizzati
Campinoti nel 2014 si ritrova coinvolto in una vicenda giudiziaria in Svizzera, ovvero il crac della Pramac Swiss Sa. Amministrazione infedele, bancarotta fraudolenta, frode del pignoramento e diminuzione dell’attivo in danno dei creditori: queste i reati ipotizzati in capo a Campinoti e agli altri tre dirigenti.
Da quella vicenda 130 dipendenti ne uscirono senza un lavoro e fu lasciato un debito di 144 milioni di franchi.
(da TPI)
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Marzo 29th, 2021 Riccardo Fucile
TRASFORMA UN TOMBINO OTTURATO IN UNO RIMESSO A NUOVO CON IL PENNARELLO PAINT: LA RETE SI SCATENA
Alla battaglia per il Campidoglio non poteva mancare il capitolo dei tombini fake.
Tutto nasce da un account Twitter (@battaglia_persa) che posta la foto di una caditoia dopo la posa dell’asfalto su una strada – pare di Boccea, zona nord ovest della Capitale. Nella foto, il tombino ha la griglia occlusa dal bitume, cosicchè in pratica non è più in grado di fare il tombino, ossia raccogliere l’acqua di scolo o piovana ed evitare il noto fenomeno dell’allargamento delle strade romane.
Il documento viene postato sul profilo di Paolo Ferrara, consigliere 5 stelle di Ostia, che nel suo stile, prontamente risponde con lo stesso tombino, ma con griglie libere, e la frase “Dovete aspettare la fine dei lavori. Non stiamo mica ai tempi di Alemanno o Marino”.
Peccato che a occhio nudo si noti il grossolano lavoro di editing – dei tratti grigi da pennarellone – probabilmente riferibili a Paint.
Parte la raffica di commenti, sarcasmo e incredulità , e per qualche minuto il tombino photoshoppato diventa icona di molte cose, l’impossibilità di fare bene a Roma, nello specifico i lavori stradali, la disonestà intellettuale nemesi del movimento dell’onestà , la faciloneria con cui si prova a gabbare la tecnologia che invece non perdona, etc.
Scoperto dagli utenti che si sono sbizzarriti nei commenti, Ferrara ha poi cancellato il tweet. Ma le tracce dei lavori di manutenzione fasulli sono rimaste. “La foto non l’ho modificata io, l’ho trovata. Volevo solo essere ironico ma sono stato frainteso”
Tutto è iniziato dalla segnalazione di un tombino in zona Boccea completamente otturato, con tanto di foto pubblicata dall’account Battaglia persa.
Il consigliere, noto per le metafore con cui ha comparato i lavori di ordinaria amministrazione portati avanti dalla sindaca alla realizzazione della Cappella Sistina, questa volta ha deciso di mettersi lui a dipingere: dopo poco infatti è apparsa un’altra foto, dello stesso tombino, apparentemente risistemato. “Dovete aspettare la fine dei lavori, non siamo mica ai tempi di Alemanno o Marino”, ha twittato Ferrara.
Un’uscita che si è trasformata in un boomerang perchè gli utenti hanno semplicemente zoommato la foto postata dal consigliere e mostrato che era ritoccata. “Dici davvero? – ha chiesto Renzo – la fine dei lavori o la fine de Photoshop?”.
Quelle che dovrebbero essere delle fessure in cui l’acqua può scorrere liberamente, altro non sono che delle strisce nere disegnate. “Ma neanche Photoshop, ha usato direttamente Paint”, ride un altro utente.
Qualcuno fa notare anche che nella foto pubblicata da Ferrara è stata dimenticata mezza cicca di sigaretta: metà è rimasta, l’altra metà è stata ricoperta da una pennellata.
Il consigliere, ricoperto di commenti, ha cancellato il tweet ma qualcuno già chiede ironico “se per favore si possono rifare anche le strisce pedonali”.
(da agenzie)
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Marzo 26th, 2021 Riccardo Fucile
DRAGHI AVVERTE: “STAREI ATTENTO A FIRMARE CONTRATTI, LA PRONUNCIA DELL’EMA SUL VACCINO RUSSO NON ARRIVERA’ PRIMA DI 3-4 MESI”
La Campania più vicina a San Marino che a Bruxelles. De Luca più avanti della Commissione
Europea, degli Stati nazionali e persino della Lega di lotta e di governo. Salvini, infatti, aveva proposto di consentire ai transfrontalieri italiani di usufruire delle dosi di Sputnik acquistate dalla Repubblica del Titano.
Il governatore campano ha stipulato un contratto per l’acquisto del vaccino russo, nell’ambito della “procedura competitiva con negoziazione diretta”, subordinato alla condizione dell’autorizzazione da parte di Ema e Aifa.
A chiudere l’accordo, due giorni fa, è stata la centrale regionale degli acquisti Soresa con l’azienda Human Vaccine rappresentata dal fondo russo Rdif.
E’ un “acquisto congelato”: a scanso di contenziosi, una clausola attende il via libera delle agenzie del farmaco italiana ed europea. Che non si vedrà tanto presto, visto che Mosca non ha ancora nemmeno avanzato la richiesta: “La pronuncia dell’Ema non arriverà prima di tre o quattro mesi — ha avvisato Mario Draghi — Se tutto va bene il vaccino sarà disponibile nel secondo semestre. Starei attento a fare contratti”.
Il premier ha scelto l’approccio della moral suasion con le Regioni, sottolineando l’importanza di “contrattare tutti insieme” e di un “coordinamento europeo” senza minacce. Il concetto però è chiarissimo: parlare di Sputnik adesso è propaganda.
Subito la reazione di Luca Zaia, il governatore (leghista) del Veneto che a febbraio aveva chiesto l’autorizzazione per approvvigionarsi in proprio con Pfizer ed era finito travolto dalle polemiche.
“Un fatto disgustoso e immorale — aveva tuonato il virologo Andrea Crisanti — Se tutti facessero così i prezzi schizzerebbero alle stelle”. Il Doge protesta: “Il governo conferma che le Regioni possono comprare, allora la storiella che solo l’Europa ci può rifornire era una farsa e mi hanno rotto le palle per niente… Non è grappa”.
De Luca nelle polemiche ci sguazza da sempre. Dal conflitto con l’allora presidente dell’Antimafia Rosy Bindi sulle liste di candidati “impresentabili” al ricorso (vinto) nel 2015 contro il governo per evitare che la legge Severino facesse saltare la sua giunta. Adesso Parigi accusa Putin di usare lo Sputnik come mezzo di “propaganda e diplomazia aggressiva”? Lui ringrazia l’ambasciata italiana a Mosca per il supporto. Tra Bruxelles e gli Stati membri dell’Ue è in atto una discussione sull’introduzione del passaporto vaccinale in modo non discriminatorio? Lui ha già fatto ordinare 4 milioni di card: “L’obiettivo è rilanciare il turismo”.
Estate, vacanze, immunizzazioni di massa. Niente di meglio per sognare.
De Luca è maestro nel fiutare l’aria e accarezzare — a volte contropelo — i suoi elettori. Durante la prima ondata di pandemia ha moltiplicato la popolarità : grazie a chiusure rapide quanto drastiche e atteggiamenti da “Sceriffo” (vedi la minaccia di “usare il lanciafiamme” alle feste di laurea in pandemia).
Diventando l’”uomo forte” del Pd, che inizialmente avrebbe preferito candidare l’ex ministro dell’Ambiente Costa sull’altare dell’alleanza giallorossa, e stravincendo le elezioni a settembre scorso.
La seconda ondata, però, si è trasformata in uno tsunami che rischia di travolgere il governatore. Ogni giorno sotto Palazzo Santa Lucia c’è qualche manifestazione: i genitori No-Dad, i ristoratori, il settore del wedding, i commercianti.
Addirittura si manifesta anche a Salerno, città di cui De Luca è stato sindaco per quasi vent’anni. Le scuole di ogni ordine e grado chiuse da quasi un anno sono fonte di ininterrotte proteste, approdate anche nella conferenza stampa di Draghi: “Alcune scelte dei governatori saranno da riconsiderare alla luce della scuola in presenza come obiettivo prioritario del governo”, ha scandito gelido il premier.
De Luca non si turba e si tuffa in un’altra partita. Eccolo di traverso — insieme ai renziani – all’ipotesi di Roberto Fico candidato unitario Pd-Cinquestelle come sindaco di Napoli.
Nel frattempo, con una mano vieta di andare nelle seconde case fino a dopo Pasqua, con buona pace delle diverse scelte fatte da Draghi a Roma, e con l’altra si prenota il vaccino russo per l’autunno. Ma: “Una volta vaccinati i nostri concittadini, metteremo le dosi a disposizione delle altre Regioni in un’ottica di solidarietà nazionale. Con l’efficienza del governo l’Italia sarebbe andata verso il disastro, ringraziate il Signore che hanno lavorato le Regioni”.
(da “Huffingtonpost”)
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Marzo 26th, 2021 Riccardo Fucile
IL PROCURATORE CAPO DI CATANZARO AL CENTRO DELLE POLEMICHE PER AVER FIRMATO LA PREFAZIONE AL LIBRO DI DUE NOTI NEGAZIONISTI DEL COVID
Non si placano le polemiche sul procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, finito nel mirino per aver scritto la prefazione a un libro apertamente negazionista del Covid, i cui autori, Angelo Giorgianni e il medico Pasquale Bacco, sono noti per le loro posizioni antiscientifiche, No-vax e apertamente revisioniste sul Covid.
Il titolo, già di per sè, è emblematico e non offre spazio ai fraintendimenti: “Strage di Stato”, dove emergono due dei tratti peculiari della retorica negazionista: la sostanziale evitabilità dei morti e dell’emergenza e lo spostamento delle responsabilità dal virus allo Stato in tutte le sue diramazioni, dai politici agli scienziati sino ai medici, in una tesi che va ad incasellarsi perfettamente in quel filone del complotto tanto caro a Giorgianni e a Bacco e da cui ci si aspetta che un servitore dello Stato come Gratteri stia a debita distanza. Di qui le inevitabili accuse al procuratore, che arrivano un po’ da tutte le parti politiche in ordine sparso. Accuse che il diretto interessato respinge al mittente sdegnato:
“Io negazionista? Ma se per l’Ufficio sono state acquistate migliaia di mascherine e siamo tutti vaccinati” spiega Gratteri, che non ci sta a fare la parte del negazionista.
E, anzi, sul tema rilancia: “La mia è una delle prime procure ad essersi blindato contro il Covid. Plexiglass in tutti gli uffici, dispenser di disinfettanti ogni cinque metri, sanificazioni regolari, accesso al pubblico limitato e tre nuove pec per il deposito degli atti. Questo non mi sembra certo l’ufficio di qualcuno che non crede nella pericolosità del Covid”. Aggiungendo poi che tutti i magistrati in servizio sono stati vaccinati senza registrare alcun rifiuto. “Mi sono limitato a cogliere l’occasione che mi è stata offerta per lanciare per l’ennesima volta l’allarme sulla pandemia come nuova occasione di crescita e guadagno per le mafie. Un tema che da troppo tempo viene ignorato” replica Gratteri.
Una spiegazione che, tuttavia, convince fino a un certo punto.
Un professionista del suo livello, un uomo delle istituzioni, non può permettersi di non conoscere le posizioni degli autori ai quali concede la sua firma e la sua penna nè può ignorare il messaggio che manda con una iniziativa del genere, specie in un momento così delicato come quello vissuto da questo Paese, dove basta una parola in più o fuori posto per scatenare orde di negazionisti e No-vax, che non attendono altro che un segnale di debolezza da parte delle istituzioni per infiltrare la propria pericolosa propaganda.
E uno come Gratteri non può permettersi di prestare il fianco a tutto questo, più o meno consapevolmente.
(da “NextQuotidiano”)
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Marzo 23rd, 2021 Riccardo Fucile
IL MINISTERO DELLA DIFESA: “DEVE LASCIARLO”
A un mese dalla caduta del governo guidato da Giuseppe Conte, il deputato M5S Angelo Tofalo non ha ancora lasciato il monolocale ristrutturato e arredato nel palazzo dell’Aeronautica in viale Castro Pretorio, a Roma, che gli era stato fornito come alloggio di servizio quando era sottosegretario alla Difesa, nonostante non abbia più alcun incarico al ministero.
A riportarlo è il Corriere della Sera.
La legge concede 90 giorni per lasciare l’alloggio di servizio, dunque Tofalo avrebbe tempo fino al 16 maggio. Tuttavia, dal momento che l’assegnazione era stata un’eccezione, ci si aspettava che nel giro di pochi giorni sarebbe stato organizzato il trasloco. Questo invece non è accaduto, così la Difesa ha deciso di avviare la procedura sottolineando le “cessate esigenze” e comunicando in una lettera i termini per la riconsegna dell’appartamento.
Il parlamentare del M5S, scrive Fiorenza Sarzanini, non risulta aver effettuato il trasloco, nonostante abbia un’altra casa nella Capitale e dunque non ci sia alcun motivo concreto per mantenere la titolarità del contratto. L’alloggio è disponibile a 300 euro (cui vanno aggiunti circa 100 euro per le utenze), ma la cifra che dovrebbe essere stata “ritoccata” visto che Tofalo lo occupa come “ospite”.
La vicenda ricorda il caso scoppiato a novembre 2019 intorno a Elisabetta Trenta (M5S), che aveva mantenuto l’alloggio di servizio dopo essersi dimessa da ministra della Difesa. In quell’occasione, Trenta spiegò che ne aveva diritto perchè il marito è un militare, ma poi aveva dovuto lasciare la casa perchè la coppia aveva un’abitazione di proprietà a Roma.
L’ appartamento assegnato a Tofalo ha camera da letto, bagno, soggiorno e cucina. Si trova nello stabile di via Castro Pretorio, di fronte al palazzo che ospita lo Stato Maggiore dell’ Arma azzurra, dove lo stesso Tofalo aveva l’ ufficio.
Il prezzo dichiarato come alloggio di servizio era 300 euro, cifra che adesso dovrebbe essere stata «ritoccata» visto che lui lo occupa come «ospite». A questa somma vanno aggiunti circa 100 euro per le utenze. Sembra scontato che debba andare via, rimane da capire perchè non l’ abbia fatto appena ha smesso di essere sottosegretario. Perchè abbia ritenuto di continuare a utilizzarlo pur non avendo più alcun incarico di governo e soprattutto alla Difesa.
Nel gennaio 2020 era stato proprio Tofalo, nel pieno delle polemiche sugli alloggi occupati dai «sine titulo», a sostenere che «la Difesa deve accelerare nella riacquisizione dei propri beni». Buona intenzione che nel suo caso deve aver trovato eccezione
La scelta di ristrutturare l’ appartamento è comunque apparsa eccessiva visto che nello stesso palazzo per nessun altro alloggio si è deciso di fare altrettanto e tanto è bastato per scatenare le ironie sul «Movimento 5 stanze». Ma nulla è stato eccepito.
Ora sono però cambiate le condizioni e proprio perchè si trattava di un’ eccezione ci si aspettava che nel giro di pochi giorni sarebbe stato organizzato il trasloco. Non è accaduto e lo Stato maggiore ha deciso di avviare la procedura comunicando con una lettera i termini per la riconsegna dell’ appartamento. I 90 giorni dopo i quali scatta lo «sfratto» scadono il 16 maggio.
Alla Difesa giurano che Tofalo farà i bagagli al più presto.
(da agenzie)
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Marzo 22nd, 2021 Riccardo Fucile
BATTAGLINI E’ STATO GRATIFICATO DUE VOLTE: DA 45.000 A 90.000 EURO ANNUI… GIALLO SUL TITOLO DI INGEGNERE
C’è un’altra nomina che rischia di mettere in imbarazzo l’assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti.
Nello stesso giorno in cui il titolare dei conti del Campidoglio piazzava la compagna nello staff di Luca Montuori, collega dell’Urbanistica, è stato votato anche l’aumento di stipendio per Cristiano Battaglini. Un nome ormai noto in Comune: ovviamente toscano, designer e pallavolista, il capostaff è amico di lunga data di Lemmetti. I due si conoscono sin dai tempi dell’Unione pallavolo camaiorese, la loro è un’amicizia sportiva.
Un rapporto che a Battaglini è valso un doppio scatto di stipendio. Il collaboratore dell’assessore è arrivato a Roma da diplomato nell’ottobre del 2017 ed è stato assunto come segretario a circa 45 mila euro l’anno. Nel settembre 2019, la prima promozione: Battaglini si laurea, diventa “dottore”, e per il suo stipendio sale a 55 mila euro annui. Ma la scalata non è finita. Sì, perchè lo scorso mercoledì è arrivato l’ultimo e ricco aggiornamento del contratto: 90 mila euro annui, quanto un dirigente, per il neocapostaff dell’assessorato.
E poi c’è il giallo del titolo di Battaglini. Nell’ultima delibera, viene presentato come ingegnere. Ma negli albi locali e in quello nazionale per ora non c’è traccia della sua iscrizione. Un altro grattacapo per il Campidoglio 5S figlio dell’ultima infornata pre-elettorale di nomine.
(da La Repubblica)
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Marzo 21st, 2021 Riccardo Fucile
LA COMPAGNA DI LEMMETTI ASSUNTA DAL COLLEGA ASSESSORE… L’IRA DELLA RAGGI: “FACCIA UN PASSO INDIETRO”
Dalla Toscana alla capitale, da Pietrasanta a Roma, sulle orme del compagno Gianni Lemmetti.
L’ultima infornata di nomine varata mercoledì sera dalla giunta pentastellata vale un posto in Campidoglio anche alla fidanzata dell’assessore al Bilancio.
Con un’accortezza: Silvia Di Manno, libraia nello storico bookshop Le Vele di Viareggio, non si accomoderà accanto al titolare dei conti, ma entrerà nello staff di Luca Montuori. Per 23 mila euro, da qui a fine consiliatura, diventerà la segretaria politica dell’assessore all’Urbanistica.
Un ingaggio da fine mandato che ricorda da vicino quello negato all’ultimo secondo a Massimilano Capo. Dj e fotografo viterbese, oltre che organizzatore del festival Medioera, è strettissimo amico di Lorenza Fruci, al punto da aver inscenato con lei un book fotografico da matrimonio a favor di social.
L’assessora alla Cultura, compagna di classe della sindaca Virginia Raggi ai tempi del liceo, avrebbe voluto portarlo con se come capostaff per 90 mila euro all’anno. Ma la nomina, come raccontato da Repubblica, è stata “congelata” in extremis dalla stessa Fruci. Che ribadisce di non essere sposata con Capo, ma ha comunque deciso di bloccare l’operazione. Forse per questioni di opportunità .
La trattativa, nonostante l’atto di nomina fosse già stato messo nero su bianco, adesso è definitivamente saltata. Così assicurano dal Comune, dove definiscono la liaison tra Fruci e Capo una “fiction” a fronte di foto e colloqui video in cui due insistono sul ruolo di marito e moglie.
Paradosso o meno, resta il fatto che ieri mattina Capo ha improvvisamente abbandonato il gruppo WhatsApp frequentato dai suoi omologhi, inclusi Max Bugani e Salvatore Romeo, capistaff della prima cittadina e del suo vice Pietro Calabrese.
Ma torniamo all’ultimo colpo di mercato: Silvia Di Manno, 46 anni, si è già presentata all’assessorato all’Urbanistica per salutare Montuori e il resto del suo staff un paio di giorni fa.
Letto e riletto il curriculum, nessuno ha avuto da ridire. Nemmeno sul video in cui la neosegretaria presenta un libro con Gianni Lemmetti, introducendo al pubblico l’assessore come il suo compagno tra coccole e baci: “Siamo con un lettore d’eccezione. È Gianni, è il mio compagno – è l’esordio della compagna nel filmato registrato in libreria e pubblicato su Facebook il 23 aprile 2019 – e sono anche un po’ emozionata”.
Secco, invece, Luca Montuori, assessore a cui è toccata in sorte la nomina della fidanzata del collega, e per il quale è tutto in ordine: “Avevo degli spazi utili per ampliare lo staff. Ho ricevuto dei curriculum, tra cui quello selezionato, in cui emerge un’esperienza di gestione di segreteria politica e ottime referenze tutte documentate e allegate alla mia richiesta. Non c’è molto altro da dire, penso che svolgerà un ottimo lavoro in quest’ultima fase della consiliatura”.
Di sicuro eviterà a Lemmetti di fare su e giù dalla Toscana e incappare in una seconda inchiesta della Corte dei Conti, che già indaga sui rimborsi ottenuti fin qui dall’assessore per l’andirivieni tra Roma e Viareggio.
Una soluzione che però non sarebbe piaciuta alla sindaca che si sarebbe infuriata venuta a conoscenza dellal cosa. Raggi infatti non aveva partecipato alla votazione con cui la giunta ha deliberato l’assunzione di Di Manno, avrebbe gia’ chiesto di intervenire con la revoca della delibera di assunzione o attraverso un passo indietro della diretta interessata.
(da agenzie)
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Marzo 16th, 2021 Riccardo Fucile
“DOTTORE, PASSAVO DI QUI PER CASO, C’E’ NIENTE PER ME?”… “LEI E’ FORTUNATO, HO GIUSTO UNA DOSE”
Noi auguriamo al Gen. Comm. Grand’Uff. F. P. Figliuolo le migliori fortune, anche perchè sono pure
le nostre.
Ma l’altra sera, vedendolo in tv collegato con Fazio in adorazione e col prof. Burioni in estasi mistica, ci siamo sentiti un po’ a disagio.
Delle due l’una: o eravamo noi a non capire ciò che Fazio&Burioni intuivano al volo (“Oh finalmente! Una rivoluzione! Li sente gli applausi nello studio vuoto?”, “È un grande onore esser qui con lei! Mi viene in mente un suo collega: il generale Eisenhower!”); o il famoso “Nuovo Piano Vaccini”, peraltro già da buttare dopo lo stop ad AstraZeneca, è leggermente fumoso.
Sarà che il Gen. Comm. Grand’Uff. alterna il linguaggio dei giornaloni (“accelerare”, “cambio di passo”, “svolta”) a quello delle furerie (“fare fuoco con tutte le polveri”, “legioni” invece di “regioni”) a quello delle mezzemaniche ministeriali (“capillarizzare”, “sistema Paese”).
E spende gran parte dell’intervista a raccontare che spende gran parte del tempo a parlare “quotidianamente”, “una o più volte al giorno”, a voce o “via whatsapp”, con Draghi, Curcio, Speranza, Guerini, Gelmini (“attentissima a tutte le problematiche”) e Bonaccini, che “colgo l’occasione per ringraziare” a uno a uno. E, già che c’è, ringrazia pure se stesso che, modestia a parte, è “il centravanti della squadra”.
Il suo segreto? “Tutto sta all’arrivo dei vaccini”. Ma tu guarda.
“500mila dosi al giorno, 80% di vaccinati a settembre”. Lo diceva già il putribondo Arcuri. Ma ora “Draghi ha chiamato quasi tutti gli ad delle case produttrici” (che sono quattro: andiamo bene). Poi la moltiplicazione dei pani e dei pesci: “J&J è monodose, quindi averne 25 milioni sarà come averne 50 dei vaccini odierni” (dev’essersi laureato in matematica con Gallera). E la conferma delle “tre linee operative”: “approvvigionare, somministrare, controllare”. Guai a invertire l’ordine, specie fra prima e seconda: iniettare un vaccino che non è ancora arrivato potrebbe causare al paziente bolle d’aria ed embolie. “Tutto pianificato”, nota Burioni in un lago di bava. Inclusa la vexata quaestio delle dosi eccedenti.
Tenetevi forte: “Se ci sono classi prioritarie, ok, se no chiunque passa va vaccinato”. Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione. E il Figliuol prodigo lo è di tutto.
Che sia un tipo vispo ognun lo vede: capillarizzare e programmare serve appunto a vaccinare “chiunque passa”. Il segreto è passare di lì al momento giusto, fischiettando o fingendo di fare jogging.
“Dottore, passavo di qui per caso, c’è niente per me?”. “Lei è fortunato! Ho giusto qui una dose di Johnson&Johnson che, essendo monodose, vale doppio: non è che vuole chiamare anche la sua signora?”.
(da il Fatto Quotidiano”)
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