Dicembre 16th, 2019 Riccardo Fucile
VOTA NO IL SOLITO PARAGONE CHE NESSUNO ESPELLE DAL M5S, ASSENTI 3 GRILLINI
Primo traguardo parlamentare per la manovra 2020 che, da ora, non potrà più essere modificata.
Dopo una lunga serie di ritocchi arriva in serata il via libera di Palazzo Madama, con fiducia e 166 sì. 128 i no.
L’Aula dice sì, dopo un esame di oltre 40 giorni in Commissione Bilancio – tra stop and go e vertici di maggioranza – culminato con una maratona notturna di 14 ore. Il testo passerà poi alla Camera praticamente ‘blindato’ considerati i margini stretti di tempo per scongiurare l’esercizio provvisorio ma si preannuncia un dibattito infuocato a Montecitorio per la protesta delle opposizioni.
Ciampolillo, Primo Di Nicola, Mario Michele Giarrusso non hanno partecipato al voto di fiducia, mentre ha votato no, come annunciato, Gianluigi Paragone, che però assicura che non lascerà il Movimento, caso ormai umoristico perchè per molto meno in passato il M5S aveva cacciato altri parlamentari “dissidenti”.
La manovra, lievitata oltre 31 miliardi, sterilizza totalmente le clausole di salvaguardia per il 2020 ma il governo dovrà disinnescare aumenti di Iva e accise per 20,1 miliardi nel 2021 e 27,1 miliardi nel 2022 (eredità del governo Lega-M5s)
La manovra per il 2020 vale oltre 31 miliardi. La componente più importante è quella relativa al disinnesco delle clausole di salvaguardia, che avrebbero fatto aumentare iva e accise per un valore di circa 23 miliardi.
Le micro tasse sono diventate quasi irrilevanti
L’elenco delle micro tasse è composto soprattutto da interventi denominati plastic tax, sugar tax, tassa sulla fortuna, Robin tax e stretta sulle auto aziendali.
Nel caso delle vetture concesse come fringe benefit l’aumento della tassazione, dopo le prime ipotesi e lo scontro all’interno della maggioranza, è stato rivisto quasi azzerandone gli effetti.
Anche le nuove tasse su bevande zuccherate e su imballaggi e contenitori in plastica sono state ammorbidite in termini di prelievo (la plastic tax, per esempio, garantirà 140 milioni nel 2020, ma doveva assicurare inizialmente 1 miliardo).
Il governo dopo una serie di vertici di maggioranza ha stabilito di farle scattare con maggiore gradualità , introducendole nel corso del 2020, anzichè dal 1° gennaio.
La tassa sulla fortuna è di fatto una stangata con un prelievo del 20% sulle vincite al gioco superiori a 500 euro, e compensa con i suoi 308 milioni di gettito la necessità di non stringere troppo su sugar e plastic tax. Aumenta al 27,5% l’addizionale Ires a carico dei concessionari attivi nel settore trasporti.
(da agenzie)
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Novembre 3rd, 2019 Riccardo Fucile
IL PROBLEMA DELLE AUTO AZIENDALI
La manovra è sotto attacco a causa della percezione che vengano introdotte nuove tasse. Ma queste nuove tasse ammontano a solo 2 miliardi a fronte di una manovra di 30 miliardi e la pressione fiscale totale rimane sostanzialmente stabile perchè altre tasse (il cuneo fiscale sui lavoratori dipendenti) stanno scendendo.
Alla fine questo governo fa meglio di quello precedente anche dal punto vista della pressione fiscale poichè il precedente la aveva aumentata attraverso i condoni.
Ma alcune nuove entrate vanno inevitabilmente trovate se da una parte vogliamo mantenere intatti sia quota100 sia il reddito di cittadinanza sia la flat tax degli autonomi e dall’altra vogliamo evitare l’incremento dell’IVA.
Si può e deve discutere di quali tasse e di quante tasse (e di chi le deve pagare), ma nessuno in buona fede può pensare che si possa fare una legge di stabilità così senza aumentare le entrate.
Questa legge di stabilità :
1. non tocca le spese del passato (quota 100, reddito cittadinanza, il regime forfettario agevolato per i lavoratori autonomi)
2. spende 15 miliardi in tre anni per ridurre il cuneo fiscale, oppure, detto più semplicemente, per estendere ed incrementare il beneficio degli 80 euro a 4.5 milioni di lavoratori in più
3. cancella 33 miliardi di clausole IVA (23 quest’anno e 10 per l’anno prossimo), cioè due terzi del totale di 50 miliardi di clausole IVA ricevute in eredità dal governo precedente.
Si aggiunge a questo il risparmio di 38,5 miliardi relativo alla riduzione dello spread su 3 anni, cioè – tradotto in denaro- lo scampato pericolo a cui l’irresponsabilità del governo precedente ci aveva condannati. Ma questo risparmio, seppur elevatissimo, da solo non sarebbe stato sufficiente alla copertura finanziaria della legge di bilancio.
Inevitabile quindi fare delle scelte in tema di nuove entrate.
Si è scelta una linea improntata alla sostenibilità sociale ed ambientale: da qui le tasse sulle bevande zuccherate e sulla plastica monouso. Da qui anche l’ultima versione dell’intervento sulle auto aziendali, che in sostanza è una riduzione degli incentivi attuali modulato in funzione delle emissioni.
Oggi la situazione è questa: un’azienda che sostiene il costo di un’auto aziendale assegnata al dipendente per uso esclusivamente legato al lavoro, gode di un grosso beneficio fiscale e il valore del bene auto non grava affatto sul reddito del dipendente. Questa casistica rimane immutata.
Quando invece l’auto aziendale viene assegnata al dipendente per uso promiscuo (quindi il dipendente la usa sia per andare al lavoro sia per andare in vacanza o per andare a fare la spesa) e quindi rappresenta per costui un benefit che ne integra il trattamento economico, l’azienda deduce il 70% del costo mentre il dipendente paga tasse e contributi sul 30% del beneficio ricevuto (calcolato in modo forfettario).
Tutto questo avviene a prescindere dal reddito del lavoratore, cioè il beneficio è ugualmente goduto dai massimi dirigenti delle aziende così come fai dipendenti di più basso livello tra quelli che accedono all’auto aziendale (nelle aziende che hanno forza commerciale molto numerosa la flotta aziendale è molto numerosa ed interessa anche dipendenti coinvolti nelle attività commerciali ma inquadrati a livello medio basso)
Con la legge di bilancio i benefici restano immutati per le auto elettriche ed ibride, mentre per le auto “poco inquinanti” l’imponibile a carico del dipendente passa dal 30% al 60%, per le auto più inquinanti arriva al 100%.
Il punto non è tassare (abbiamo detto che in misura minima è necessario) e neanche se le tasse (verdi) sono giuste ma quanto e come tassare. E’ evidente che se da un anno all’altro raddoppi la tassazione sulle auto aziendali il ceto medio (quello che oggi vota PD) si preoccupa.
Allora bisogna fare due considerazioni a mio parere per correggere la norma.
La prima è che non siamo gli unici che si preoccupano dei benefits alle auto aziendali. Per citare solo due studi dell’OECD (https://www.oecd.org/env/tools-evaluation/company-car-taxes.htm) i tax benefits delle auto aziendali ammontavano a 26 miliardi di euro nel 2012 e i costi ambientali a 116 miliardi di euro (OECD nota che il beneficio fiscale non è correlato ai km percorsi e le auto aziendali percorrono in media 3 volte più km delle auto private).
Ma in media gli altri paesi OECD tassano le auto aziendali al 50% noi solo al 30% e se domani passassimo al 60% passeremmo da sotto la media OECD a sopra la media in un solo anno.
In più la metà delle nuove immatricolazioni di auto sono auto aziendali, con il tavolo automotive appena aperto al Ministero dello Sviluppo Economico credo che, in termini di politica industriale, sia opportuno un approccio più graduale.
La seconda considerazione è che per come funzionano ora i tax benefits delle auto aziendali (che ricordiamo sono denaro pubblico) non hanno un limite di valore rispetto alla retribuzione totale del dipendente e non hanno limiti rispetto al reddito.
Allora per rendere l’intervento più equo si potrebbe seguire la strada che fu presa per il welfare aziendale (quello condizionato ad accordi sindacali e ad obiettivi di produttività ). Per il welfare aziendale la regola è che tu puoi convertire il tuo premio di produttività da denaro in welfare benefits esentasse ma il beneficio fiscale è solo nel limite di 3000 euro l’anno e solo per chi ha retribuzioni lorde minori di 80 mila euro.
E’ chiaro che i salari italiani sono stagnanti da 20 anni e in questi anni aziende e lavoratori hanno giustamente utilizzato ogni modo per aumentare il netto in busta paga (incluse le auto aziendali!) ma questo è pur sempre denaro pubblico.
Mentre è evidente che non ha senso aumentare le tasse (ergo ridurre l’esenzione) sull’auto aziendale ad un dipendente che guadagna 40 mila euro all’anno, non vedo perchè dovrei sussidiare l’auto fiammante di dipendenti che guadagnano centinaia di migliaia (se non milioni) di euro all’anno e non vedo perchè dovrei permettere ad aziende scorrette (con i dipendenti prima di tutto) di pagarli poco in denaro e tanto in auto aziendale.
Tra le 550.000 auto aziendali oggi in circolazione si potrebbe trovare anche qualche altro motivo di differenziazione che non sia solo quello delle emissioni di CO2. Il Parlamento esiste anche per questo.
Marco Leonardi
Economista
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 31st, 2019 Riccardo Fucile
NESSUN AUMENTO DELLA CEDOLARE SECCA… PASTIC E SUGAR TAX…TRIPLICATE LE TASSE SULLE AUTO AZIENDALI… PER IL CUNEO FISCALE IMPEGNATI TRE MILIARDI CHE DIVENTERANNO SEI NEL 2021
Il governo mette mano alla Legge di Bilancio 2020 : via l’aumento della cedolare secca sugli immobili in affitto, che così resterà al 10%, ok a Plastic Tax e Sugar Tax insieme alle tasse triplicate sulle auto aziendali e tre miliardi di minori tasse in busta paga nel 2020, sei (e non più cinque) nel 2021.
Il tutto equivale a 40 euro in più in tasca ai dipendenti, secondo le stime del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, ovvero ai lavoratori con redditi inferiori ai trentacinquemila euro l’anno.
A beneficiarne però saranno tre fasce di reddito: quella tra gli ottomila e i 24mila, quella tra i 24mila e i 26600 e quella tra i 26600 e i 35mila.
Questo significa che chi guadagna meno di ottomila euro rimarrà con la stessa busta paga: per ironia della sorte il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori poveri non dà soldi ai più poveri.
Resterà quindi fuori da questo intervento la fascia degli incapienti, cioè coloro che hanno un reddito così basso da non poter beneficiare della detrazione fiscale. Ma in questa zona, spesso fatta di lavoro frammentato, secondo il governo lo strumento destinato ad intervenire è il reddito di cittadinanza, così com’è o con alcuni miglioramenti.
Peccato che in molti, per una ragione o per l’altra, dal reddito di cittadinanza siano invece esclusi.
Intanto sono confermati i tagli alle detrazioni per chi guadagna più di 120mila euro l’anno.
Il taglio dei bonus fiscali per i grandi contribuenti — atteso nella manovra 2020 — colpirà principalmente le detrazioni sulle polizze vita (121mila beneficiari, sconto medio di 82 euro), le spese scolastiche (40mila beneficiari, 132 euro), le rette universitarie (40mila, 437 euro) e le attività sportive dei ragazzi (38mila, 48 euro). Tra le agevolazioni messe nel mirino del Governo, spiega oggi Il Sole 24 Ore, sono queste quelle più usate da chi dichiara un reddito superiore ai 120mila euro annui. Parliamo di circa 302mila contribuenti, di cui 264mila beneficiano di detrazioni al 19% (gli altri non sfruttano questo tipo di sconto fiscale).
(da “NextQuotidiano”)
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Ottobre 23rd, 2019 Riccardo Fucile
SOSTEGNO AI REDDITI BASSI, ARRIVANO LA SUGAR E LA PASTIC TAX, RINCARANO LE SIGARETTE… RIVALUTAZIONE DELLE PENSIONI
La rivalutazione delle pensioni per 2 milioni e mezzo di persone, il fondo per le famiglie, la sugar e la plastic tax, e poi le tasse sulle sigarette, l’aumento della cedolare secca e l’abolizione dei superticket.
Lo scheletro della manovra è contenuto in una bozza di sei pagine, che ha fatto da canovaccio per la lettera di risposta del governo all’Ue. Molte delle misure fanno parte da tempo del pacchetto, altre sono nuove, di altre sono stati definiti i dettagli.
Sarà inviata in tarda serata alla Commissione la lettera del ministero dell’Economia in risposta alla richiesta di approfondimenti che arriva da Bruxelles. Lo si apprende da fonti del ministero dell’Economia. Il documento sarà pubblicato domani sul sito del Mef dopo che la commissione l’avrà ricevuta.
I soldi: quanti sono e da dove arrivano
“Vengono previsti 30 miliardi di maggiori spese – viene spiegato – mentre 15 sono maggiori entrate. Tra queste ultime, 6,5 miliardi provengono dalle misure individuate nel Decreto Fiscale, mentre 8,5 miliardi provengono da maggiori entrate individuate con le misure del Disegno di Legge di Bilancio. Il resto è coperto in deficit, con 14,4 miliardi di euro”. Scendendo nello specifico, dalle microtasse si stima un recupero di circa 5 miliardi.
Fra le misure di maggiore impatto ci sono quelle per gli anziani e le famiglie
Per gli anziani c’è il ripristino della rivalutazione delle pensioni tra i 1.500 e i 2.000 euro lordi. “Per la famiglia – viene spiegato – la manovra prevede un fondo da 2 miliardi nel prossimo triennio. Dal 2020 le risorse degli attuali bonus (nascita, bebè, voucher asili nido) saranno riordinate in un unico fondo che avrà una dote aggiuntiva di 500 milioni. Sarà un’apposita ‘carta bimbi’ da 400 euro al mese a permettere alle famiglie di coprire le rette per gli asili nido o azzerarle per i nuclei a basso reddito”.
Il taglio del cuneo fiscale
Il taglio del cuneo fiscale riguarderà sia i 4,5 milioni di lavoratori con redditi lordi tra i 26.600 e i 35.000 mila euro, finora esclusi dal bonus Renzi, sia i 9,4 milioni di lavoratori con redditi da 8 mila a 26.6000 euro, che percepiscono già il bonus Renzi. Si abbassano, però, le detrazioni Irpef al 19% per i contribuenti: la sforbiciata parte dai redditi oltre 120 mila euro l’anno con il graduale azzeramento a quota 240mila euro.
La tassa sul fumo
Dallo schema prende forma la tassa sul fumo, che riguarda sia le sigarette elettroniche sia quelle tradizionali: 160 milioni arriveranno da un aumento di imposte su liquidi, bruciatori, trinciato e sigaretti e oltre 45 dalle sigarette. Si confermano la tassa sugli imballaggi di plastica, un euro per chilogrammo, che partirà dal primo giugno 2020, e l’aumento della cedolare che al 12,5% dal 10%.
Bonus cultura per diciottenni
La giornata è stata caratterizzata anche dal ‘ritorno’ del bonus cultura per i diciottenni, in scadenza a fine 2019. Il governo è intenzionato a rinnovarlo, ma l’investimento dovrebbe calare da 240 milioni a 160 milioni. Malgrado la minore disponibilità , Pd e Iv chiedono di fare in modo che la cifra a disposizione dei neo maggiorenni resti di 500 euro ma il rischio è che il bonus sia quasi dimezzato. Per riuscirci, puntano “sul fatto che non tutti i diciottenni lo hanno usato nel passato”.
Infine, per il rinnovo dei contratti pubblici “il governo aggiungerà 225 milioni per il 2020 e 1,4 miliardi a regime dal 2021, che andranno ad aggiungersi agli 1,4 miliardi stanziati precedentemente per il 2020 e agli 1,75 stanziati precedentemente per il 2021. Si tratta in totale di 3,1 miliardi stanziati a regime per i rinnovi”.
Ecco i singoli provvedimenti della manovra
Taglio cuneo per redditi fino a 35mila euro.
La manovra avvia un piano pluriennale di taglio delle tasse sul lavoro: nel triennio infatti è previsto un taglio del cuneo fiscale sia per i 4,5 milioni di lavoratori con redditi lordi tra i 26.600 e i 35.000 mila euro, finora esclusi dal bonus Renzi, che i 9,4 milioni di lavoratori con redditi da 8mila a 26.6000 euro, che percepiscono già il bonus Renzi. Lo si legge nello schema della manovra. Per i lavoratori finora esclusi dal bonus Renzi, il taglio del cuneo libera in busta paga circa 500 euro all’anno nel 2020 e 1000 euro in più a partire dal 2021.
Torna rivalutazione per 2,5 mln pensioni.
“Viene ripristinata una rivalutazione degli assegni pensionistici lordi tra 1.500 e i 2.000 euro: la misura interessa circa 2,5 milioni di pensionati”. E’ quanto si legge in un documento di sintesi della manovra che circola in ambienti ministeriali nel quale si afferma poi che “viene confermata anche l’esenzione dal canone Rai per gli anziani a basso reddito”.
Da microtasse circa 5 miliardi. “
Si è molto parlato delle microtasse presenti in manovra. In totale, si stima un recupero di circa 5 miliardi di euro”.
Tassa sulla plastica dal primo giugno 2020. La tassa sugli imballaggi di plastica che sarà introdotta con la legge di bilancio partirà dal primo giugno 2020. E’ quanto si legge in un documento di sintesi della manovra diffuso nei ministeri. L’aliquota, viene confermato, è di un euro per chilogrammo.
Tre fondi per disabilità , 100 mln nel 2020.
“Nuove risorse sono previste per la disabilità (100 milioni per il 2020, 265 per il 2021 e 478 per il 2022) in tre fondi distinti per la tutela del diritto al lavoro, per il trasporto delle persone con disabilità e per i caregiver che praticano assistenza a queste persone. Inoltre, viene aumentata la dotazione di risorse necessarie per l’attuazione della delega in materia di disabilità “.
Da tassa sui giochi stimati 499 mln nel 2020.
“Si prevede di aumentare il prelievo erariale unico applicabile agli apparecchi da intrattenimento: 499 milioni di incassi stimati nel 2020”.
Stop agevolazioni sul gasolio dal 2021. “Si prevede l’eliminazione del beneficio sul gasolio utilizzato per il trasporto di merci e passeggeri dei veicoli di categoria Euro3 + Euro4 dal 2021”.
Taglio graduale detrazioni oltre 120mila euro.
Graduale azzeramento delle detrazioni Irpef al 19% per i contribuenti: la sforbiciata parte dai redditi oltre 120mila euro l’anno con il graduale azzeramento a quota 240mila euro. L’azzeramento sarà selettivo e non su tutte le spese sostenute per cui è possibile richiedere la detrazione. Non saranno toccata le detrazioni per le spese sanitarie, ma saranno coinvolte spese come quelle veterinarie, per gli asili nido, per le attività sportive o per i corsi universitari dei figli a carico.Lo si legge nello schema della manovra.
A rinnovo contratti 225 mln in 2020,3,1 mld a regime.
“Per il rinnovo dei contratti pubblici il governo aggiungerà 225 milioni per il 2020 e 1,4 miliardi a regime dal 2021, che andranno ad aggiungersi agli 1,4 miliardi stanziati precedentemente per il 2020 e agli 1,75 stanziati precedentemente per il 2021. Si tratta in totale di 3,1 miliardi stanziati a regime per i rinnovi”.
Confermata cedolare affitti ma sale al 12,5%.
La cedolare sarà confermata e resa strutturale, ma l’aliquota salirà al 12,5% dal 10%. E’ quanto si legge nello schema della manovra che ricorda come la cedolare secca al 10% sarebbe scaduta quest’anno e l’aliquota sarebbe passata al 15% in assenza di interventi.
(da “La Repubblica”)
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Ottobre 22nd, 2019 Riccardo Fucile
LIMITI AL CONTANTE E POS OBBLIGATORIO SLITTANO A LUGLIO (SE SARANNO ANCORA VIVI)… CARCERE PER GLI EVASORI NON CI SARA’ MAI, MA ANNUNCIARLO SERVE A DI MAIO PER PRENDERE PER IL CULO IL PROSSIMO… NESSUNA INTESA ANCORA SULLE PARTITE IVA, MA AVRANNO LA MARCHETTA PURE LORO
Dopo oltre due ore di vertice la maggioranza esce con un accordo pateracchio su alcuni provvedimenti che negli ultimi giorni avevano alzato il livello di scontro fra i partiti che sostengono il governo Conte.
La stretta sul prelievo dei contanti, le multe per i commercianti che non utilizzano il Pos partiranno a luglio con comodo, mentre il carcere agli evasori, inserito nel decreto fiscale, andrà in vigore alla conversione in legge del dl (tra qualche mese, tanto in carcere non ci andrà nessuno)
Mentre sul regime forfettario per le partite Iva, altro tema scottante, se ne discuterà nei prossimi giorni così come della manovra di bilancio che ha bisogno di un accordo per alcuni aggiustamenti.
Sia Dario Franceschini, capodelegazione del Pd al governo, che Luigi Di Maio, leader dei 5 Stelle, salutano l’approvazione dei provvedimenti.
“L’intesa sull’inasprimento delle norme per i grandi evasori adempie al punto 16 del programma di governo e rientra nella strategia di lotta all’evasione centrale per il governo – dice Franceschini – Il fatto poi che nel decreto fiscale sia previsto che le norme entreranno in vigore non subito ma soltanto al momento della conversione, garantisce il Parlamento sulla possibilità di approfondirne tutti gli effetti e conseguenze”.
E il ministro degli Esteri rivendica il provvedimento: “Il carcere ai grandi evasori entra nel decreto fiscale, come aveva chiesto con forza il M5S. E anche la confisca per sproporzione. Ambedue le norme entreranno in vigore dopo la conversione in legge da parte del Parlamento.
Quanto alle multe per i commercianti che non usano il Pos Di Maio spiega: “Le multe sul mancato uso del Pos sono posticipate al luglio del 2020, nell’attesa di un accordo sull’abbassamento dei costi delle commissioni delle carte di credito e dei dispositivi per il pagamento”.
Invece sulla questione delle partite Iva la discussione va avanti anche se sono stati fatti passi avanti. In particolare si va verso un allentamento della stretta sulla flat tax per le partite Iva. In particolare la maggioranza avrebbe trovato l’intesa per mantenere, per chi ha redditi entro i 65mila euro, il regime pienamente forfettario, senza introdurre il calcolo analitico del reddito. Ma resterebbe ancora da sciogliere il nodo degli altri paletti per l’accesso al regime, a partire dal tetto alle spese per gli investimenti.
(da agenzie)
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Ottobre 17th, 2019 Riccardo Fucile
ALLA FINE L’IMPOSTA DI UN EURO AL CHILO PER GLI IMBALLAGGI LA PAGHERANNO I CONSUMATORI
La tassa sulla plastica potrebbe rivelarsi un boomerang anti-ambientalista per il governo. Annunciata per la prossima legge di Bilancio, prevede un’aliquota di un euro per ogni chilo di imballaggio di plastica, con decorrenza dal 1 giugno 2020.
La paura però è che questa nuova tassa abbia lo stesso effetto di quella imposta sui sacchetti biodegradabili per frutta e verdura. Accompagnata da mille polemica, quella tassa aveva spinto i consumatori a preferire prodotti preconfezionati, quindi con un aumento proprio di imballaggi in plastica, come rivelano i dati Ismea.
La tassa colpirebbe direttamente le imprese, ma indirettamente le famiglie, con l’inevitabile aumento del prezzo dei prodotti. Un rincaro stimato tra i 20 e 100 euro per nucleo familiare.
Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, ha affermato in un’intervista a Repubblica che l’imposta «Serve soltanto a fare cassa: si tratta di una tassa lineare. Non aiuta a riconvertire il settore plastica verso produzioni riciclabili e riutilizzabili e non colpisce il consumo di plastiche non riciclabili». Le proposte di Legambiente per un Green New Deal prevedevano infatti di premiare «innovazione ambientale e efficienza, garantendo il diritto di fruire dei benefici di questi interventi a tutte le fasce della popolazione».
Contro la norma anche i sindacati. «La ventilata ipotesi di una tassa aggiuntiva del 20% metterebbe a rischio il futuro di 50.000 lavoratori e di 2000 imprese» ha affermato Marco Falcinelli, segretario generale della Filctem Cgil: «Non si tratta di difendere gli interessi di un settore ma di evitare un disastro dal punto di vista sociale e produttivo. Il governo deve dotarsi di una seria politica industriale, basta seguire istinti ed emotività !»
Confindustria si unisce al coro dei detrattori della norma, denunciando, in una nota una misura che «non ha finalitaÌ€ ambientali, penalizza i prodotti e non i comportamenti, e rappresenta unicamente un’imposizione diretta a recuperare risorse ponendo ingenti costi a carico di consumatori, lavoratori e imprese».
(da agenzie)
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Ottobre 16th, 2019 Riccardo Fucile
COSA C’E’ E COSA NO IN UNA FINANZIARIA DOMINATA DALL’IVA
Quello che c’è e quello che non c’è in una manovra economica lo determinano i soldi a disposizione.
Le esigenze di consenso e gli appetiti dei partiti, le scelte, insomma la direzione di marcia sono vincolati a questo ragionamento.
È evidente che se la coperta è corta – come è il caso della legge di bilancio approvata dal governo giallorosso – la lista di quello che c’è è ristretta.
Cosa c’è: lo stop all’aumento dell’Iva, il taglio delle tasse nelle buste paga dei lavoratori dipendenti, l’abolizione del superticket.
Quello che non c’è: l’inasprimento delle pene per chi evade il Fisco, come il grande piano dei 5 stelle delle manette agli evasori, si è ridotto a una mollica di Pollicino. Non c’è un sostegno alle imprese e un segnale per le partite Iva, pochissimo per i pensionati.
Quello che c’è
L’Iva non aumenta, ma nel 2021 torna l’incubo. La manovra ha un valore di circa 30 miliardi. Per evitare di far scattare l’aumento, previsto dal primo gennaio del 2020, sono stati impiegati ben 23,1 miliardi. In questo modo l’Iva non passerà dal 10% al 13% e dal 22% al 25%.
L’altra faccia della medaglia è che le risorse a disposizione per le altre spese si riducono al lumicino. Lo sforzo imponente, inoltre, non annulla gli impegni. Nel 2021, infatti, restano ancora rialzi dell’Iva per circa 18 miliardi: sono soldi che andranno trovati il prossimo anno.
Il segnale ai lavoratori dipendenti, 40 euro in più al mese. Ci sono 3 miliardi per tagliare il cuneo fiscale. Tutto il beneficio sarà indirizzato ai lavoratori dipendenti, che vedranno così crescere l’importo delle buste paga. Chi beneficerà dell’intervento è ancora da decidere.
L’ipotesi più accreditata è di andare a tagliare le tasse sui redditi medio-bassi, fino a 26mila euro. In questo caso i lavoratori coinvolti sarebbero 10 milioni, con un beneficio di 40 euro al mese.
L’altra opzione è di arrivare ai redditi fino a 35 mila euro, ma in questo caso bisognerebbe trovare più risorse o trasformare il bonus 80 euro in detrazione.
Stop al superticket dal primo settembre. Un’altra misura che va a impattare sui ceti medio-bassi è l’abolizione del balzello sulle visite specialistiche e sulle prestazioni diagnostiche.
Il governo ha messo sul piatto 160 milioni (560 a regime) per cancellare il superticket dal prossimo primo settembre. In media è pari a 10 euro e si applica in molte Regioni come costo aggiuntivo al ticket sanitario ordinario, che può arrivare fino a 36 euro.
Il Green new deal da 11 miliardi in tre anni. Per le misure in favore dell’ambiente e per il clima arrivano 10,5 miliardi in tre anni, dal 2020 al 2022. L’ammontare totale sarà di oltre 50 miliardi, in 15 anni.
Nello specifico i 10,5 miliardi sono la dotazione complessiva di due fondi di investimento assegnati a Stato ed enti territoriali per lo sviluppo sostenibile, le infrastrutture sociali e l’incentivo alle rinnovabili.
Il piano cashless: tetto al contante e regalo della Befana. Dal prossimo anno, e fino al 2021, si potranno sostenere spese in contanti per un massimo di duemila euro invece che tremila, come avviene oggi. Il tetto scenderà a mille euro a partire dal 2022. Il piano per disincentivare l’uso del contante e stimolare i pagamenti elettronici con il bancomat e le carte di credito prevede una riduzione sensibile delle commissioni per gli esercenti, ma anche multe per chi rifiuterà il pagamento con la carta.
Chi userà il bancomat potrà ritrovarsi in tasca il regalo della Befana: nei primi giorni del 2021 arriverà un bonus per alcune spese sostenute l’anno precedente.
Ci sarà anche la lotteria, con premi speciali ed estrazioni legate sempre alle spese pagate con la carta.
Arrivano le microtasse.
Per trovare le coperture necessarie, il governo è dovuto ricorrere a una miriade di micro-tasse. Quella che si applicherà su imballaggi e sulle bottiglie di plastica è salata: 1 euro per ogni chilo.
Vengono triplicate le imposte ipotecarie e catastali per i trasferimenti delle case tra privati: passano da 50 a 150 euro ciascuna.
Un gettito molto consistente, pari a 2 miliardi, arriverà dalla revisione di alcuni sussidi dannosi. Nello specifico viene cancellato il beneficio sul gasolio per i veicoli Euro3 e Euro4, è introdotta una tassa per prodotti inquinanti impiegati per la produzione di energia.
Stangata anche sulle auto aziendali più inquinanti: la base imponibile su cui si paga l’Irpef aumenta dal 30% al 100 per cento. Per richiedere un certificato penale bisognerà pagare un bollo di 2,4 euro a foglio.
L’intervento sui ricchi: stop alle detrazioni sopra i 120mila euro. Niente detrazioni, e quindi tasse più alte, per i redditi sopra questo livello. Secondo le stime si tratta dell′1% dei contribuenti italiani.
Il bonus per le facciate dei palazzi. Un credito fiscale del 90% per chi rifà nel 2020 la facciata di casa o del condominio, in centro storico o in periferia, nelle grandi città o nei piccoli comuni. La proposta trae ispirazione da una famosa legge francese degli anni Sessanta (la legge Malraux), che ha cambiato l’immagine di molte città della Francia.
Quello che non c’è
Le manette agli evasori rinviate a data da destinarsi. Il piano messo a punto dagli uffici del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede si è ridotto a un micro-intervento che alza da 6 a 8 gli anni di carcere previsti per il reato di dichiarazione fraudolenta.
Il piano 5 stelle era molto più ambizioso prevedendo pene più severe per tutte le fattispecie relative all’evasione fiscale e un abbassamento consistente delle soglie di punibilità . Se ne parlerà durante l’iter parlamentare della manovra o in altra sede.
Niente flat tax per le partite Iva tra 65mila e 100mila euro. Il beneficio dell’aliquota al 15% sarebbe scattato dal primo gennaio, ma il governo ha deciso di cancellare la norma approvata dall’esecutivo precedente.
Mini rivalutazione delle pensioni. I sindacati: “50 centesimi al mese”.
Sulle pensioni l’intervento dell’esecutivo si limita a una mini rivalutazione per le pensioni tra i 1.500 e i 2.000 euro mentre la misura portante – quota 100 – non subisce modifiche.
Rispetto alle richieste di aumento del potere d’acquisto degli assegni anche con un ampliamento della quattordicesima, il governo si è detto disponibile a introdurre la rivalutazione piena rispetto all’inflazione, oltre a quella attuale per gli assegni pensionistici fino a 1.522 lordi al mese, anche per quelli da 1.522 fino a 2.029 euro al mese (quattro volte il minimo).
Ma i sindacati parlano di una “presa in giro” dato che questi pensionati hanno già una rivalutazione al 97% dell’inflazione. In pratica ci sarebbe un aumento di circa 50 centesimi di euro al mese, pari a poco più di 6 euro all’anno per 2,5 milioni di pensionati.
Alle imprese solo la conferma di Industria 4.0. Non sono previsti nuovi interventi di sostegno alle imprese. L’unico segnale è il rifinanziamento del pacchetto Industria 4.0.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 16th, 2019 Riccardo Fucile
EVITATO AUMENTO IVA, TUTTO IL RESTO SONO BRICIOLE
È il classico sì salvo intese quello che consente al governo di varare la Legge di Bilancio 2020 e il decreto fiscale collegato. Il Consiglio dei Ministri si è chiuso alle 4,35 del mattino mentre il Documento programmatico di bilancio “è già stato inviato a Bruxelles”, come hanno fatto sapere Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri.
Nel comunicato pubblicato sul sito della presidenza del Consiglio dei ministri i principali impegni vengono sintetizzati in tredici punti:
1 — CANCELLAZIONE CLAUSOLA IVA 2020 — Al fine di evitare un aumentodelle imposte a carico dei consumatori, con ripercussioni sulla distribuzione e il commercio, gli incrementi dell’Iva pari a 23,1 miliardi di euro previsti a legislazione vigente per il 2020 sono stati completamente sterilizzati, senza ricorrere a interventi sulle rimodulazioni delle aliquote capaci di aumentare il gettito di tale imposta.
2 — CUNEO FISCALE — Si riduce già dal 2020 il cuneo fiscale a carico dei lavoratori, avviando un percorso di diminuzione strutturale della pressione fiscale sul lavoro e di riforma complessiva del regime Irpef per tutti i lavoratori dipendenti.
3 — LOTTA ALL’EVASIONE — Vengono messe in campo politiche di contrasto all’evasione e alle frodi fiscali in più settori. Si prevede un inasprimento delle pene per i grandi evasori. Si introducono misure per contrastare l’illecita somministrazione di manodopera e l’aggiramento della normativa contrattuale in tema di appalti da parte di cooperative o imprese fittizie, che in tal modo evadono l’Iva e non procedono al versamento delle ritenute sui redditi dei lavoratori. Si rafforzano le misure contro le frodi nel settore dei carburanti. Si implementa il contrasto all’evasione e all’illegalità nel settore dei giochi, attraverso l’istituzione del registro unico degli operatori del gioco pubblico e il blocco dei pagamenti per i soggetti che operano dall’estero senza concessione, anche attraverso l’istituzione dell’agente sotto copertura.
4 — PIANO CASHLESS — Con l’obiettivo di aumentare i pagamenti elettronici, si predispone un piano che prevede, tra l’altro, l’introduzione di un super bonus da riconoscersi all’inizio del 2021 in relazione alle spese effettuate con strumenti di pagamento tracciabili nei settori in cui è ancora molto diffuso l’uso del contante, nonchè l’istituzione di estrazioni e premi speciali per le spese pagate con moneta elettronica e sanzioni per la mancata accettazione dei pagamenti con carte di credito o bancomat
5 — FAMIGLIE — Vengono destinate ulteriori ingenti risorse agli interventi per la famiglia, che saranno oggetto di un piano di razionalizzazione e semplificazione.
6 — SALUTE — Si prevede la cancellazione del cosiddetto superticket in sanità , a partire dalla seconda metà del 2020, con un corrispondente incremento delle risorse previste per il sistema sanitario nazionale, destinate comunque ad aumentare nel prossimo triennio.
7 — PREVIDENZA E WELFARE — Si conferma il sussidio economico che accompagna alla pensione categorie di lavoratori da tutelare (cosiddetta APE Social) e la possibilità per le lavoratrici pubbliche e private di andare in pensione anticipata anche per il 2020 (la cosiddetta ‘Opzione Donna’). Viene confermata anche l’esenzione dal canone RAI per gli anziani a basso reddito.
8 — PERSONE DIVERSAMENTE ABILI — Per le politiche di sostegno alle persone diversamente abili vengono stanziate le risorse necessarie all’attuazione della delega in materia. Allo stesso tempo, nuove risorse sono previste in tre distinti fondi per la tutela del diritto al lavoro, per l’assistenza e per le esigenze di mobilità .
9 — INVESTIMENTI PUBBLICI E PRIVATI E AMBIENTE — Si istituiscono due nuovi fondi per finanziare gli investimenti dello Stato e degli enti territoriali e un fondo per contribuire (con garanzie, debito o apporto di capitale di rischio) alla realizzazione di investimenti privati sostenibili nell’ambito del green new deal. A queste risorse vanno aggiunte quelle relative al sostegno degli investimenti privati sotto forma di contributi e di incentivi.
10 — MEZZOGIORNO — Vengono destinate risorse ad interventi per incentivare gli investimenti delle imprese, alle infrastrutture sociali e al risparmio energetico nelle regioni del Mezzogiorno
11 — IMPRESE E INNOVAZIONE — Si stanziano le risorse necessarie a proseguire gli incentivi del programma “Industria 4.0” per sostenere gli investimenti privati e favorire il rinnovo dei sistemi produttivi: tra questi il Fondo centrale per le piccole e medie imprese; il super e l’iper ammortamento (per beni tecnologici, software ed economia circolare); il rifinanziamento della legge Sabatini; il credito di imposta per la “Formazione 4.0”.
12 — DETRAZIONI — Vengono prorogate le detrazioni per la riqualificazione energetica, gli impianti di micro-cogenerazione e le ristrutturazioni edilizie, oltre a quelle per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici di classe energetica elevata a seguito di ristrutturazione della propria abitazione. Viene introdotta per il 2020 una detrazione per la ristrutturazione delle facciate esterne degli edifici (il ‘bonus facciate’) per dare un nuovo volto alle nostre città
13 — RINNOVO DEI CONTRATTI PUBBLICI — Sono ampliati gli stanziamenti del triennio 2019-2021 per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego del comparto Stato.
Il dettaglio dei provvedimenti vede l’ok al superbonus per chi paga con carta di credito, fortemente voluto dal premier Conte.
Salgono a 600 milioni le risorse per la famiglia. Arriva da settembre 2020 l’abolizione del superticket.
Ma si litiga su altro: la soglia del contante scende da 3000 a 2000 euro e poi a 1000 euro dal 2022, mentre per il carcere agli evasori arriva una prima norma poi già si annuncia un emendamento.
In legge di bilancio sono confermati anche Ape social e opzione donna. Arriva un bonus facciate.
Tre miliardi arrivano da misure per il contrasto all’evasione e altri 3 miliardi arrivano dall’extragettito dei pagamenti legati agli Isa.
Nasce il piano “Italia Cashless che, senza penalizzare nessuno, incentiva l’utilizzo della moneta elettronica e i pagamenti digitali per favorire l’emersione dell’economia sommersa”, spiega.
E incassa un superbonus “della Befana”, per il quale il premier chiede 3 miliardi, che verrà dato a chi paga con carta. L’accelerazione in Cdm nasce però dalla volontà di frenare il crescendo di tensioni nella maggioranza proprio sulle misure per l’evasione.
La misura del decreto fiscale che abbassa la soglia da 3000 a 1000 euro è stata oggetto — a quanto si apprende — di un’animata discussione. Teresa Bellanova, capo delegazione di Iv al governo, avrebbe posto più in generale una questione di metodo e si sarebbe detta pronta al non voto. I Cinque stelle non avrebbero preso parte invece alla discussione: “Assistevamo con i pop corn”, scherza secondo l’ANSA un pentastellato al termine del Cdm.
Il confronto sarebbe durato a lungo ma, con l’intenzione di non spaccare il governo, si sarebbe arrivati alla mediazione.
(da agenzie)
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Ottobre 14th, 2019 Riccardo Fucile
SALE A TRE MILIARDI LA DOTE PER IL CUNEO FISCALE, MINI SBLOCCO DELL’INDICIZZAZIONE DELLE PENSIONI FINO A DUEMILA EURO, FONDO UNICO FAMIGLIA DA META’ 2020, ABOLIZIONE SUPERTICKET SANITARIO
Rush finale per la Legge di Bilancio. Dopo una giornata di trattative, il Tesoro scopre una carta che spera sia vincente: al 30 settembre scorso tutte le partite iva soggette a “Isa” (i vecchi studi di settore) hanno pagato tasse per 1,46 miliardi in più rispetto a quanto previsto.
Questo livello in crescita permette al governo di avere per il 2020 una stima prudenziale di 3 miliardi di entrate aggiuntive.
Una somma che consentirebbe di ridurre il deficit dal 2,2% del pil fino al 2% circa, ma che ovviamente verrà invece impiegata per dare coperture alla parte della manovra destinata alla crescita: in primo luogo all’aumento della spesa per il cuneo fiscale rispetto ai 2,5 miliardi fissati inizialmente.
Oggi, dopo il vertice notturno di Maggioranza, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva mandato segnali di ottimismo e smussato le possibili frizioni, a partire delle modifiche a quota 100 invocate a gran voce dai renziani.
“Sulla misura stiamo lavorando ai dettagli, siamo in contatto con i tecnici del Mef”, ha detto Conte ai cronisti davanti al Conservatorio di Avellino. E dopo l’incontro coi sindacati oggi, annuncia il segretario Uil Carmelo Barbagallo, nella manovra ci sarà un mini sblocco dell’indicizzazione delle pensioni fino a duemila euro. Viene dunque estesa la completa rivalutazione (al 100 per cento) per le pensioni che sono 3, 4 e 5 volte il minimo.
Anche sul fronte Iva Conte ha voluto rassicurare, chiarendo che “non verrà rimodulata”. “Un punto qualificante è che abbiamo trovato delle risorse nonostante la necessità di reperire 23 miliardi per bloccare l’Iva, abbiamo trovato ulteriori risorse per dare un segno della direzione di marcia di questo governo”,
I dettagli
Secondo le ultime indiscrezioni i fondi dovrebbero salire i 3 miliardi i fondi destinati al cuneo fiscale, con partenza da luglio, anche se si starebbe esplorando anche la possibilità di anticipare il via già da maggio. Programmati anche 56 miliardi destinati all’ambiente nei prossimi 15 anni (1,8 nel 2020) e 52 miliardi di investimenti (3 nel 2020).
Novità importanti anche sul fronte delle coperture. Il governo starebbe infatti valutando l’ipotesi di uno slittamento semestrale della finestra di accesso a quota 100. In altre parole, maturati i requisiti, ai tre mesi attuali di attesa per lasciare il lavoro se ne aggiungerebbero altri tre. Anche se in mattinata la ministra del Lavoro Catalfo ha puntualizzato che “quota 100 è un provvedimento che abbiamo fortemente voluto per superare la legge fornero e che non intendiamo modificare nell’aspetto che riguarda le finestre di accesso”.
Intanto, secondo fonti Pd, dal prossimo anno dovrebbe costituirsi un fondo famiglia destinato a riordinare tutti gli aiuti (nascita, bebè, voucher asili nido), dotandosi anche di ulteriori 500 milioni, portando le risorse quindi a disposizione a circa 2 miliardi. Nel frattempo, con una delega, si dovrebbe procedere a introdurre l’assegno unico, che potrebbe arrivare da metà anno o nel 2021.
I dem aggiungono inoltre che in legge di bilancio sono previsti anche l’abolizione del superticket e “11 mld destinati agli investimenti”. Dato confermato anche dal ministro della Salute Roberto Speranza: “Per noi la priorità assoluta è quella di abolire il superticket entro il 2020. Si tratta di un balzello ingiusto di 10 euro sulle visite specialistiche che nega a tanti l’accesso alle cure”.
(da agenzie)
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