Ottobre 16th, 2009 Riccardo Fucile
IL GOVERNO PROPONE LA MODIFICA DELL’ART. 385 DEL CODICE PENALE… NE DERIVA CHE CHI DEVE SCONTARE ANCORA 12 MESI “POTRA’ FARLO NELLA PROPRIA ABITAZIONE O ALTRO LUOGO DI CURA, ASSISTENZA E ACCOGLIENZA”… IL 32% DEI RECLUSI USCIREBBERO COSI’ DI PRIGIONE
Il ministro Alfano ho ha illustrato in Consiglio dei Ministri e preannunciato ai media: si tratta del Piano per l’emergenza carceri, predisposto per risolvere il problema del sovraffollamento dietro le sbarre e decongestionare i penitenziari italiani.
Un piano che prevede la costruzione di 24 nuovi edifici e ampliamenti di quelli già esistenti per un impegno di spesa di 1,3 miliardi in tre anni.
In realtà i soldi non sono ancora stati individuati, a parte i 200 milioni stanziati dal Cipe la scorsa estate.
Il programma in teoria prevede di aumentare i posti di 2.372 unità entro fine anno, di 8.804 nel 2.010 ( 9 nuove carceri e 5 nuovi padiglioni), di 5.596 unità nel 2011, di 7.029 nel 2012. Attualmente sono “ospiti” dei nostri istituti di pena ben 64.859 detenuti, con un trend di crescita di 800 nuovi detenuti ogni mese: circa 20.000 in più di quelli che potrebbero accogliere.
Il piano propagandato (e quindi da verificare nel futuro) dal Governo sui media sarebbe questo e in fondo, attuabilità finanziaria a parte, incontrerebbe anche il nostro plauso.
Peccato però che nessuno abbia comunicato agli italiani che, dietro la pagina patinata della copertina, si celi qualcosa di sgradevole, ovvero la proposta di modifica dell’art. 385 del codice penale che consentirebbe a tutti i condannati entro i 12 mesi o che devono ancora scontare un residuo di pena entro i 12 mesi, di uscire dal carcere per scontare la pena “nella propria abitazione o in altro luogo pubblico o privato di cura, assistenza e accoglienza”. Continua »
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Febbraio 3rd, 2009 Riccardo Fucile
SI TRATTA DI UN TUNISINO CHE DAL 1982 E’ IN ITALIA SENZA PERMESSO … UN ANIDIRIVIENI IN CARCERE PER UNA DECINA D’ANNI, POI UN OMICIDIO… LIBERO CON L’INDULTO, FA UNA RAPINA… ANCORA LIBERO E ORA UN ALTRO OMICIDIO… 27 ANNI DI CLANDESTINITA’ E DI ORDINI DI ESPULSIONE MAI ESEGUITI
Ci sono notizie di cronaca che, se approfondite, sono più istruttive di tanti sermoni televisivi e di tante analisi di esperti che si alternano sui nostri schermi mediatici.
Iniziamo da una settimana fa, quando a Milano il 49 enne Chedly Ben Rebah, tunisino, ha ucciso un connazionale per questioni di droga. Dopo averlo accoltellato, è fuggito con il portafoglio e il cellulare della vittima.
La polizia lo ha rintracciato e arrestato nel suo appartamento dove sono stati rinvenuti trenta grammi di cocaina.
Chedly Ben Rebah è un esempio di come l’Italia conduce la lotta alla clandestinità , con particolare riferimento a chi delinque.
Il soggetto in questione è clandestino in Italia dal 1982, quando è stato fermato a Milano per il primo borseggio. Esattamente 27 anni fa.
Per diversi anni, in carcere ci è finito numerose altre volte, per borseggi, furti e rapine. Un andirivieni da san Vittore fino al 1990… Penserete: ” Ah, è stato espulso finalmente?”.
No, finisce in galera per omicidio, ci resta per 16 anni, perchè poi arriva l’indulto ed esce.
Dopo qualche tempo fa una rapina e torna in galera. Continua »
argomento: criminalità, denuncia, Immigrazione, indulto, rapine, Sicurezza | Commenta »
Aprile 11th, 2008 Riccardo Fucile
L’ALGERINO STUPRATORE AVEVA DUE ORDINI DI ESPLUSIONE MAI ESEGUITI: VOGLIAMO I RESPONSABILI IN GALERA…SI PUO’ FARE, WALTER ?
Lunedì scorso il 43 enne algerino Yousef Maazi, irregolare da 6 anni in Italia, con
una decina di precedenti penali, con 2 ordini di espulsione mai eseguiti, ha avvicinato alla Stazione Centrale di Milano un ragazzo 17enne con problemi psichici fin dalla nascita, lo ha portato in un sottopasso isolato e l’ha violentato. Avvisate da un passante, sono intervenute due vigilesse che l’hanno bloccato per poi consegnarlo agli agenti che l’hanno tratto in arresto. I genitori del ragazzo, che ne avevano denunciato la scomparsa la domenica, sono corsi in lacrime a riprendersi il figlio disabile in evidente stato di choc e in stato confusionale.
Vediamo chi è Yousef Maazi, nato in Algeria il 16 novembre 1964, ufficialmente in Italia dal 30 marzo 1996, residente a Campobello di Licata, in Via Crispi 33, da cui peraltro si è allontanato anni fa. Ha goduto del permesso di soggiorno, grazie a una sanatoria che nel 1995 ha regolarizzato 270mila stranieri clandestini, fino al 30 marzo 2002. Da quella data e per 6 anni in Italia è un clandestino e quindi soggetto a espulsione forzata. Continua »
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Ottobre 4th, 2007 Riccardo Fucile
INDULTI , CRIMINALITA’ , POLIZIA SENZA BENZINA , ROMENI IN GITA …. ECCO GLI EFFETTI DELLA CULTURA DI SINISTRA
Spesso i giornali affrontano le penose vicende della microcriminalità , della prostituzione dilagante nelle città , dell’immigrazione clandestina, delle violenze e stupri quotidiani come il “mattinale” delle questure..un resoconto, qualche parola di indignazione, al massimo qualche inchiesta sulle zone a rischio. Magari unita a qualche immagine di un giornalista televisivo che di fronte ai delitti più efferati contro donne, anziani e bambini non trova di meglio che andare a chiedere ai parenti ancora affranti dal dolore “Ma li avete perdonati gli assassini ?” …si vedono persone in lacrime, sconvolte e un imbecille che mette loro il microfono sotto il naso e chiede: “Hanno il vostro perdono? ” …ah che bello sarebbe vedere il giornalista preso a calci in culo come Frajese agì col presenzialista Paolini. Quanta superficialità dei media, chiediamoci il perchè…Avevamo parlato dell’effetto dell’indulto sulla popolazione carceraria italiana… diamo una occhiata al carcere di Marassi: Continua »
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Settembre 23rd, 2007 Riccardo Fucile
INDULTO E CARCERI …OGNUNO SIA CLEMENTE ( O SEVERO) A CASA SUA
Partiamo da una premessa: il 92 % dei processi che in Italia si concludono con una condanna prevedono una pena inferiore a quella che l’ indulto cancella. Ne deriva un paradosso, ovvero che gli sgangherati tribunali italiani, che già funzionano in maniera incivile, stanno svolgendo inutilmente la quasi totalità del proprio lavoro. In compenso abbiamo un ministro di Grazie e Giustizia, Clemente Mastella, che oltre a prendere in braccio Benigni in quel di Telese e a litigare quotidianamente con l’altro ministro Antonio Di Pietro, si distingue per chiedere al CSM di togliere dalla procura di Catanzaro chi stava indagando su lui stesso e su Prodi… se ci avesse provato Castelli a suo tempo chissa che fulmini e saette sarebbero scese dal cielo rubizzo.
Ma siamo obiettivi e ritorniamo agli ultimi due indulti.
Prima di quello dell’anno scorso infatti ne fu varato uno il 22 dicembre del 1990: allora nelle carceri c’erano 36.104 detenuti, il provvedimento ne rimise in libertà circa 10.000. A un anno di distanza da quell’indulto i penitenziari italiani ospitavano 35.485 persone. Il colpo di spugna non era servito a nulla: in dodici mesi la situazione era tornata al punto di partenza. Continua »
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