Febbraio 21st, 2011 Riccardo Fucile
I DOCUMENTI DIMOSTRANO L’IDEA CHE LA DIPLOMAZIA STATUNITENSE HA SUL CLOWN BERLUSCONI….DURI GIUDIZI SUL CAOS ORGANIZZATIVO AL G8 DELL’AQUILA: “BERLUSCONI IN EUROPA E’ ORMAI UNA CARICATURA”
Il premier Berlusconi “non è mai stato condannato in via definitiva nei processi a suo carico, che lo inseguono sin da quando è entrato in politica nel 1994”.
Diversi personaggi a lui vicini “sono però stati giudicati colpevoli, con sentenze confermate in appello”.
E in molti casi “per evitare una condanna al premier sono intervenuti i suoi legali, cercando di portare indietro nel tempo l’orologio della prescrizione.
In un caso addirittura il Parlamento controllato dal presidente del Consiglio ha ridotto i termini di prescrizione per i reati a suo carico” (la cosidetta legge ex-Cirielli).
È l’8 ottobre 2009, a pochi giorni dalla bocciatura del Lodo Alfano da parte della Corte Costituzionale, quando Elisabeth Dibble, numero due dell’ambasciata americana a Roma, scrive a Washington per raccontare cosa sta succedendo in Italia.
Dopo la bocciatura della legge che lo avrebbe protetto dai giudici – riferisce la diplomatica – Berlusconi si scaglia contro i giudici “comunisti” e attacca direttamente il presidente Napolitano “rompendo un tabù” di garbo istituzionale e tacciandolo “di essere stato eletto da una maggioranza di centro-sinistra”; il portavoce della maggioranza intanto critica la Corte, definendo la sua sentenza “sfacciatamente politica” e si affacciano quindi timori di una crisi di governo.
Un clima pesante, insomma. A Washington sono preoccupati.
Vogliono spiegazioni.
In un lungo cable, – che fa parte dei 4mila documenti ottenuti
da WikiLeaks di cui l’Espresso ha l’esclusiva- la Dibble lo fa.
Nel documento, classificato come “Confidential” e indirizzato al Dipartimento di Stato Usa – la funzionaria spiega che la Corte Costituzionale ha giudicato illegittima una norma che avrebbe evitato a Berlusconi di essere processato per almeno quattro reati di cui è accusato.
Pragmaticamente la Dibble avverte anche che gli italiani “fanno spallucce su queste questioni così come spesso dimenticano le frequenti gaffes del premier e le sue trasgressioni sessuali”.
Ma in ogni caso la bocciatura del lodo Alfano “ha indebolito il premier. Il doversi difendere dalle accuse – si legge nel documento – diventerà un’altra significativa distrazione” dalle attività di governo, “mentre le aspre critiche a Napolitano minacciano ulteriori divisioni tra Palazzo Chigi e il Quirinale” e hanno un eco poco favorevole tra i cittadini, che rispettano il Presidente della Repubblica.
La Dibble comunque tranquillizza Washington.
Berlusconi è indebolito ma non è sconfitto.
“Il premier ha ancora una solida maggioranza in Parlamento”.
Lo aiuta anche l’opposizione, con il Partito Democratico definito “disorganizzato”: l’ex leader Walter Veltroni ci ha detto che il Pd “sarà competitivo tra quattro-cinque anni, riconoscendo che nell’immediato futuro non sarà una seria alternativa a Berlusconi”.
E “i dissidenti della coalizione di maggioranza” infine “non sono ancora in grado di agire”. Le crepe però si vedono tutte.
Le prime, nella visione americana, si erano già aperte in occasione del G8 de L’Aquila.
Silvio Berlusconi nell’estate del 2009, alla vigilia del vertice tra capi di stato e di governo è già definito – in un altro cable, sempre firmato da Elisabeth Dibble – “una caricatura” in Europa, “bersagliato quotidianamente dalla stampa estera”.
In Italia invece in buona parte della stampa nazionale – nota con stupore l’ambasciata Usa – “pochi analisti sembrano essersene accorti”.
Ma il suo gradimento, fiaccato dai primi scandali a sfondo sessuale (le frequentazioni con la minorenne Noemi Letizia e gli incontri a palazzo Grazioli a cui partecipa la escort Patrizia d’Addario, con corredo di imbarazzanti registrazioni audio) comincia a vacillare.
“Berlusconi è lontano dai picchi di popolarità raggiunti nell’autunno del 2008 – scrive da Roma l’ambasciata Usa – e parte di questa sua debolezza è attribuibile alla stanchezza di molti italiani, inclusi gli elettori di centrodestra, nel vedere immagini in cui il presidente del Consiglio amoreggia assieme ad altri con giovani donne nelle sue residenze”.
La Dibble fotografa con esattezza un trend costantemente calante.
Nell’aprile del 2008 l’indice di fiducia calcolato dall’Istituto Piepoli è a quota 52, sull’onda del tributo alla Resistenza che il premier fa ad Onna, quando in una cerimonia indossa il fazzoletto della brigata partigiana Maiella.
Ma ad agosto 2008 è già precipitato a quota 46: in quei quattro mesi hanno fatto irruzione la visita a Noemi Letizia a Casoria, l’ira di Veronica Lario per il “ciarpame senza pudore”, i festini a palazzo Grazioli con la escort Patrizia D’Addario.
E nel giugno 2009, alla vigilia del G8, si tocca pericolosamente quota 42. Berlusconi lo sa, e come spesso accade inventa il suo colpo di teatro.
Il vertice dei capi di stato e di governo non si farà più alla Maddalena, annuncia Berlusconi nell’aprile 2009, ma sarà trasferito a L’Aquila, da poco devastata dal terremoto.
Una sfida coraggiosa, ma anche una decisione ispirata da opportunismo.
Il 27 giugno la Dibble scrive direttamente al presidente Barack Obama, che sta per arrivare in Italia, e gli illustra cosa troverà .
“Il summit – dice – era in origine previsto alla Maddalena – ma la realizzazione delle opere programmate era molto lontana dalla realizzazione”.
Così ci si trasferisce a L’Aquila.
E sull’appuntamento il premier conta molto per invertire il trend di popolarità calante.
Berlusconi – leggerà Obama nel rapporto – è in questo momento in difficoltà nell’affrontare i reali problemi economici del Paese, ed “è ansioso di ospitare Lei e questo evento dimostrando il suo ruolo e la sua importanza in qualità di capo di governo più longevo del G8. In Italia tutti gli occhi saranno puntati sul premier, ed il vertice cade proprio mentre la stampa nazionale ed internazionale è piena di impressionanti accuse che riguardano la sua condotta privata. Berlusconi – spiega la Dibble – spera di usare il vertice per dimostrare che gode del rispetto internazionale”.
Gli americani staranno al gioco. A mettere i bastoni tra le ruote – paradossalmente – saranno gli italiani.
Per strafare l’Italia organizza il G8 infilando nel programma tutti i temi possibili.
Si dovrà parlare di stabilità finanziaria, di clima, di energia, di sicurezza, di pirateria, dei rapporti tra Pakistan e Afghanistan, di non proliferazione degli armamenti, di commercio mondiale ed anche di sicurezza dell’alimentazione. La Farnesina e gli sherpa sono un vulcano di iniziative.
Tante. Troppe.
“La proliferazione di argomenti e una lista continuamente crescente di invitati caratterizza il vertice”, scrive la Dibble, che usa toni ironici.
A L’Aquila in effetti ci sono tutti.
Il gruppo dei 5 emergenti Outreach (Cina, India Brasile, Sudafrica e Messico), avrà il piacere di vedersi allargato a Corea del Sud, Indonesia e Australia. I paesi del Mef (Major Economic Forum) inizialmente sono soli, ma l’organizzazione italiana provvede ad affiancargli anche la Danimarca.
Ci sono anche gli africani del Nepad (Libia, Egitto, Algeria, Senegal, Nigeria ed Etiopia).
L’Egitto però avrà in dono anche la possibilità di rendersi ubiquo potendo discutere anche con il gruppo Outreach.
In più, visto che c’era posto, sono state chiamate anche Spagna e Olanda.
“Il vertice del G8 italiano – scrive sconsolata la Dibble – sarà il più grande mai organizzato, superando come partecipanti anche il G20. Il risultato? “Sminuita la coesione tra i partner e vanificato l’obiettivo italiano di rendere adeguato il summit”, e questo anche grazie a ministri in competizione tra loro.
L’Aquila insomma è una Babele con pochi frutti, ma gli americani daranno una mano.
Anche perchè, conclude la Dibble, gli italiani si sono detti disponibili a venire incontro “dovunque a tutte le nostre esigenze”.
“La sua visita – signor Presidente ha un significato particolare per il governo, mentre il premier Silvio Berlusconi vede il summit come l’occasione per dare di sè l’immagine di uno statista”.
Fabio Bogo
(da “La Repubblica“)
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Giugno 27th, 2010 Riccardo Fucile
PROMESSI PER LA RICOSTRUZIONE 10 MILIARDI IN 10 ANNI, MA NON C’E’ NEANCHE 1 MILIARDO L’ANNO DA SPENDERE… LE AZIENDE ESISTENTI ABBANDONATE SENZA AIUTI… SI FANNO SLITTARE LE IMPOSTE OGNI SEI MESI, MA IN UMBRIA E MARCHE SI PAGO’ SOLO IL 40% DELL’ARRETRATO
L’ultima visita del premier all’Aquila risale ormai al lontano 29 gennaio: da quando tutti hanno cominciato a capire che i soldi per la ricostruzione non ci sarebbero stati, il governo si è dato latitante.
Dall’Aquila le forze politiche bipartisan lanciano un grido disperato: o arrivano i finanziamenti a suo tempo promessi o l’Aquila diventerà una città morta. Soldi per la ricostruzione non ce sono: la città è coperta di puntelli, sembra divenuta una città di ferro, ma i cantieri dove si lavora si contano sulle dita di una mano.
Vi sono ditte che falliscono perchè hanno fatto dei lavori e non sono state pagate.
Lo Stato paga 16 milioni al mese (per ora) per mantenere migliaia di persone negli alberghi ma, se fossero iniziati a tempo debito i lavori di sistemazione delle loro case classificate B e C , ora potrebbero già abitarvi.
Il Comune non ha neanche i soldi per tagliare l’erba nei parchi, non ci sono servizi, la frutta la portano gli ambulanti da Napoli.
Qualche giorno fa gli aquilani sono sfilati in 20.000 per protestare: nemmeno un cenno sul Tg1 e sul Tg2.
Quando il sindaco ha invitato tutti i media a verificare la situazione, l’invito è stato declinato da Tg1 e da tutte le reti Fininvest.
Qualcuno ha paura che si conosca la verità , lo diciamo da mesi.
Che è ben diversa, fin dall’inizio, da quella raccontata dal governo.
Persino Bruno Vespa, aquilano onesto e non certo schierato con l’opposizione , ha avuto parole dure di analisi.
Il problema è che il governo, sapendo fin dall’inizio di non avere i soldi per ricostruire in tempi brevi, ha stanziato solo 10 miliardi diluiti in 10 anni, ovvero un miliardo l’anno.
Cifra insufficiente, come ricorda Vespa, in quanto nelle Marche e in Umbria, per terremoti minori, si sono spesi 7 miliardi. Continua »
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Giugno 10th, 2010 Riccardo Fucile
SI PARLA DI “INFILTRAZIONI DELLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA NEGLI APPALTI PER LA RICOSTRUZIONE”: SOTTO ESAME I 185 EDIFICI PER 15.000 SFOLLATI COSTATI 803 MILIONI DI EURO….COI SUBAPPALTI DALLE INIZIALI 121 IMPRESE SI E’ PASSATI A 931….COSTATE 2.600 EURO A METRO QUADRO CONTRO UN VALORE DI MERCATO DI 1.100 EURO AL MQ….QUINDICI AZIENDE GIA’ SOTTO INCHIESTA
Il fascicolo aperto dalla Procura nazionale Antimafia ha per titolo “Infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti per la ricostruzione”: aperta qualche mese fa, inizialmente avrebbe dovuto riguardare l’infiltrazione di aziende mafiose nei lavori per il terremoto dell’Aquila, con circa 15 società già sotto inchiesta.
Con il passare del tempo è stata allargata ad altri nomi di imprenditori coinvolti già nell’inchiesta sui Grandi eventi, fino ad arrivare all’iscrizione nel registro degli indagati di Denis Verdini, coordinatore nazionale del Pdl, già indagato per corruzione a Firenze e Roma.
Al centro delle intercettazioni e delle carte, il Consorzio Federico II, con la toscana Btp, le ditte aquilane Barattelli, Vittorini e Marinelli.
Un consorzio nato il 15 maggio 2009, quaranta giorni post-terremoto, dopo una serie di visite degli imprenditori a Palazzo Chigi, al fine di accreditarsi per gli appalti.
Al Consorzio furono infatti affidati i lavori di costruzione della scuola media Carducci, il restauro della caserma Pasquali e diversi puntellamenti nella zona rossa della città .
Ma al di là dei rapporti tra Verdini e il costruttore Fusi, l’inchiesta della Procura verte in generale sulla ricostruzione e riguarda il progetto C.a.s.e., ovvero i Complessi Antisismici sostenibili ecocompatibili.
Parliamo del fiore all’occhiello del premier che avrebbe dovuto risolvere il problema della casa per i terremotati: in realtà nei185 edifici (4.500 alloggi) vivono solo 15.000 terremotati (altri 30.000 si sono trovati una sistemazione per conto proprio, mentre qualche migliaio è ancora negli alberghi della costa).
Queste C.a.s.e. sono state costruite, tra settembre 2009 e febbraio 2010, su piastre e isolatori sismici in 19 aree della periferia dell’Aquila: secondo i dati della Protezione civile sono costati esattamente 803 milioni e 857 mila euro, compresi oneri di urbanizzazione, verde, arredi e allestimenti.
In pratica, prezzo finito, il costo è stato di 2.600 euro a mq., quattro volte il prezzo finito delle casette di legno che poi sono state acquistate ad integrazione parziale.
In ogni caso sono state pagate due volte il prezzo medio di mercato di 1.100 euro al mq. Continua »
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Marzo 24th, 2010 Riccardo Fucile
SOTTO ACCUSA PER IL CROLLO DI UN PALAZZO CHE HA CAUSATO 10 MORTI, SI SCOPRE CHE L’IMPRENDITORE FREZZA HA OTTENUTO APPALTI PER 15 MILIONI DI EURO DALLA PROTEZIONE CIVILE.. HA REALIZZATO 5 NUOVE PALAZZINE PER I TERREMOTATI E HA OTTENUTO ANCHE APPALTI PER IL G8
L’imprenditore e costruttore Armido Frezza, uno dei principali protagonisti della ricostruzione della città , avendo ottenuto dalla Protezione civile appalti per 15 milioni di euro per il progetto C.a.s.e. e per il G8 all’Aquila, ha ricevuto un avviso di garanzia per omicidio colposo, disastro colposo e lesioni dalla Procura della Repubblica che sta indagando sulle cause dei crolli di diversi edifici della città .
L’accusa riguarda in particolare il crollo di un palazzo che, la notte del sisma, ha causato la morte di dieci persone.
L’edifico si trovava di fronte alla Casa dello Studente, in via XX Settembre 79: secondo alcuni superstiti, il palazzo tremava già da mesi, in seguito a lavori in un edificio vicino, e la cosa era stata segnalata alle autorità , senza che nessuno prendesse provvedimenti.
I lavori alle fondamenta del palazzo costruito da Frezza avrebbero indebolito, favorendone il crollo, un’ala intera dell’edificio.
Il nome di Frezza emerge poi anche nelle indagini per i crolli dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, dove l’imprenditore aveva vinto nel 2007 l’appalto per ristrutturare un’ala del complesso, poi gravemente lesionata dal sisma. All’indomani del terremoto, la società di Frezza era quindi finita al centro delle polemiche sui crolli, finendo oggetto di indagini giudiziarie.
Nonostante questo, La Protezione civile pensò bene di affidargli 15 milioni di euro per realizzare 5 palazzine che fanno parte delle nuove case per i terremotati volute dal governo.
Quelle per cui Letta assicurò che “nessuno degli imprenditori della cricca ha mai lavorato e preso un euro”. Continua »
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Marzo 15th, 2010 Riccardo Fucile
ABBIAMO TOCCATO IL FONDO: AMMONTA A 130 EURO LA SOMMA CHE VIGILI DEL FUOCO, MILITARI E VOLONTARI ACCORSI PER IL TERREMOTO DOVRANNO PAGARE PER RITIRARE LA MEDAGLIA DI “PUBBLICA BENEMERENZA” ASSEGNATA DALLA PROTEZIONE CIVILE..I VIGILI DEL FUOCO INDIGNATI RIFIUTANO L’INSULTO DI UNO STATO ACCATTONE
Se vuoi metterti al collo la medaglia al valore, prima metti la mano al portafoglio.
Questa la morale e l’implicito invito che i vigili del fuoco, i militari, le forze di polizia, i volontari accorsi per prestare aiuto agli aquilani, colpiti dal tragico terremoto di un anno fa, si sono visti recapitare dalla Protezione civile di questo nostro sgangherato Paese.
In America, dopo la vicenda delle Torri Gemelle, le autorità degli States hanno riempito di attestati di benemerenza, di commossi ringraziamenti e di medaglie d’oro al valore i vigili del fuoco che tanto si prodigarono nelle prime ore successive al disastro, sacrificando anche la loro vita.
In Italia, la Protezione civile ha invitato le categorie che abbiamo elencato a ritirare un attestato gratuito firmato dalla Presidenza del Consiglio e dal dipartimento, unitamente alla “medaglia di pubblica benemerenza”, per ottenere la quale però occorre rivolgersi a una società privata e pagare la bellezza di 130 eurini per un kit che comprende”medaglia,nastro, rosetta, distintivo, astuccio e fascetta”.
Quanto sopra è indicato sul sito benemerenze.it, collegato all’indirizzo web della Protezione civile.
E per una operazione del genere hanno pure emanato un decreto dove si legge che “gli oneri per la realizzazione e la spedizione dei diplomi sono a carico della Protezione civile, quelli connessi a medaglie e insegne a carico dei beneficiari”.
Le associazioni dei Vigili del Fuoco sono sommersi da centinaia di lettere di indignata protesta da parte degli iscritti che, dopo essersi fatto un mazzo così per aiutare i fratelli aquilani, senza nulla chiedere, ora devono subire la beffa di una lettera in cui la Protezione civile li invita a ritirare una medaglia a pagamento, attraverso un appalto dato a una società privata che gestisce le benemerenze.
Per ottenere un riconoscimento da questo Stato accattone, in pratica, devi pagartelo.
Il tutto in un bel cofanetto con il logo della Protezione civile e senza poter neanche chiedere solo la medaglia.
O compri il kit completo dalla System Data Center SpA o te la scordi. Continua »
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Febbraio 25th, 2010 Riccardo Fucile
UNA AFFARE DI OLTRE UN MILIONE DI EURO PER IL COLOSSO ROMANO “RELAIS LE JARDIN” DURANTE L’EVENTO ALL’AQUILA… IL GENERO DI LETTA LAVORA ANCHE PER LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E IL QUIRINALE…NEL 2003 L’EX MINISTRO MANCUSO PRESENTO’ UNA INTERROGAZIONE E DEFINI’ IL TUTTO “UNA PUTREDINE”
Nell’elenco delle società che si sono aggiudicate i lavori del G8 all’Aquila, per l’affidamento del servizio di catering, con compenso previsto di 1.065.600 euro, spicca la “Relais le Jardin”, colosso romano della ristorazione di proprietà di Amedeo e Roberto Ottaviani.
Si tratta indubbiamente di una grande e qualificata azienda del settore, specializzata in grandi eventi, ma ovviamente non l’unica sul mercato con queste pecularietà .
Con una caratteristica ulteriore: Roberto Ottaviani è coniugato con la figlia del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, braccio destro del premier.
Non si trattava della prima volta che l’azienda di catering lavorasse per la Protezione civile, avendo ricevuto anche in passato delle commesse per altri eventi, passando attraverso il subappalto della Triumph, una società di pubbliche relazioni che ricorre spesso negli affidamenti di incarichi per diversi milioni di euro da parte della Protezione civile.
In verità la Triumph e la Relais sono anche in società per servizi da sviluppare all’estero.
Il genero di Gianni Letta non ha solo curato la ristorazione delle riunioni del G8, ma nel settore delle commesse pubbliche lavora anche per il Quirinale e la Presidenza del Consiglio dei ministri. Continua »
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Febbraio 17th, 2010 Riccardo Fucile
SENZA TROPPI CONTROLLI, HA EMESSO 250 ORDINANZE IN DUE ANNI …LA GRANDE ABBUFFATA DI ANEMONE PASSATO DA 10 A 37 MILIONI DI GIRO D’AFFARI, DI GIAFI DA 44 A 88 MILIONI, DELLA IGIT (+50%)… A PRATICA DI MARE SPESO UN MILIONE DI EURO PER SPUNTARE LE SIEPI
La Protezione civile di Bertolaso è una multinazionale con ben 700 dipendenti che, nei nove anni sotto la guida del suo potente e decisionista capo-dipartimento, ha cambiato volto e moltiplicato la sua potenza di fuoco.
Si interessa di tutto, dal terremoto dell’Aquila al Congresso europeo delle famiglie numerose, dall’esplosione di Viareggio alle regate della Louis Vitton Cup.
Abbiamo assistito a una escalation mostruosa di ordinanze, 330 del governo Berlusconi dal 2001 al 2006, 46 del’esecutivo Prodi, 250 in due anni al ritorno del Cavaliere a Palazzo Chigi.
Con l’attuale premier, la Protezione civile mette il cappello anche sugli scavi di Pompei, sui festeggiamenti per i quattrocento anni della nascita di San Giuseppe da Cupertino, sulle piscine dei mondiali di nuoto, sulla riesumazione delle spoglie di Padre Pio.
Si muovono miliardi, dieci in dieci anni, di cui 1,9 solo nel 2008.
Denaro speso senza troppi controlli, spesso in deroga, in nome costante dell’emergenza, a piani regolatori e alla trasparenza degli appalti.
Insieme ad opere necessarie come le case all’Aquila e alle cattedrali nel deserto della Maddalena ( 327 milioni), abbiamo anche interventi sorprendenti: quelli per sistemare il traffico a Napoli, le gondole e i vaporetti a Venezia, le rotonde per i mondiali di ciclismo a Varese, l’anno giubilare paolino.
Miliardi che creano anche fortune imprenditoriali.
Vediamo alcuni bilanci di società i cui nomi sono emersi nell’inchiesta della Procura di Firenze.
La ditta Anemone di Grotaferrata, che ha costruito alla Maddalena il palazzo delle conferenze e a Roma alcune piscine per i mondiali, è passata da un giro di affari nel 2008 di 10 milioni a ben 37 milioni nel 2009 “in forza di appalti con la Pubblica Amministrazione” come si legge nel bilancio. Continua »
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Febbraio 15th, 2010 Riccardo Fucile
DI “FRANCESCA” IN REALTA’ CE NE ERANO TRE AL “SALARIA SPORT VILLAGE”, ORA UNA E’ SPARITA… NELLE INTERCETTAZIONI EMERGE L’APPUNTAMENTO DI BERTOLASO CON LA BRASILIANA MONICA IN BIKINI A CENTRO CHIUSO…E NELLA TELEFONATA FINALE CON REGINA EMERGONO I DETTAGLI DELL’INCONTRO
Lo abbiamo scritto appena è stato possibile leggere qualche verbale relativo alla vicenda dei “rapporti tra Bertolaso e l’imprenditore Anemone”(vincitore di 5 grossi appalti gestiti dalla Protezione civile): non è concepibile che chi ha una responsabilità di tale livello, abbia dei rapporti di stretta amicizia con chi concorre agli appalti della struttura stessa.
Bertolaso avrebbe dovuto avere il buon gusto di rassegnare “dimissioni irrevocabili”, invece di continuare nel giochetto di vedersele respinte o del “me ne vado se me lo chiede Berlusconi”.
Nessuno mette in dubbio la sua competenza, ma in primo luogo aveva il dovere di controllare i suoi vice: non può cavarsela dicendo che “qualcosa mi è sfuggito”, quando da mesi determinate inchieste erano pubblicate su quotidiani e settimanali e di certe accuse era quindi perfettamente a conoscenza, senza peraltro aver denunciato alcuna anomalia procedurale.
In secondo luogo il suo comportamento personale, i rapporti con Anemone, i presunti favori sessuali, hanno gettato un discredito profondo su un sottosegretario dello Stato italiano e quanto emerge dall’inchiesta rende la sua posizione ogni giorno sempre più indifendibile.
Non ci è piaciuto il “massaggio” a reti unificate che ha fatto su tutte le Tv, presentando la ormai famosa Francesca come una attempata signora (e il premier ha sbulaccato ancora di più, ipotizzando che abbia 55 anni) dedita al suo mal di schiena.
Cerchiamo oggi di chiarire questo aspetto, perchè si gioca sull’equivoco.
In realtà esistono tre “Francesca fisioterapista” e tutte lavorano al “Salaria Sport Village”.
La prima è quarantenne, esperta in manipolazioni cervicali, che Bertolaso sostiene di aver frequentato per scopi terapeutici.
In questo periodo è ricoverata in ospedale per una discopatia e avrebbe confermato gli appuntamenti con Bertolaso.
La seconda Francesca è una sua collega, esperta in “massaggi ayurverdici” ed è anche la fisioterapista personale della moglie di Bertolaso.
Ma esiste la terza, misteriosa “Francesca del beauty” come la chiamano in codice i soci del circolo: si tratta di una ragazza sui 30 anni, scura di capelli e di carnagione, che si occupa della struttura Beauty, ovvero solarium, sauna e spogliatoi: è sparita, ufficialmente in ferie. Continua »
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Febbraio 11th, 2010 Riccardo Fucile
GLI ITALIANI RIMPIANGONO I TEMPI IN CUI L’ESCORT ERA SOLO UN MODELLO DI AUTO…IN CAMBIO DI APPALTI, I CAPI DELLA PROTEZIONE CIVILE RICEVEVANO AUTO, RISTUTTURAZIONI GRATUITE, MOBILI, VIAGGI E SOGGIORNI, ASSUNZIONI DI FIGLI, PRESTAZIONI SESSUALI…. SU BERTOLASO INTERCETTAZIONI INEQUIVOCABILI
Indagato Guido Bertolaso, arrestato Angelo Balducci, suo braccio destro all’epoca dell’organizzazione del G8 della Maddalena.
Si contano altri tre arresti e quaranta indagati, tutti con accuse pesantissime: corruzione, truffa, appalti truccati in cambio di tangenti sotto forma di auto di lusso, azioni, interventi edilizi gratuiti su case di proprietà degli indagati e prestazioni sessuali di escort di lusso.
Un vero terremoto che azzera il vertice della Protezione civile quanto a credibilità , ma ognuno rimane al suo posto.
Chi rassegna le “dimissioni burla”, dopo esser certo che saranno respinte, chi in Consiglio dei ministri applaude la decisione del premier di confermare Bertolaso, senza neanche aver preso visione degli atti giudiziari (e relative intercettazioni) che lo accusano.
“Ego te absolvo, in nomine Silvio…” e tutti vanno in pace.
Stamane persino i giornali di centrodestra sono perplessi: la difesa che il premier ha fatto ieri di Bertolaso è penosa, in effetti.
I magistrati di Firenze sarebbero “pubblici dipendenti, pagati coi soldi dei contribuenti, che pensano solo a deprimere chi fa il bene del Paese”?
I soliti “magistrati di sinistra”, insomma: peccato che nell’inchiesta che ha originato il filone “lavori per il G8 alla Maddalena” e che inizialmente verteva su opere realizzate a Firenze, quei magistrati avessero invece inquisito due assessori di sinistra.
Le parole del premier non hanno avuto rispetto nemmeno del lavoro dei carabinieri che hanno indagato e intercettato Bertolaso, Balducci e Co., trovando evidenti riscontri alle accuse formulate.
Nessuno è colpevole fino al terzo grado di giudizio, ma come conciliare la permanenza in certi ruoli chiave di fronte a intercettazioni di un certo genere? Nell’ordinanza a carico degli imputati, per Balducci si parla di 5 appalti pilotati, dalla Maddalena al Foro italico, da Tor Vergata all’aeroporto di Perugia.
In cambio avrebbe ricevuto, dall’imprenditore Diego Anemone, auto di lusso, ristrutturazioni di immobili, assunzioni di domestici e figli, favori sessuali. Anemone è di casa nella sede della Protezione civile, sistema anche il figlio di Balducci, si preoccupa dell’inchiesta sugli appalti che segue il giornalista Gatti, parla al cellulare certo di non essere intercettato. Continua »
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